LEONARDO DA VINCI – ARTISTA E SCIENZIATO

Autoritratto, eseguito intorno al 1510
Biblioteca Reale a Torino
Leonardo da Vinci, 1452-1519, bellissimo, dotato dalla natura di tutti i doni che gli potesse elargire si distinse nel disegno, nella pittura, nella scultura; amico di Lorenzo il Magnifico e di Ludovico il Moro seppe essere gentiluomo di corte e scienziato, idraulico, botanico, anatomista, tecnico militare e civile, disegnare sottomarini, progettare il volo umano, realizzare il primo carro armato, lasciando disegni e scritti – stesi secondo la sua singolare abitudine di scrivere alla rovescia e da destra a sinistra tanto che vanno letti riflessi nello specchio – di inestimabile valore. Vero scienziato e artista completo, non si può dire dove in lui cessi l’opera

dell’uno per far posta a quella dell’altro.
Lasciò oltre ai disegni, agli studi, agli schizzi i Trattati e le Favole, i Pensieri e stupendi dipinti fra i quali la Monna Lisa, la Vergine delle Rocce, il Cenacolo al refettorio di Santa Maria delle Grazie a Milano.
Monna Lisa – La Gioconda

LEONARDO DA VINCI ARTISTA E SCIENZIATO

Appena il notaio Pietro da Vinci scoprì i primi disegni del suo ragazzo, lo mise a lavorare nella bottega fiorentina del Verrocchio.
Questi coltivava tutte le arti nelle quali Leonardo doveva eccellere: pittura, scultura, architettura, musica, geometria e storia naturale; così allievo e maestro furono entusiasti l’uno dell’altro.
Frequentavano la bottega del Verrocchio altri giovani artisti, tra i quali Botticelli, che divennero i migliori amici di Leonardo. Discutevano di tutto, macchinavano beffe, facevano la lotta, domavano cavalli; divertimento, quest’ultimo, prediletto da Leonardo. Si dice che fosse così forte da piegare un ferro di cavallo con una mano.
Soleva anche aggirarsi per i cortili e per le chiese fiorentine a studiarvi i loro tesori artistici, oppure passeggiare con i matematici, con gli astronomi, con i geografi maggiori di quei tempi, assimilando tutta la loro scienza.
Leonardo studiò matematica e fisica, botanica e anatomia non come un soprappiù, ma come parte essenziale della sua arte. Per lui non esistevano differenze fra arte e scienza: erano due modi di descrivere un unico universo divino.
Quando si metteva a dipingere, Leonardo nascondeva con la destrezza d’un illusionista la sua sapienza, la sua tecnica senza pari, e dipingeva come un innamorato della vita. Per vedere quanto l’amasse basta sfogliare gli albi dei suoi disegni, che sono centinaia.
Ecco apparirci  su un foglio i volti contratti dei soldati in atto d’uccidere o di morire, e su un’altro una giovane donna che s’inginocchia a pregare.
Qua ha colto la tensione nervosa nei tendini del collo d’un vecchio mendicante, là la gaiezza d’un bimbo che gioca.
Si dice che seguisse per giornate le persone d’aspetto bello oppure grottesco, per studiarle.

Visitava gli ospedali per osservare un vecchio morente e correva ad assistere all’impiccagione d’un assassino. Indugiava a guardare l’innocente avidità d’un lattante al seno materno; poi, in segreto, perchè era disapprovato, sezionava un cadavere per poter dipingere poi con esattezza “la divina proporzione”.

Organi genitali maschili, vescica, canale urinario (in alto: polmone suino)
(1508-1509) Raccolta di Windsor, RL 19098v
In verità a nessuna scienza Leonardo dedicò tanto tempo quanto all’anatomia. Dimostrò che i muscoli sono le leve che sappiamo, e rivelò che “I’occhio è null’altro che una lente”. Provò come il cuore sia una pompa e dimostrò che il polso è sincronizzato con i battiti del
cuore.
Le molte osservazioni fatte negli ospedali lo condussero a scoprire che l’indurimento delle arterie è causa di morte nell’età senile.
Eppure fu come suonatore di liuto che Leonardo, sui trent’anni, venne raccomandato da Lorenzo il Magnifico a Ludovico il Moro.

