B – STORIA DELL’ARTE – I grandi artisti

Sant’Agnese in Piazza Navona – Roma

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GRANDI ARTISTI

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(In costruzione)

 

Balla Giacomo  

Pittore (Torino 1871 – Roma 1958).
Dopo l’esordio divisionista, firmò il Manifesto tecnico della pittura futurista (1910) entrando a far parte, con Boccioni – che fu suo allievo – Carrà, Russolo e Severini, del nuovo movimento, da subito proiettato in una fervida dimensione europea. Lo interessava soprattutto la tematica futurista del dinamismo, evidente nel tentativo di assimilare il linguaggio pittorico a quello cinematografico, spinto verso esiti di audace astrattismo.
Nel 1918 pubblicò il Manifesto del colore e nel ’29 sottoscrisse quello dell’aeropittura futurista.
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Beato Angelico (Giovanni Angelico da Fiesole) (Vedi scheda)

Pittore (Vicchio di Mugello 1400 circa – Roma 1455).
Il suo esordio in pittura fu segnato dalla realizzazione di alcune pregevolissime miniature per codici liturgici, la cui finezza e minuzia esecutive non resteranno senza strascichi nella sua produzione successiva.
Nonostante la sua formazione fosse avvenuta all’insegna dell’eleganza tardo-gotica di Lorenzo Monaco, Gentile da Fabriano e Masolino da Panicale, fu uno dei primi estimatori e studiosi degli affreschi di Masaccio nella chiesa del Carmine a Firenze.
Realizzò molte pale d’altare, soprattutto per i conventi domenicani, tra cui spiccano la Deposizione di Santa Trinità, il Giudizio Finale, l’Incoronazione della Vergine, il Tabernacolo dei Linaioli, la pala detta “di Annalena”, I’ Annunciazione di Cortona e il Polittico di Perugia.
Da ricordare inoltre il rigore compositivo del ciclo di affreschi per il Convento di San Marco a Firenze, e la monumentalità di quello per la cappella di Niccolò V in Vaticano.
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 Beccafumi Domenico, detto Mecherino (Vedi scheda)

Pittore e scultore (Valdibiena 1446 – Siena 1551).
È uno degli esponenti più rappresentativi del primo manierismo, di cui le sue opere migliori costituiscono gli esempi più originali e suggestivi, con i colori accesi e fiammanti, le luci guizzanti e le ombre cupe e vischiose.
Da ricordare le sue grandi pale, e gli affreschi nell’oratorio di San Bernardino, nel Palazzo Bindi Sergardi e nel Palazzo Pubblico di Siena.
Per il Duomo di Siena realizzò i cartoni per il pavimento e, come scultore, otto angeli in bronzo e dodici figure in marmo di Evangelisti.
A Genova lavorò agli affreschi, perduti, di Palazzo Doria (1541).
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 Bellini Giovanni, detto Giambellino (vedi scheda)

Pittore (Venezia 1430 circa.-1516).
Formatosi accanto al fratello Gentile nella bottega del padre, fu poi profondamente influenzato dalla vicinanza di Mantegna, suo cognato. La lezione di Mantegna, sempre però reinterpretata nella chiave di un colorismo caldo e luminoso o di una intensa commozione religiosa, è evidente nell’Orazione nell’orto, nella Trasfigurazione, nella Pietà e nel Cristo morto.
La Pala Pesaro (1473) documenta l’importanza del suo incontro con la pittura di Piero della Francesca, in occasione dei suoi soggiorni a Ferrara, Rimini e nelle Marche, luoghi deputati della vicenda artistica di Piero.
Altrettanto importante fu il contatto a Venezia (1475) con l’arte di Antonello da Messina, che gli ispirò, attraverso la pala di San Cassiano, una serie di Sacre Conversazioni.
Sono da menzionare anche la Trasfigurazione di Napoli e l’Allegoria Sacra, in cui il colore vivido e avvolgente stabilisce una fusione armonica tra figure e spazio.
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Bernini Gian Lorenzo (Vedi scheda)

