VASO DI GIRASOLI – Vincent Van Gogh

NATURA MORTA CON GIRASOLI (1888) Vincent Van Gogh
National Gallery – Londra
Neo-impressionismo
Tela cm. 95 x 73

Da una lettera del vasto carteggio di Vincent Van Gogh si apprende che NATURA MORTA CON GIRASOLI venne dipinto nell’agosto del 1888. L’opera faceva parte di una serie di dodici quadri aventi tutti come soggetto dei mazzi di girasoli.
Questo tema dunque, che fu tanto caro al pittore, ci è pervenuto attraverso numerose varianti che hanno raggiunto, sull’odierno mercato, quotazioni altissime, forse le più alte mai pagate per opere d’arte.
Protagonisti di questo dipinto sono ancora una volta quei girasoli della Provenza, che più di ogni altro soggetto resteranno per sempre legati al nome di Van Gogh. Il pittore aveva iniziato a dipingere questi fiori già verso la fine del suo periodo parigino, ma fu ad Arles, dove egli giunse nel febbraio del 1888, che progettò un’intera serie dedicata a questo tema.
Nelle sue lettere all’amico Bernard, Van Gogh scrisse più volte di voler decorare lo studio della sua Casa Gialla ad Arles, ed anche la camera degli ospiti, con dipinti di girasoli: ciò rappresentava per il pittore una specie di omaggio alla tanto amata arte giapponese, poiché l’uso di adornare le pareti di una casa con pannelli dipinti faceva parte della tradizione di quel popolo.
Sempre dalle lettere sappiamo anche che Van Gogh si proponeva di raggiungere con queste opere effetti simili a quelli delle vetrate di una chiesa gotica.
Nella NATURA MORTA CON GIRASOLI vi è l’esaltazione di quel colore giallo che rappresentava in quel momento, per il pittore, una vera e propria ossessione. L’enfasi sul colore venne raggiunta dall’artista anche con l’utilizzo di una tecnica nuova, detta ad impasto solido, che già era stata sperimentata da Manet.
Van Gogh, che mentre era in vita riuscì a vendere un solo quadro, stimava molto i pittori di fiori, tanto apprezzati in quell’epoca, e pensava di essere riuscito finalmente ad emularli con i suoi GIRASOLI. Così scriveva al fratello Theo :
– Tu sai che Jeannin ha la peonia, che Quast ha la malva rosa, ma io ho il girasole [—-] se a quarant’anni dipingo i ritratti come i fiori sarò all’altezza di ogni altro artista. Comunque sia, questo quadro è un’ode alla Provenza, vi si trovano, contornati da sottili linee arancioni, i colori di Ponticelli (pittore provenzale 1824-1886) che Van Gogh ammirava molto e “che ha reso il Mezzogiorno di un giallo pieno, di un arancione pieno, di un color zolfo pieno”.
I quadri con i girasoli erano collegati non soltanto alla decorazione della Casa Gialla di Arles, ma anche all’amicizia tra l’artista e Gauguin.
I due pittori si erano incontrati a Parigi nel novembre del 1886 e subito Van Gogh aveva sentito una grande ammirazione per Gauguin.
Giunto poi ad Arles, Vincent si entusiasmò all’idea di riunire nella sua casa una comunità di artisti e alla possibilità di dividere il suo studio con Gauguin.
A quest’ultimo, grande ammiratore dei GIRASOLI di Van Gogh, era in pratica dedicata l’intera serie, che rappresentava così una sorta di tributo all’amicizia tra i due artisti. Purtroppo i loro rapporti non furono idilliaci come aveva inizialmente sperato Van Gogh. Profondamente diversi nel carattere e nel temperamento, poco dopo l’arrivo di Gauguin ad Arles, sorsero tra i due amici violente discussioni.
Proprio in seguito ad una veemente lite Van Gogh si tagliò il lobo dell’orecchio con un coltello.
Dopo questo tragico avvenimento Gauguin lasciò definitivamente l’amico.

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AUTORITRATTO CON CAPPELLO DI FELTRO (1887)
Vincent Van Gogh (1853-1890)
Rijksmuseum di Amsterdam
Olio su tela cm. 44 x 37,5
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