Quest’ultimo era il perfido, furbo, brutale tiranno di Milano. Leggendo la lettera che Leonardo gli scrisse per offrirgli i suoi servigi, si fregò le mani: quell’uomo poteva essergli utile, perchè si affermava inventore d’un leggero ponte mobile, utilissimo all’inseguimento del nemico; diceva d’aver progettato delle pompe atte a prosciugare il fossato d’un castello cinto d’assedio; era esperto nella colata di enormi cannoni e aveva dei piani per la costruzione d’un carro armato semovente che aprisse la strada alle fanterie!

Disegni di macchine militari (1487-1490)
Raccolta di Windsor, RL 12647
I suoi quaderni d’appunti dimostrano che, nell’arte militare, Leonardo era quasi preparato alla seconda guerra mondiale. Era capace di gettare un cannone a 33 bocche, 11 delle quali sparavano simultaneamente. Progettò proiettili conici e a mitraglia. Fece bombe a orologeria, granate a mano, progettò bombe a gas e maschere antigas.

Montò su ruote la sua artiglieria, e inventò un tipo di cannone a retrocarica, in sostituzione delle goffe artiglierie che si caricavano dalla bocca.

Molla d’orologio e congegno per lo sganciamento automatico di carichi;
a destra, una serie di catene articolate (1495-1499 circa)
Biblioteca Nacional di Madrid I, Ms 8937, ff. 9v e 10r
Quando Leonardo giunse dalla solatia Firenze alla grigia Milano, trovò che i suoi doveri andavano dall’installazione delle tubazioni per il bagno della Duchessa al ritratto della superba e fredda amica del Moro. Costruì pure una complessa rete di canali per la città e fece progetti, mai adottati, di strade a due livelli, capaci di smistare diversi generi di traffico.

Quale esperto di fortificazioni militari, fu mandato sulle Alpi a munire le vallate contro le invasioni provenienti dal nord. E là, nella bella Engadina, vide il getto delle cascate balzanti giù dai dirupi, colse commosso fiori e felci con quelle dita che dovevano poi farli rivivere in eterno sulla tela.

Leonardo Da Vinci - Vergine delle Rocce (Louvre).jpg
La vergine delle rocce – Leonardo (Louvre)

Da quelle sensazioni e dai ricordi d’infanzia nacque la Vergine delle Rocce, quadro in cui il paesaggio e la flora danno risalto, con la loro dolcezza silvestre, alla divinità della Madre adorabile, all’angelo bello come un sogno e al Bambino che piega la manina a benedire il suo compagno di giochi, San Giovanni…

Studio di testa femminile per la “Leda”
(1506-1508 circa) Raccolta Windsor, RL 12517

Mentre dipingeva come un dio, Leonardo osava sognare, come pochi altri mortali hanno fatto, la conquista del mondo attraverso la scienza. Il cielo non era limite alle sue altissime meditazioni, nè il mare era troppo profondo per esse: e nel cielo e nel mare egli spaziò con l’immaginazione, certo che un giorno vi avrebbe spaziato anche il corpo.

 Studio sul volo degli uccelli in rapporto alle correnti d’aria (1505 circa)
Biblioteca reale di Torino – Codice sul volo, f. 8r

Prima dei suoi tentativi di conquista dell’aria, Leonardo studiò perchè gli uccelli spicchino il volo contro vento e comprese perchè l’ala profilata li aiuti ad impennarsi in volo. Facendo esperimenti con dei modelli di carta, previde gli avvenimenti e le cadute a foglia morta, i tuffi in picchiata e le scivolate d’ala, e dette istruzioni particolareggiate per uscirne.

Metodo per sperimentare la forza dell’ala artificiale (1487-1490 circa)
Institut de France, Parigi Ms B, f. 88v

I più antichi disegni di Leonardo per una macchina volante fanno pensare ad una libellula, oppure ad un pipistrello. Intendeva che le ali battessero, e a questo scopo progettò una carlinga articolata di pezzi di cuoio cuciti insieme. Non potendo disporre d’altra forza motrice che di quella dell’uomo trasportato nella macchina, immaginò che il suo aviatore, steso bocconi nel telaio, remigasse nell’aria con le ali.