Architetto, scultore, pittore, scenografo (Napoli 1598 – Roma 1680).
É una delle personalità più significative del barocco: la consacrazione ufficiale gli venne dalla predilezione dei Papi, che lo convocavano persino per affidargli l’organizzazione coreografica delle cerimonie, facendo di lui il vero e proprio animatore culturale di un’intera epoca.
Nel 1664 Luigi XIV lo volle a Parigi perché desse la sua consulenza in merito alla ristrutturazione del Palazzo reale del Louvre.
Iniziò come scultore, realizzando fra il 1620 e il 1623 opere di grande maturità stilistica e tecnica, tra cui il David, il Ratto di Proserpina e l’Apollo e Dafne.
Nel grandioso baldacchino di San Pietro (1624), prima opera pubblica, la sua interpretazione pittorica e decorativa della scultura raggiunge i massimi esiti, mentre il suo virtuosismo tecnico si dispiega nell’ornamentazione dei piloni della cupola, nelle navate laterali e nell’abside, oltre che nella progettazione e adattamento di piazze, palazzi, giardini e fontane.
La sua opera più celebrata è la Cappella Cornaro in Santa Maria della Vittoria (1646) in cui è custodita l’Estasi di Santa Teresa,
Come architetto esordì con i lavori per Palazzo Barberini con il patrocinio di Urbano VIII, mentre con Alessandro VII diede espressione al suo talento architettonico, propenso a realizzazioni di largo respiro urbanistico: il portico di San Pietro, la Scala Regia in Vaticano, le Chiese di Sant’Andrea al Quirinale, di San Tomaso da Villanova a Castel Gandolfo, dell’Assunta ad Ariccia, ed i progetti per il Palazzo di Montecitorio e per palazzo Odescalchi.
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Boccioni Umberto (Vedi scheda)

Pittore, scultore e incisore (Reggio Calabria 1882 – Verona 1916).
E considerato il più significativo esponente del movimento futurista. Fu giovanissimo a Roma, e condivise con Balla i primi passi in ambito divisionista. Dopo soggiorni a Parigi e Pietroburgo, tornò in Italia, e a Milano venne in contatto con Marinetti, facendosi fautore della sezione per le arti plastiche del nuovo movimento futurista (1910).
Nel 1912, anno della pubblicazione del suo Manifesto della Scultura Futurista, partecipò alla intensa animazione in ambito europeo del movimento, attraverso una serie di mostre a Parigi, Londra, Bruxelles e Berlino.
Sue opere principali sono: Periferia (1909), Gli stati d’animo e Rissa in Galleria (1911), Materia e La città che sale (1912), Antigrazioso (1913), Forme uniche nella continuità dello spazio, La carica dei lancieri (1916)
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 Borromini Francesco (Vedi scheda)

Architetto italiano (Bissone 1599 – Roma 1667).
Fu a Roma giovanissimo e si formò presso il Maderno. Lavorò dapprima alle dipendenze del Bernini in San Pietro e a Palazzo Barberini, fu poi nel 1634 solo responsabile dei lavori per la chiesa di San Carlino alle Quattro Fontane. Fu esacerbato dalla competizione col Bernini, di cui rigettava l’impostazione spaziale amplificata.
Sono sue la galleria prospettica di Palazzo Spada e il convento, l’oratorio e la biblioteca dei Filippini. Della sua piena maturità sono, oltre alla sua creazione più originale, Sant’lvo alla Sapienza (1642-50), anche i palazzi Carpegna (attualmente sede dell’Accademia di San Luca e di Propaganda Fide), Sant’Agnese in Piazza Navona, il convento e la chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori al Gianicolo e Sant’Andrea delle Fratte.
Prima della morte realizzò la facciata del San Carlino, espressione efficacemente riassuntiva dei motivi dominanti della sua impostazione architettonica.
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Botticelli, Sandro Filipepi (Vedi scheda)

