A – STORIA DELL’ARTE – I grandi artisti

Santa Maria del Fiore – Firenze
 

GRANDI ARTISTI

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(In costruzione)

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Alberti Leon Battista (Vedi scheda)

Architetto e teorico dell’arte italiana (Genova 1406 – Roma 1472).
Studiò a Padova e a Bologna, e visse a Roma, dove ebbe luogo la sua vera formazione artistica, collateralmente al suo impegno come abbreviatore apostolico presso la Cancelleria Pontificia.
Nel 1428 e poi nel 1434 fu a Firenze al seguito di Papa Eugenio IV: qui venne in contatto con l’arte di Brunelleschi, Donatello e Masaccio. Questo incontro fu fondamentale anche per il suo futuro di teorico dell’arte, reso consapevole della nascita di un nuovo linguaggio artistico.
L’Alberti era anche un profondo conoscitore della letteratura e dell’arte classiche: questo culto traspare dalle sue opere teoriche, soprattutto dal De Pictura, dedicato a Brunelleschi, di cui chiarisce e precisa la concezione prospettica, analizzandola alla luce delle sue conoscenze filosofiche e matematiche. Con grande acume critico, l’Alberti vide nella pittura fiorentina dell’epoca la grande ripresa e il superamento di quella antica.
Nel 1452 portò a compimento il De re aedificatoria e cominciò ad attendere ai lavori del Tempio malatestiano di Rimini.
Per incarico della famiglia Rucellai, a Firenze, completò nel 1470 la facciata di Santa Maria Novella e, forse nel ’46, realizzò il progetto per il palazzo gentilizio (“d’aspetto più dilettevole che superbo”) e il Sacello del Santo Sepolcro in San Pancrazio.
A Firenze realizzò altresì la tribuna dell’Annunziata, non attuata fedelmente, e a Mantova le chiese di San Sebastiano e di Sant’Andrea.
A Roma si occupò della sistemazione urbanistica del tempio di Nicolò V, e sono, con molta probabilità, ascrivibili a lui anche i disegni per il Palazzo Venezia.

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Andrea del Sarto (Vedi scheda)

Pittore (Firenze 1486- 1530).
Fu allievo di Pietro di Cosimo e collaboratore di Jacopo Sansovino, ma fu soprattutto sensibile alla grande lezione di Leonardo e di Michelangelo. A Firenze dipinse un gran numero di affreschi nell’atrio della chiesa della Santissima Annunziata e nei chiostri del convento adiacente, tra cui figura la celeberrima Madonna del Sacco, il suo capolavoro riconosciuto, oltre a quelli nel Chiostro dello Scalzo e nel refettorio del convento di San Salvi.
Sono noti anche il dipinto su tavola della Madonna delle Arpie (1517), la Carità (1518) e la Deposizione (1524).

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Andrea Pisano

Scultore e architetto (Pontedera 1295 circa – Orvieto 1348 circa).
Con Arnolfo di Cambio è il più grande scultore gotico toscano. L’opera che esprime al sommo grado l’eleganza e la raffinatezza del suo stile è la porta in bronzo dorato con bassorilievi rappresentanti le Virtù ed episodi della vita di San Giovanni Battista per il Battistero di Firenze (1330-36).
Di grande vigore drammatico sono le formelle di marmo realizzate per il campanile del Duomo di Firenze, forse su disegni di Giotto.
Nel 1336 successe a Giotto come architetto del campanile.

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Angelico Giovanni da Fiesole, Beato Angelico (vedi scheda)

Pittore (Vicchio di Mugello 1400 circa – Roma 1455).
Il suo esordio in pittura fu segnato dalla realizzazione di alcune pregevolissime miniature per codici liturgici, la cui finezza e minuzia esecutive non resteranno senza strascichi nella sua produzione successiva.
Nonostante la sua formazione fosse avvenuta all’insegna dell’eleganza tardo-gotica di Lorenzo Monaco, Gentile da Fabriano e Masolino da Panicale, fu uno dei primi estimatori e studiosi degli affreschi di Masaccio nella chiesa del Carmine a Firenze.
Realizzò molte pale d’altare, soprattutto per i conventi domenicani, tra cui spiccano la Deposizione di Santa Trinità, il Giudizio Finale, l’Incoronazione della Vergine, il Tabernacolo dei Linaioli, la pala detta “di Annalena”, I’ Annunciazione di Cortona e il Polittico di Perugia.
Da ricordare inoltre il rigore compositivo del ciclo di affreschi per il Convento di San Marco a Firenze, e la monumentalità di quello per la cappella di Niccolò V in Vaticano.

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Antonello da Messina (vedi scheda)

Pittore (Messina 1430 circa -1479).
Presumibilmente studiò a Napoli con il pittore Colantonio, mentre è certo che subì profondamente l’influsso della pittura fiamminga, documentato tra l’altro dalla presenza a Napoli delle collezioni reali di prestigiose opere provenienti da quest’area affascinante della cultura pittorica.
Secondo il Vasari fu a Roma, e fecondo si rivelò poi il suo soggiorno a Venezia (1475-76), dove eseguì pale d’altare e ritratti, che grande influenza ebbero sull’evoluzione successiva della pittura veneziana.
La sua ricerca pittorica si orienta verso effetti di accentuazione plastica e di amplificazione monumentale che, attraverso alcune Crocifissioni, il San Gerolamo, la Pietà e la pala per la chiesa di San Cassiano, culminano nel gigantesco San Sebastiano (1476).
Da ricordare anche i ritratti, notevoli per la fiamminga precisione descrittiva, e per l’originale approfondimento psicologico, non disgiunto da un robusto interesse di idealizzazione morale.

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Arnolfo di Cambio

Scultore e architetto (Colle di Val d’Elsa 1245 circa – Firenze 1310 circa).
Con Nicola Pisano e Giovanni Pisano è uno dei rappresentanti di maggiore spicco della scultura medievale italiana. La sobrietà lineare, il rigore compositivo e la già matura costruzione spaziale, che preludono alla pittura di Giotto, sono caratteristiche che si delineano sin dai suoi esordi (pulpito del Duomo cli Siena e arca di San Domenico per la chiesa di San Domenico di Bologna, in collaborazione con Nicola Pisano e Giovanni Pisano).
Di lui si conservano altresì un busto di Carlo d’Angiò, tre figure di assetati per la fontana della piazza grande di Perugia, i monumenti sepolcrali dei cardinali Annibaldi in San Giovanni in Laterano e De Braye in San Domenico a Orvieto.
Come architetto realizzò i cibori di San Paolo fuori le Mura (1285) e di Santa Cecilia in Trastevere (1289) a Roma, oltre al progetto del Duomo di Firenze (1296), per la cui facciata scolpì anche alcune statue, che testimoniano il grande valore dell’ultimo tratto della sua attività.
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Antonello da Messina – Salvator mundi – National Gallery (Londra)

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