Vite inversa e sterzo per carro (1495-1499 circa)
Codici di Madrid, Ms 8937, f. 14r

In seguito, primo fra gli uomini, Leonardo ebbe l’idea di un’elica per la locomozione. Nel suo modello, l’elica gira in senso orizzontale, con la carlinga appesa sotto, come un elicottero. In un primo tempo pensò che l’aviatore dovesse premere con dei pedali per mettere in moto le pale dell’elica. Ma nel suo modello di cartone ricorse invece, come forza motrice, a una molla fortemente caricata. Secondo i suoi progetti, la macchina si sarebbe dovuta sollevare verticalmente. La teoria era giusta, ma, mancandogli un apparato motore leggero, non potè mai realizzarla.

Apparato respiratorio per Palombari (1508)
Londra, British Museum, Codice Arundel, f. 24v

Egli progettò case portatili prefabbricate, una macchina per fare le viti, un trattore a cingoli, una filatrice, e una draga.

Fu il primo che montò un ago magnetico su un asse orizzontale, dandoci così la bussola che oggi conosciamo.

Fu l’inventore di quello che oggi chiamiamo ingranaggio differenziale, di un anemometro, o misuratore del vento.

Esperimenti di sifoni di vari formati per studi sui vasi comunicanti
(1506-1508 circa) Seattle, Hammer, f.34v
Ideò uno scafandro e una cintura di salvataggio.

Progettò grandi sottomarini, ma ne distrusse i disegni. Perchè, disse, c’è troppa malvagità nel cuore degli uomini, e ad affidare loro simili segreti si rischia di far loro praticare l’assassinio anche in fondo al male!

Studi di astronomia con spiegazione della “luce cinerea” della luna nuova
(1506-1508 circa) Seattle, Hammer, f.34v
Un secolo prima dei telescopi e di Galileo, Leonardo aveva intuito che la terra non è il centro dell’universo, ma si muove attorno al sole descrivendo un’orbita ellittica, che la terra è soltanto un pianeta e non appare più grande, entro il sistema solare, della luna in confronto alla terra stessa; che le stelle sono “mondi” remoti, immensamente più grandi di quel che sembrano, e che anche il sole è soltanto uno di essi.

Leonardo suggerì perfino la teoria atomica della materia. Previde anche dove questa avrebbe potuto condurci allorchè scrisse che di sotterra sarebbe sorto qualcosa che avrebbe stordito col suo fragore tutti coloro che vi fossero stati vicini, facendo cadere a terra morti gli uomini col suo alito, e devastando città e castelli. Agli uomini sarebbe parso di vedere nuove distruzioni nel cielo, e saettarne fiamme.

Leda col cigno, 1504 circa, n° I 466
Rotterdam, Museum Boymans-van Beuningen
Incisione di Giovanni Vendramini (1812) tratta dall’originale prima del restauro
Nessuna meraviglia, dunque, che occhi capaci di veder tante cose avessero lo sguardo stanco. A giudicare dall’autoritratto, eseguito intorno al 1510, Leonardo a 58 anni era un vecchio, dall’aspetto venerando e profondo, ma un poco deluso: sembrava che le molte vite che aveva cercato di vivere in una sola ne avessero consunto la fibra.
Leonardo godette fra i contemporanei d’una fama più vasta e insieme meno alta di quella che oggi lo circonda. Il profondo rispetto che noi nutriamo per la sua scienza non ebbe riscontro ai suoi tempi.

Come artista, naturalmente, ebbe una fama superba, sebbene non senza rivali; dopo tutto, viveva ai tempi di Botticelli, di Raffaello, di Michelangelo. Ma il popolo artista della Firenze quattrocentesca gli faceva codazzo per le vie, e quando veniva esposto uno dei suoi bozzetti, la gente s’accalcava ad ammirarlo, come gli odierni maniaci del cinema quando c’è da vedere una “stella” in persona. Signorine e personaggi ricchissimi se lo disputavano; i Re gli chiedevano soltanto di onorare le loro corti; perchè la persona di Leonardo era diventata oggetto di un vero culto.

