GIACOMO CECONI – Architetto friulano

Giacomo Ceconi (Pielungo, 29 settembre 1833 – Udine, 18 luglio 1910) è stato un imprenditore italiano.

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Con Giacomo Ceconi, un impresario oltre tutti i confini, continuo la mia carrellata di personaggi celebri della mia terra.

L’emigrazione friulana si colloca nel secolo scorso, a partire dal Congresso di Vienna e più pesantemente dopo l’annessione dei Friuli al Regno d’Italia, tra le più significative caratteristiche dì questa terra.

In massima parte manodopera generica, anonima stagionale, ebbe però anche figure che raggiunsero altissimi livelli.

Tra questi, il più conosciuto e il più ammirato fu Giacomo Ceconi, partito analfabeta da Pielungo, nel canal di San Francesco, da semplice muratore, guidò una delle imprese più grandi dell’Austria, tanto da meritarsi il titolo di conte di Montececon.

Di famiglia poverissima, emigrò analfabeta a Trieste nel 1851 come manovale, dove frequentò corsi d’arte e mestieri, tecnica e disegno.

Nel 1857 è a Maribor come caposquadra e capomuratore: gli operai che aveva con sé gli permisero la puntualità e bravura sui lavori. Nel 1865, in proprio, assunse ferrovie in Ungheria…, dal 1866 al 1868, costruì le stazioni di Vipiteno, Colle Isarco e Brennero; dal 1869 al 1871 lo troviamo costruttore di ferrovia in Boemia e dal 1872 al 1875 sul Carso.

Nel 1880 si cimentò con la più importante delle sue imprese, rischiosa e quasi da avventura: la metà del traforo dell’Arlberg, verso il Tirolo.

Il contratto finiva il 15 agosto 1885, con ottocento fiorini al giorno di penale, in caso di ritardo, ma con altrettanto in premio per giorni di consegna anticipata.

La enorme costruzione ebbe termine con un anno di anticipo.

Giacomo Ceconi non aveva avuto una vittima: e l’inaugurazione di questo lavoro ebbe gli elogi di tutta la stampa europea, accompagnata da festeggiamenti che furono ricordati per l’intera generazione.

Francesco Giuseppe dava a Giacomo Ceconi il titolo di conte.

Lavorò poi in Boemia e nel porto di Trieste, nei porti della Sardegna e nel 1905, Ceconi compiva la sua grande ultima opera: il Wocheiner Tunnel, di sei chilometri, un altro primato.

Per il suo paese, Pielungo, fu un grandissimo benefattore.

Giacomo Ceconi è stato a mio avviso un imprenditore che ha vissuto al limite della leggenda, un grande esempio che un figlio del mio Friuli ha saputo dare.

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