GRAZIADIO ISAIA ASCOLI – Linguista autodidatta friulano

GRAZIADIO ISAIA ASCOLI

Linguista autodidatta friulano (Gorizia 1829 – Milano 1907)

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Questo mio illustre corregionale si guadagnò fama internazionale con ricerche linguistiche indoeuropee.
Graziadio Isaia Ascoli mi ha decisamente incuriosito e mi ha appassionato la sua storia personale in quanto rispecchia un po’ la mia, in quanto anche io sono, con le dovute proporzioni, un autodidatta.
Mi interesso di molteplici cose, come la divulgazione della lingua friulana nelle comunità locali della mia zona del Basso Friuli, nelle quali i bambini si ritrovano e si confrontano solamente per apprendere l’oramai quasi dimenticato linguaggio della loro terra natale.
Ora mi piace tracciare alcuni passi della vita di questo personaggio del mio Friuli che si è prodigato in questo senso e a portare per iscritto la conoscenza dell’idioma e della cultura friulana, e non solo, nel mondo. Graziadio Isaia Ascoli mise piede per la prima volta in una scuola a trentadue anni: per coprire la cattedra, nel 1861, di glottologia e lingue orientali all’accademia scientifica e letteraria di Milano. Ed era già il più famoso glottologo italiano, autodidatta, nato i 16 luglio del 1829 a Gorizia, in una famiglia di proprietari di cartiere e filande. Apprese privatamente il latino e il greco…, da buon israelita imparò l’ebraico e l’aramaico e, per vivere in quella città quasi cosmopolita, si perfezionò nell’italiano, nel friulano, nello sloveno e nel tedesco. Allievo di grandi maestri (lo fu anche di Jacopo Pirona), si dedicò agli affari di casa, ma altrettanto agli studi di un tipo non certo allora diffuso, con una prima pubblicazione nel 1846 “Sull’idioma friulano” e sulla sua affinità con la lingua valaca.Aperto alle acquisizioni della glottologia europea, vi si dedicò anima e corpo, avvicinandosi agli studiosi esteri con pubblicazioni proprie, “Studi orientali e linguistici”, sulle lingue sanscrita, gotica, greca, zenda, tedesca, araba e amarica.Entrato senza più discriminazioni tra i massimi conoscitori di questa “Storia comparata delle lingue classiche e neolatine”, si trasferì a Milano per l’insegnamento.Pubblicò allora una serie di studi critici, orientali e linguistici, sul nesso ario-semitico, sulla parlata zingara e nel 1873 diede inizio ad una rivista italiana di glottologia, lo “Archivio Glottologico Italiano”, che poteva competere con le altre analoghe iniziative in Germania, Francia, Inghilterra e Svizzera.Il primo volume fu quei “Saggi ladini” (1873), clamorosa prova dell’autonomia linguistica del friulano nel sistema neolatino e dell’unità delle parlate alpine tra i Grigioni e la Venezia Giulia…., questi scritti stanno alla base della moderna dialettologia.Oltre un centinaio di titoli in una laboriosa e infaticabile produzione scientifica: dalla dialettologia italiana, ladina, franco-provenzale all’antica lingua celtica.Nel “Proemio”, trattando la questione della lingua, rifiutò la soluzione fiorentina manzoniana, sottolineando il legame tra la lingua e la vita civile.

Nelle “Lettere glottologiche”, scritte nel 1887, enuncia la teoria del sostrato, secondo la quale quando una popolazione impone a un’altra a lei sottomessa il proprio linguaggio, quello della popolazione sottomessa (detto di sostrato) filtra attraverso lo strato superiore del linguaggio dominante producendovi alterazioni più o meno considerevoli.

Graziadio Isaia Ascoli, morto a Milano il 21 gennaio del 1907, può considerarsi uno dei protagonisti della moderna glottologia.

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