IL PETRARCA LATINO

L’ERUDITO E IL FILOSOFO

.
Il Petrarca è considerato come un precursore di quegli umanisti del Quattrocento, per cui la letteratura antica fu un culto. Nei suoi viaggi, egli scoprì parecchi libri gloriosi e dimenticati: come il De Gloria di Cicerone, che andò poi nuovamente smarrito, le Lettere di Cicerone ad Attico, le commedie di Terenzio.
Il Petrarca, però, non partecipa ancora dello spirito critico degli umanisti, né fu un pensatore nuovo, ma piuttosto un erudito, che amò di ostentare, troppo talvolta, la sua dottrina.

.
La storia antica lo sedusse particolarmente: e accompagnata da riflessioni o illuminata da intenti morali, come era l’uso dei tempi. Tentò una specie di storia universale, per biografie, dal titolo De viris illustribus (Degli uomini illustri), che da Romolo doveva arrivare sino a Tito; ma si fermò a Cesare.
Un’altra opera intitolata Rerum memorandum libri (Delle cose memorabili), anch’essa incompleta, è una raccolta di esempi desunti non solo dalla storia romana, ma dalla contemporanea: miranti a dimostrare il potere della Fortuna nelle cose umane, ad ammonire gli uomini alla indifferenza di fronte ad essa.
.
Da questi scritti storico-morali non è difficile il passaggio agli scritti di filosofia pratica: che non sono pochi. Basterà sapere quelli principali.
Il  trattato De vita solitariaè tutto una esaltazione della solitudine, necessaria per la vita contemplativa non meno degli uomini religiosi (quali Mosè e Geremia e San Silvestro e Sant’Ambrogio e Sant’Agostino, e quel papa Celestino V, che Dante pose tra i codardi) come dei filosofi e pensatori, quali i gimnosofisti indiani, Anassagora, e i due autori antichi prediletti dal Petrarca, Cicerone e Seneca.
.
Laura e Francesco Petrarca – Affresco ad Arquà Petrarca (Padova)
.
I dialoghi De remediis utriusquefortunae (Dei rimedi dell’una e dell’altra sorte) mirano a dimostrare che l’uomo saggio trova un freno alla gioia, e un conforto nei dolori, purché pensi che ogni gioia reca in sé il suo dolore, che ogni dolore reca in sé la sua gioia.
Ti sorride la gloria? Pensa agli invidiosi, che la gloria ti suscita contro.
Hai perduto un figlio? Pensa quante possibili noie sono scomparse con esso.
La povera saggezza, che qui il filosofo predica, non sarebbe, in verità, che la più antiumana apatia.
Più importanti i dialoghi De contemptu mundi. (Del disprezzo del mondo), che si immagina abbiano luogo tra il Petrarca e quel Sant’Agostino, che provò, pacificandoli finalmente nella fede, i travagli di spirito, che ben conobbe il poeta.
Ai dialoghi assiste la Verità; ma non parla. Il Santo legge nel cuore dell’uomo, e lo accusa via via di orgoglio, di avarizia, di troppo amare la donna e la gloria. L’uomo si difende, e, quanto all’amore, insiste che per esso egli si sente innalzato a Dio.
Ma chi dei due, se l’uomo o il Santo, abbia ragione, non appare chiaro; e il libretto resta testimonio di uno stato d’animo penoso di incertezza e di perplessità. Perciò esso ebbe anche il titolo di De secreto confictu curarum mearum (Dell’intima battaglia dei miei pensieri) e di Secretum, essendo come una confessione del poeta, più a se stesso, che agli altri.
Certo Sant’Agostino non aveva torto di rimproverare l’uomo per la sua vanagloria.
Con tutta la sua filosofia, il Petrarca non sopportava nessuna offesa al suo amor proprio. Per questo non mancano cli lui vivaci ed aggressivi scritti polemici.
Lanciò una Invectiva in medicum (Contro un medico), in ben quattro libri; nei medici egli vedeva degli empirici e dei ciarlatani; e consigliava Clemente VI ammalato a liberarsi da essi, se voleva guarire.
Un’altra volta, a Venezia, seppe che alcuni dubitavano del suo valore come filosofo; ed ecco contro quei detrattori ii libello De sui ipsius et multorum ignorantia (Dell’ignoranza sua e di molti).
Un anonimo scrittore francese lo accusò di aver consigliato Urbano V a lasciar Avignone per Roma. Il Petrarca rispose con l’Apologia contra cuiusdam anonimi Galli calumnias (Difesa contro le calunnie di un francese anonimo).
È, per le note di fiero amor patrio, una delle più nobili scritture del Petrarca.
.
FRANCESCO PETRARCA
Particolare del Ciclo degli uomini e donne illustri (1450)
Andrea del Castagno (1421–1457)
Affresco della Galleria degli Uffizi, Firenze