PREDICA AGLI UCCELLI – Giotto

PREDICA AGLI UCCELLI (1290-1304 circa)
Giotto (1267-1337)
Basilica di San Francesco, Assisi
Affresco cm 270 x 300

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L’affresco, che fa parte del ciclo di affreschi eseguiti da Giotto e dalla sua bottega nella basilica di San Francesco ad Assisi, rappresenta uno degli episodi della vita di San Francesco, ricordato nella Legenda Maior di San Bonaventura, scritta tra il 1260 e il 1263. Francesco, giunto a Bevagna, “predicò a molti uccelli; e quelli esultanti stendevano i colli, protendevano le ali, aprivano i becchi, gli toccavano la tunica”.

In linea di massima la scena qui rappresentata risulta fedele alla descrizione di San Bonaventura; l’episodio è narrato attraverso gli elementi descrittivi essenziali: in primo piano è il Santo, riconoscibile dall’aureola, con un compagno di viaggio, gli uccelli e qualche albero. In questa occasione Giotto risulta avere una mentalità affine a quella francescana, che si manifesta grazie alla riscoperta della natura semplice, fatta di piccole cose da amare e da osservare, una natura armoniosa pur nella sua elementarità, pronta ad accogliere gli spiriti più umili e miti.

La scena, ritenuta completamente autografa, è una delle più famose del ciclo delle Storie di San Francesco, affrescato fra il 1290 e il 1300 circa da Giotto nella basilica superiore di San Francesco di Assisi. La zona dell’affresco dove sono gli uccelli si presenta molto rovinata, forse a causa della tecnica “a secco” utilizzata da Giotto per rifinire i particolari.

Un aneddoto della vita di Giotto

Francesco Sacchetti, novelliere del Trecento, narrò vari aneddoti della vita di Giotto.
Tra questi il più simpatico è quello che racconta di quando l’altista, andando un giorno alla fiera di San Gallo a Firenze con dei compagni, cadde a terra dopo uno scontro con dei maiali che correvano per sfuggire al proprietario. Con calma e sorridendo, Giotto commentò l’episodio:
“In effetti questi maiali hanno ragione a farmi dispetto, grazie alle loro setole ho guadagnato i miei soldi e mai mi sono preoccupato di loro e del loro sostentamento”.
Abbandonata la fiera Giotto si fermò insieme agli amici davanti a un dipinto con le Storie di Maria e Giuseppe. Uno del gruppo chiese all’artista:
“Secondo te, perché Giuseppe è rappresentato sempre così ma1inconico?”
Rispose pronto il pittore: “Considera che ha una moglie che non sa fino a che punto è sua o di qualcun altro”.
Tale arguzia e prontezza rimase proverbiale a Firenze, tanto da essere ricordata da vari testi dell’epoca.

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