GIAMBATTISTA TIEPOLO – Pittore e incisore del Settecento

Martirio di San Bartolomeo (1722) Venezia, San Stae
Olio su tela cm 167 x 139 (p.d.)
 
Giambattista Tiepolo (o Giovanni Battista o Zuan Batista; Venezia, 5 marzo 1696 – Madrid, 27 marzo 1770) è stato un pittore e incisore italiano, cittadino della Repubblica di Venezia. È uno dei maggiori pittori del Settecento veneziano.

Il Tiepolo, l’ultimo grande decoratore italiano, non deve nulla al fiacco Gregorio Lazzarini, ma approva il vivace bellunese Sebastiano Ricci, e studia Gian Battista Piazzetta nei contrasti delle luci e delle ombre e nei toni argentei. La prova certa di tale fruttuoso avvicinamento è il naturalistico Martirio di San Bartolomeo (Venezia, San Stae); il giovane, tuttavia, non si accontenta dei primi risultati e, liberatosi dagli effetti tenebrosi, dimentica il colore rovente del Piazzetta per ritornare agli insegnamenti del Veronese, temperati dai consigli del Ricci e favoriti da una sana individualità, intollerante d’indugi.
Le tinte si rafforzano e vibrano o insordiscono nell’energia dei contrapposti, e l’espressione tonale si addice ai caratteri della favola e della leggenda.
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Assunta – Oratorio della Purità, Udine (p.d.)
Gli affreschi del Duomo e dell’Arcivescovado di Udine (1726) sono interessanti lavori giovanili, eseguiti con aiuti, a differenza dell’Assunta nell’oratorio della Purità, dipinto molto posteriore; in esso, Maria vola veloce al cielo aperto, e le nubi vaporose si sbiancano e si sfaldano nella luce tremula.
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Fra il 1730 ed il 1740, non si può scordare la decorazione della Cappella Colleoni in Bergamo e della Villa Valmarana presso Vicenza; nella prima, la maestria del colorista rasenta il virtuosismo, specie con le scene di martirio, e nella seconda, la poesia d’Omero e di Virgilio, dell’Ariosto e del Tasso rifiorisce gaia ed eternamente giovane dentro le chimeriche architetture di Girolamo Mengozzi Colonna.
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Carro del Sole (Particolare)
Palazzo Clerici – Milano(Vedi qui file originale . Carlo Dell’Orto)
La galleria del Palazzo Clerici in Milano non lesina lo spazio al Carro del Sole, e nei suoi centoventi metri quadrati l’insuperabile settecentista scorcia numi e, geni, riempiendone il cielo vasto e piumato di nubi.

La Vergine in Gloria (Venezia, Scuola dei Carmini, 1740-44) – contemporanea all’affresco degli Scalzi (1543), lacerato da una bomba austriaca durante la guerra -, dipinta ad olio su tela, è rapita a volo dagli angeli, ed appare al beato Simone Stoch, che scorcia in vetta ad un cornicione.

File:The Immaculate Conception, by Giovanni Battista Tiepolo, from Prado in Google Earth.jpg - Wikipedia
L’Immacolata Concezione
Giovanni Battista Tiepolo
Museo Nazionale del Prado, Madrid (pd)

Queste nuove atmosfere, velate e luminose, non moderano le trasparenze e l’audacia, ma quando il maestro si avvicina alla terra, ad esempio, con la La Vergine con le sante Caterina de Siena, Rosa da Lima e Ines (1739- 1748)Chiesa di Santa Maria del Rosario o dei Gesuati, a Venezia, una calma particolare invade le immagini (nella Madonna si riconosce il tipo formoso della modella Cristina, ma nelle due sante in piedi il pathos ascetico si raffina, mentre sembra un po’ lezioso lo svenimento di Santa Caterina.

Il banchetto di Antonio e Cleopatra (1746-47)
Palazzo Labia, Venezia – Affresco cm 640 x 300  (pd)
Dal 1751 al 53, dura la decorazione del Palazzo Vescovile di Würzburg (Storie del Barbarossa e l’Olimpo con le parti del mondo) e, ritornato a Venezia, il Tiepolo dipinge nel Palazzo Labia, valendosi ancora del riquadraturista Mengozzi Colonna.
Delle Storie d’Antonio e Cleopatra ricordo il Banchetto e l’Imbarco; mai il pennello ha interpretato con uguale finezza aristocratica e con uguale magnificenza scenica i suoi stupendi anacronismi!
Nel 1762, Giambattista parte con i figli Giandomenico e Lorenzo per Madrid; e vi lavora indefessamente fino alla morte.
Enea nel tempio dell’immortalità (1762) ed il Trionfo della monarchia spagnola (1764) sono gli ultimi sprazzi del genio, che fu dileggiato un tempo con l’epiteto di “bastardo di Paolo”.
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