VAN GOGH e GAUGUIN a ARLES

Autoritratto con orecchio bendato, Vincent Van Gogh

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È il 19 gennaio del 1888 quando Van Gogh decide di andare a vivere ad Arles, nel sud della Francia. Qui, aiutato economicamente dal fratello Theo, ritrova energia ed entusiasmo e si dedica alla pittura lavorando molto spesso all’aperto. Ama riprodurre i frutteti in fiore, il lavoro nei campi, le barche sulla riva e il ponte di Langlois.

Dopo essersi scambiati varie lettere, il 23 ottobre 1888, anche Gauguin, che si era di fatto separato dalla moglie, giunge ad Arles. I due si conoscevano da un anno circa, grazie a Theo Van Gogh che nell’ottobre dell’anno precedente li aveva fatti incontrare.

Vincent, rifiutato e umiliato come evangelizzatore, si era oramai dedicato completamente alla pittura, ma, nonostante l’aiuto di Theo, i suoi sforzi non venivano ancora premiati.

Nonostante le ristrettezze economiche i due pittori in quei mesi di solitudine maturarono il loro stile, ma la convivenza tra due personalità tanto complesse non era tra le più facili, era troppo il divario caratteriale ed erano troppo fieri della loro libertà e indipendenza  per poter andare d’accordo.

Discutevano spesso e per ogni cosa, seria o banale che fosse, e ogni volta finivano col litigare anche violentemente. Gauguin cominciava a non poterne più dell’ambiente angusto di Arles e sognava avventure esotiche fuori dall’Europa.

Il 23 dicembre, durante una delle solite liti, Van Gogh aggredisce l’amico armato di coltello. Spaventato Gauguin trascorre la notte in albergo e decide che sarebbe presto partito alla volta di Parigi.

Nel frattempo Vincent, avvilito dal suo stesso comportamento e sentendosi per l’ennesima volta un fallito rivolge l’arma contro di se e si mutilandosi un orecchio.

Theo raggiunse il fratello e insieme a Gauguin assistono il ferito finché le sue condizioni non migliorano. Poi i due partono per Parigi.

 

Van Gogh che dipinge i girasoli – Paul Gauguin  
Amsterdam Rijksmuseum Vincent Van Gogh
Olio su tela cm 73 x 92

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Van Gogh è artisticamente stimolato dall’amico Gauguin, eppure la sua presenza lo opprime perché mette a nudo la sua incapacità a instaurare rapporti umani profondi e durevoli e i suoi problemi psicologici.

In questo ritratto, spietatamente fedele al vero, si vedono chiaramente i segni fisici della sua instabilità mentale.

Nel 1903, nel suo diario Gauguin scrisse: Ebbi l’idea di fare il suo ritratto mentre dipingeva la natura morta che amava tanto, i girasoli. E una volta terminato il ritratto mi disse: “Sono davvero io, ma io divento pazzo”

     

Terrazza del caffè la sera, Plave du Forum
Vincent Van Gogh (1888)
Otterloo – Rijksmuseum Kröller-Müller
Olio su tela cm 81 x 65,5

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Ad Arles Van Gogh comincia a dipingere all’aperto, di notte, alla luce di una candela. In questa veduta cittadina della città lo spazio viene distintamente diviso in due segmenti, da una parte si vede la via con le case in ombra sotto un cielo schiarito dalle stelle, dall’altra, fortemente illuminata, la terrazza del caffè con i clienti seduti ai tavolini.

Le figure poste sul fondo del dipinto  sono piccole e appena abbozzate.

  

CAMERA DA LETTO – Vincent Van Gogh

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Ha voluto rappresentare se stesso, la propria anima, la sua personalità complessa Van Gogh dipingendo la propria stanza. Guardando il dipinto si percepisce il desiderio quasi ossessivo di un nido, di un luogo che lo tenesse al riparo della cattiveria del mondo e che lo facesse sentire amato e protetto. Durante la sua reclusione in un ospedale psichiatrico l’artista realizza altre due tele col medesimo soggetto che ora sono conservate a Parigi e a Chicago.

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