Giorgio de Chirico: una pittura inquietante
L’artista italiano che, per la vastità della sua opera e per la ricchezza delle ricerche, può essere paragonato a Picasso fu Giorgio de Chirico (1888-1978). Nato a Volos in Grecia da una famiglia italiana, il giovane venne subito a contatto con quel mondo classico che lo affascinerà per tutta la vita, poi dal 1905 soggiorno in varie città italiane e passò infine a Monaco di Baviera, per studiare pittura nella locale Accademia.
Nel 1911 si trasferì a Parigi, allora la capitale artistica del mondo, dove frequentò la cerchia dei pittori d’avanguardia. Qui per Io più dipinse la serie famosa delle Piazze d’Italia, opere che possono essere definite metafisiche per il senso di mistero e di stupore che sanno creare.
Sono immagini come si vedono nei sogni: piazze chiuse da architetture spoglie e severe, in cui delle statue bianchissime o qualche rara presenza umana non fanno che accrescere il senso di solitudine e di desolazione.
Tornato in Italia allo scoppio della grande guerra, de Chirico continuò a dipingere opere che non copiano la realtà: per esempio, nei quadri di questo periodo, le figure umane vennero rese come dei manichini, forse con un’allusione ad una futura, temuta umanità disumana.
Nei decenni successivi il pittore lavorò instancabilmente, ora ripetendo un po’ le formule degli inizi, ora cercando di recuperare forme più tradizionali.
Le muse inquietanti (1917-1918) – Giorgio de Chirico Collezione privata, Milano Olio su tela cm 97 x 67 |
Un’opera dipinta a Ferrara nel 1916: Le muse inquietanti. Su un palcoscenico (come dire che la vita è finzione, è una recita) sono posti degli esseri stranissimi, a metà tra la statua e il manichino, mentre sul fondo il castello estense si trovo al fianco i comignoli di una fabbrica.
L’incertezza del poeta (L’incertitude du poete) 1913 Giorgio de Chirico TheTate Gallery of Modern Art – Londra Olio su tela cm 106 x 94 |
Un esempio di come de Chirico accosta sulla telo oggetti e realtà tra loro inconciliabili per creare effetti sorprendenti: in questa Incertezza del poeta, del 1913, su una specie di palcoscenico delimitato do un portico si trovano un torso femminile senza testa e un casco di banane; all’orizzonte corre una vaporiera e si intravvede la sagoma di un veliero. Si crea così un senso di inquietudine; che non si riesce ad interpretare.
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