 Studio per un “Cristo portacroce” (1495-1497 circa)
Gallerie dell’Accademia a Venezia, n° 11r (231r)
Eppure, in cuor suo, fu un solitario. Forse non incontrò mai un’altra creatura capace di comprenderlo. Sorridente, la sua figura sembra ancora precederci, nei secoli, mentre ci affanniamo per raggiungere la lunga ombra che egli proietta dietro di sè.
Gli ultimi anni di Leonardo trascorsero negli agi, presso Amboise, nella Francia centrale. I visitatori fingevano di non avvedersi che aveva le mani paralizzate; trovavano il suo spirito più vivo che mai, assorto nel nuovo piano d’un canale dalle chiuse poderose, con una miriade d’idee già appuntate nei suoi quaderni. Mai la sua conversazione era stata più versatile, il suo aspetto più regale, il suo sorriso più pieno di comprensione. Forse perfino la morte sorrideva così, con quell’aureola  di mistero e di saggezza che egli solo fra tutti seppe cogliere, quando venne a chiamarlo il 2 maggio 1519.
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ANNUNCIAZIONE – Leonardo da Vinci

ANNUNCIAZIONE 598 – Leonardo da Vinci

RITRATTO DI GINEVRA BENCI – Leonardo da Vinci

SACRA FAMIGLIA (Sant’Anna, la Madonna e il Bambino con l’agnello) – Leonardo

SANT’ANNA CON LA VERGINE, IL BAMBINO E SAN GIOVANNINO – Leonardo

1 – LA VERGINE DELLE ROCCE – Leonardo da Vinci

2 – LA VERGINE DELLE ROCCE – Leonardo da Vinci

MADONNA DEL GAROFANO – Leonardo da Vinci

MADONNA BENOIS – Leonardo da Vinci

LA DAMA CON ERMELLINO – Leonardo da Vinci

MADONNA LITTA – Leonardo (Giovanni Antonio Boltraffio)

LA GIOCONDA (Monna Lisa) – Leonardo da Vinci

SAN GEROLAMO – Leonardo da Vinci

ADORAZIONE DEI MAGI  – Leonardo da Vinci

RITRATTO DI MUSICO – Leonardo da Vinci

RITRATTO DI DONNA (LA BELLE FERRONIÈRE) – Leonardo da Vinci

RITRATTO DI ISABELLA D’ESTE – Leonardo da Vinci

TESTA DI FANCIULLA – LA SCAPILIATA – Leonardo da Vinci

SAN GIOVANNI BATTISTA – Leonardo da Vinci

BACCO (SAN GIOVANNI) – Leonardo da Vinci

L’UOMO VITRUVIANO – Leonardo da Vinci

L’ULTIMA CENA (Cenacolo) – Leonardo

SALA DELLE ASSE – Castello Sforzesco, Milano – Leonardo da Vinci

DISEGNI DI LEONARDO – Biblioteca Reale di Torino

DISEGNI DI LEONARDO – Galleria degli Uffizi a Firenze

DISEGNI DI LEONARDO – Gallerie dell’Accademia – Venezia

CODICE TRIVULZIANO – BIBLIOTECA DEL CASTELLO SFORZESCO a MILANO – Leonardo da Vinci

BIBLIOTECA AMBROSIANA, MILANO – GABINETTO NAZIONALE DELLE STAMPE E DEI DISEGNI – Leonardo da Vinci

DISEGNI IN EUROPA – Leonardo da Vinci

DISEGNI DI LEONARDO IN AMERICA

RACCOLTA DI WINDSOR – Leonardo da Vinci

CODICE ARUNDEL (Londra, British Museum) – Leonardo da Vinci

CODICE ATLANTICO – Leonardo da Vinci

CODICE SUL VOLO DEGLI UCCELLI – Leonardo da Vinci

I MANOSCRITTI DI LEONARDO

MANOSCRITTI DI FRANCIA AB – C – D – E – F – G – H – I – K – L – M

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