LA SEDIA DI VINCENT – Vincent Van Gogh

LA SEDIA DI VINCENT (1888) 
Vincent Van Gogh (1853 – 1890)
Tate Gallery – Londra
Olio su tela cm. 92 x 73
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Questo dipinto, firmato “Vincent” sulla cassetta delle cipolle posta sopra il pavimento, passò dalla Collezione J. Van Gogh-Bonger a quella di V. W. Van Gogh nel 1924. Venne in seguito donata alla Tate Gallery di Londra dalla Courtauld Foundation che l’aveva acquistata alla Leicester Gallery.

Questo dipinto è conosciuto anche come SEDIA GIALLA o LA SEDIA E LA PIPA, e non può essere analizzato se non viene strettamente collegato all’esperienza esistenziale di Vincent Van Gogh …., esso infatti venne eseguito nel novembre del 1888,ovvero durante il periodo della convivenza dell’artista con Gauguin ad Arles, quando ancora non vi erano avvisaglie di dissidio tra i due.
La composizione rappresenta un curioso assemblaggio tra natura morta, della quale conserva il gusto della disposizione degli oggetti, come la pipa accuratamente posta sulla sedia, e quello della descrizione di un interno. Sappiamo che al tempo in cui Van Gogh dipinse questa opera era usuale che la sedia fosse oggetto di studio degli studenti, ma appare più verosimile che invece l’artista abbia attribuito al soggetto dei significati simbolici… a scelta di puntare l’attenzione solo sulla sedia eliminando del tutto il resto della camera da letto, dove il mobile era sistemato, deve essere intesa come la decisione di riprodurre fedelmente la propria personalità e i propri ideali.
A quest’opera fa da pendant LA SEDIA DI GAUGUIN (Amsterdam, Rijksmuseum Van Gogh), iniziata nello stesso periodo che presenta gli stessi principi concettuali…, qui la presenza dei libri sulla sedia indica l’alta considerazione che l’artista aveva per la lettura, elemento fondamentale per arricchire lo spirito. Stavolta la sedia è collocata in una stanza buia, rischiarata solo da una lampada a gas e da una candela simbolo della creatività dell’amico, fonte di ispirazione in tempi bui.
Sappiamo che Van Gogh avrebbe voluto completare la serie delle sedie ponendo tra queste due tele un terzo pannello raffigurante libri e due laterali raffiguranti campi e boschetti di ulivi immersi in una luce crepuscolare.
Il significato del complesso decorativo avrebbe dovuto portare a confronto i frutti della natura con quelli dello spirito.
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DUE NOTE SU VINCENT VAN GOGH

Nato a Groot-Zundert (Olanda) nel 1853, morì ad Auvers-sur-Orge nel 1890. Solo dopo aver tentato senza successo le vie del commercio, dell’insegnamento e della predicazione evangelica, scoprì nell’arte figurativa la sua vera vocazione. Fu in contatto con gli Impressionisti, in particolare con Pissarro, Seurat, Toulouse-Lautrec, Gauguin e si diede a lavorare senza sosta, malgrado andasse sviluppandosi in lui la pazzia. Tra l’altro si tagliò egli stesso un orecchio in segno di pentimento dopo un litigio con l’amico Gauguin…, trascorse un anno di internamento in manicomio, poi volle ritornare a lavorare, ma, preso dallo sconforto, si uccise. Dopo aver seguito per un certo tempo Millet, Delacroix e gli altri, trovò formule nuove per esprimere la sua spiritualità tormentata e prendendo a modello oggetti comuni (LA SEDIA…, SCARPE ROTTE…, GIRASOLI…, IL LETTO) o figure di popolani e marinai, o paesaggi, seppe animarli di luce, di sogno, di sentimento. Van Gogh capì che l’arte doveva servire a trasformare la società e l’esperienza che l’uomo fa del mondo… in questo senso Vincent inaugura l’esperienza figurativa sotto l’insegna dell’Espressionismo, che in effetti farà della proposta di Van Gogh (arte come azione e vita) il punto di partenza delle sue teorie. Il colore per Van Gogh non si esaurisce mai in se stesso, bensì è il tramite per manifestare un sentimento o un pensiero. Questa attribuzione di un valore simbolico è espressa chiaramente in questa formula… “Al posto di cercar di rendere esattamente ciò che ho davanti agli occhi, io mi servo dei colori arbitrariamente per esprimermi in maniera più forte”.

Ed è proprio questo uso violento, psicologico del colore che fa di Van Gogh il precursore dell’arte moderna di tipo espressionista.
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