SAN PIETRO E PAOLO – El Greco

SAN PIETRO E PAOLO (1614) El Greco
Museo dell’Ermitage – San Pietroburgo
Olio su tela cm 121 x 105

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Alla maturità del pittore, e cioè tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, risalgono i cosiddetti Apostolados, gruppi omogenei di tredici dipinti dello stesso formato con le immagini del Cristo, ritratto di prospetto, e dei dodici Apostoli, sei rivolti a destra e sei rivolti a sinistra.

Queste serie di dipinti erano state commissionate all’artista dalle comunità religiose che ponevano i quadri nella stessa stanza, con gli Apostoli sulle pareti lunghe e il Salvatore al centro di quella di fondo. Dei numerosi Apostolados prodotti da El Greco e dalla sua bottega, sono arrivati completi a noi solo quelli della Cattedrale di Toledo, del Museo di El Greco sempre a Toledo, e di Oviedo. Gli altri sono rimasti incompleti e dispersi nelle collezioni di tutto il mondo.
In questi cicli i Santi sono ritratti a mezzo busto con indumenti dai colori vivaci, che risaltano sul fondo scuro, in una composizione semplificata, dove anche gli attributi distintivi sono appena accennati e l’individualità di ogni Apostolo è espressa soprattutto nei tratti del viso e delle mani. E a questi cicli può essere assimilato il dipinto di San Pietroburgo anche se presenta soltanto due Apostoli accoppiati.
Il manto giallo di San Pietro, che con la mano sinistra tiene quasi nascosto il suo attributo, la chiave, e quello rosso di San Paolo sono dipinti con una pennellata ricca e libera, quasi “espressionista”. I volti dallo sguardo penetrante, e con in più la scintilla del ritratto reale e non la spenta convenzione della tradizione iconografica, esprimono tutta la saggezza e la consapevolezza di chi conosce la verità; le mani, con il loro colloquiare silenzioso, trasmettono tutta la gravità del messaggio.
È questo l’effetto di una pittura sentita profondamente e volutamente ispirata, che raggiunge il risultato di un’opera di grande qualità formale e soprattutto di eccezionale potenza spirituale.
Quest’opera, SAN PIETRO E PAOLO, che proviene dalla collezione del generale Dournovo, fu da questi donata al Museo nel 1911. Sulla sinistra compare la data 1614, anno di morte dell’artista. Ne esistono comunque alcune copie mediocri ed un’altra versione altrettanto valida al Museo Nazionale di Stoccolma.
Al 1608 risale l’incisione di Diego de Astor, che riproduce una delle due versioni e nella quale compare anche la firma di El Greco.

L’importanza dell’incisione ne El Greco

Fin dal suo apparire alla fine del Quattrocento, l’incisione su legno, e successivamente su metallo, aveva avuto una funzione ben precisa: divulgare le opere dei grandi artisti. Essi stessi quindi favorivano questa tecnica, come mezzo di propaganda più efficace della loro opera.
Su esempio di molte botteghe italiane, come quella di Raffaello che aveva come incisore di fiducia Marcantonio Raimondi, El Greco, una volta raggiunto il successo, decise di affidare all’incisione il compito di far conoscere i suoi capolavori.
L’inventario steso dopo la sua morte indica nella bottega dell’artista di Toledo la presenza di molte incisioni, tra cui “cento stampe fatte in casa”. Queste, probabilmente, erano state eseguite da Diego de Astor, incisore di Toledo, che lavorò per El Greco nei primi anni del XVII secolo.
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Autoritratto – El Greco (Raffigurerebbe San Luca)
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