NOTTE STELLATA – Vincent Van Gogh

  Vincent Van Gogh 

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Fu nel 1888 ad Arles che Van Gogh dipinse per la prima volta un quadro intitolato “Notte stellata”. Ma la tela non aveva niente a che vedere con questo capolavoro, diverso lo stile,   diverso  il soggetto.

In questa opera il pittore prende spunto dalla realtà trasformandola in una visione interiore, in una delle testimonianze più emozionanti della sua ansia di infinito, tanto che molti critici ne hanno rilevato i molteplici aspetti spirituali.

È nell’estate del 1989 che Van Gogh inizia a dipingere i cipressi, a giugno scrive una lettera al fratello Theo dove spiega di essere particolarmente attratto da quegli alberi ma di essere preoccupato perché li considera un soggetto difficile e teme di non saperli raffigurare nel migliore dei modi.

Tra i suoi primi dipinti che raffigurano questo tema ci sono i “Cipressi” del giugno-luglio 1889 che ora si trova al Metropolitan Museum of Art di New York e “Cipressi con due donne” terminato nel febbraio del 1890, ma iniziato a giugno dell’anno precedente, dove sono raffigurate due donne, una delle quali regge un mazzolino di fiori. Quest’ultimo dipinto viene donato dal pittore al critico Albet Aurier, per ringraziarlo delle lusinghiere parole che scrive in un articolo in cui parla della sua pittura.

Nella lettera che accompagna il regalo, Vincent scrive ad Aurier di aver scelto di raffigurare i cipressi perché ritiene che siano alberi tipicamente provenzali.

Nel settembre 1889 Van Gogh manda “Notte stellata” ed il suo pendant “Les Alpilles con olivi in primo piano” a suo fratello Theo, ma nella missiva che accompagna i quadri non si dimostra per nulla soddisfatto ed è convinto di saper fare di più e meglio.

 

  Notte stellata – Vincent Van Gogh – 1889 
New York, The Museum of Modern Art
Olio su tela cm 72 x 92

 

Osservando l’opera:

Per Van Gogh i cipressi, che nel dipinto sono in primo piano in basso a sinistra,  sono l’opposto dei girasoli, i fiori che lui ama particolarmente. Mentre i girasoli simboleggiano la solarità, l’amore, l’ottimismo e  la vitalità, i cipressi al contrario, con la loro forma che ricordano fiamme nere, per il pittore rappresentano la luna, la solitudine, la notte, la morte.

Nell’angolo in alto a destra, l’artista ha dipinto una particolare luna giallo arancione, rappresentata come una inquietante   palla infuocata che sparge il suo chiarore nel buio del cielo. Le stelle dalle pennellate circolari tracciano spirali vorticose di pura energia nella limpida atmosfera, dando quasi l’impressione di un pulsare ritmico, quasi un battito cardiaco dell’universo.

Avvolta nel buio della notte, Van Gogh ci mostra in basso a sinistra la cittadina provenzale di Saint- Remy, ma da alcuni particolari si deduce che la sua intenzione è quella di voler ritornare, lungo il filo dei ricordi, ai borghi dove aveva passato l’infanzia in Olanda. Da osservare le linee spesse e nere di contorno che ha imparato ad usare da Gauguin. Il dolce movimento ondulatorio delle colline crea un collegamento tra il vortice vigoroso degli astri e la quiete del villaggio addormentato.

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