PAESAGGIO CON CIELO TEMPESTOSO – Vincent Van Gogh

PAESAGGIO CON CIELO TEMPESTOSO (1890)
Vincent Van Gogh (1853 – 1890)
Rijksmuseum Vincent Van Gogh di Amsterdam
Olio su tela cm. 50 x 100,5

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Questo paesaggio fa parte di una serie di dipinti che Van Gogh dedicò ai “Raccolti”.

L’interesse dell’artista si concentrò su questo tema in quanto gli permetteva di applicare una prospettiva molto accentuata su vaste estensioni di spazio.

Questo esercizio era stato stimolato dallo studio dell’opera di un pittore della Scuola di Barbizon, Georges Michel, del quale, nel 1873, era comparsa una monografia curata da Alfred Sensier.

Nonostante il linguaggio di questo artista fosse ormai superato, e i suoi paesaggi interpretassero la natura secondo il realismo olandese, per Van Gogh rappresentavano un appassionante esempio di capacità di dominare i vasti spazi della natura tracciando poche linee, proporzionando correttamente il primo piano rispetto allo sfondo.

Giunto a Parigi nel 1886, Van Gogh non ebbe modo di partecipare ai nuovi avvenimenti che avrebbero cambiato il panorama artistico, quindi, pur apprezzando la pittura impressionista, dovette trovare stimolante anche il realismo degli artisti della Scuola di Barbizon.

Rispetto ai paesaggi del passato, in questo dipinto il campo è privo di personaggi, ed è tracciato dall’accumulo di dense e agitate pennellate di azzurro intenso, e da quelle, ancora più pesanti, del bianco delle nubi incombenti.

La sua vastità riflette un inquietante senso di solitudine.

La tela, PAESAGGIO CON CIELO TEMPESTOSO, che presenta le stesse dimensioni degli altri dipinti della serie dei “Raccolti”, oggi sparsa tra diversi musei e collezioni private, non è né firmata né datata.

Tuttavia grazie alle lettere, datate luglio 1890, che Van Gogh scrisse al fratello Théo, abbiamo notizie sulla loro genesi.

Attualmente Paesaggio con cielo tempestoso è conservato nel Rijksmuseum di Amsterdam, che è la più grande collezione pubblica dedicata all’artista.

 VINCENT VAN GOGH DOPO SAINT-RÉMY

Convinto che tutti gli anni trascorsi in Provenza non lo avessero aiutato a raggiungere, come sperava, la maturità pittorica, e deluso dalla mancanza di successo, nel maggio del 1890 Van Gogh lasciò Saint-Rémy e partì per Auvers.

Durante il viaggio si fermò a Parigi, dove lo attendeva un’altra amarezza: i quadri che aveva spedito al fratello Théo erano depositati, invenduti, nella galleria del mercante d’arte Tanguy.

In maggio l’artista giunse a Auvers, dove conobbe il dottor Paul Gachet, che non solo si occupò della sua salute, ma divenne anche il suo maggiore mecenate.

Convinto che l’affetto del fratello potesse sollevare il morale di Van Gogh, il dottor Gachet in giugno invitò Théo e la moglie a Auvers.

Ma l’incontro non si rivelò positivo, in quanto l’artista apprese che anche il fratello non navigava in buone acque, avendo rotto i rapporti professionali con la galleria d’arte di Boussod & Valadon.

Negli ultimi anni della sua vita, Van Gogh si dedicò spesso alla paesaggistica, ritraendo la bella campagna attorno alla sua nuova residenza.

Ma ormai le sue continue crisi depressive lo tormentavano, al punto che il 27 luglio 1890 si sparò un colpo di pistola al petto.

Egli morì fra le braccia di Théo, accorso appena in tempo dopo la disgrazia, e, come se fosse stato scritto dal destino, sei mesi dopo morì anche il fratello.

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