Pittore (Firenze 1 4451510).
Esponente tra i più importanti della cultura fiorentina, risentì probabilmente l’influenza di Filippo Lippi, del Verrocchio e del Pollaiolo.
Le sue prime opere sono la Madonna col Bambino, il Dittico di Giuditta e Oloferne (1468) e la Fortezza (1470)
Introdotto nell’ambiente di Lorenzo il Magnifico, eseguì la Primavera (1477-78) e la Nascita di Venere (1483-84).
Chiamato a Roma lavorò alla Cappella Sistina nel 1481 (Storia di Cristo e Mosè).
Alcune delle sue grandi opere sono: Adorazione dei Magi, Madonna del Magnificat, Madonna del Libro, gli affreschi della Villa Tornabuoni ecc.
Coinvolto nella crisi politica e religiosa di Firenze, l’artista si espresse in opere di tensione drammatica, come la Calunnia (1494 ca.), i disegni per la Divina Commedia, la Pietà ed altre, fino alle ultime, altamente mistiche, come la Crocefissione e la Natività (1501).
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Bramante Donato (Vedi scheda)

Architetto e pittore (Monte Asdruvaldo, Pesaro 1444 – Roma 1514).
La sua formazione artistica si svolse presso la corte dei Montefeltro a Urbino, studiando le opere del Laurana e di Piero della Francesca. Soggiornò a Mantova ove fu attratto dalle opere di Mantegna e successivamente di Melozzo.
La sua attività in Lombardia iniziò a Bergamo nel 1477 con gli affreschi del Palazzo della Ragione e continuò a Milano, ove nel 1478 diresse i lavori di ricostruzione della chiesa di Santa Maria presso S. Satiro.
Si occupò del Duomo di Milano e, nel 1488 circa, progettò quello di Pavia e il Castello di Vigevano.
Negli ultimi anni trascorsi a Milano si occupò della ristrutturazione di Santa Maria delle Grazie.
Lasciò la città nel 1499 e si recò a Roma ove nel 1500 iniziò i lavori per il chiostro di Santa Maria della Pace e nel 1502 quelli per il Tempietto di S. Pietro in Montorio; seguirono poi la sistemazione dei Palazzi Vaticani (cortile del Belvedere) ed i primi lavori per la Nuova Basilica di S. Pietro (1505-1513) secondo un progetto che fu poi ripreso da Michelangelo ed alla pittura da Raffaellino del Garbo e soprattutto dal Pontormo, collaborò con quest’ultimo alla Certosa di Val d’Ema e alla decorazione della Cappella Capponi a Santa Felicita.
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Bronzino, Agnolo di Cosimo (Vedi scheda)

Pittore (Monticelli, Firenze 1504 circa – 1572).
Educato alla pittura da Raffaellino del Garbo e soprattutto dal Pontormo, collaborò con quest’ultimo alla Certosa di Val d’Ema e alla decorazione della Cappella Capponi a Santa Felicita.
Dal 1530 lavorò per i Duchi di Urbino e dal 1539 per i Medici, che gli affidarono i lavori per la Cappella di Eleonora di Toledo in Palazzo Vecchio (1540-46).
Dipinse i suoi più bei ritratti per le famiglie Panciatichi e Medici.
Soggiornò a Roma (1546-48) e, tornato a Firenze, intraprese diverse opere lavorando a lungo per la chiesa di S. Lorenzo.
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Brunelleschi Filippo (Vedi scheda)

Architetto e scultore (Firenze 1377-1446).
Si formò artisticamente in “bottega” come orafo e scultore, eseguì busti e statue d’argento in stile tardo-gotico (intorno al 1400) per l’altare di S. Jacopo nel Duomo di Pistoia, e nel 1402 partecipò al concorso per la seconda porta bronzea del Battistero con la formella sul tema del Sacrificio d’Isacco.
Scolpì anche il Crocefisso ligneo della Cappella Gondi in S. Maria Novella(1420 circa).
Compì frequenti viaggi di studio a Roma a partire dal 1402.
Il suo interesse si volse poi esclusivamente all’architettura e nel 1420 circa si occupò dei lavori della cupola di S. Maria del Fiore (Firenze) a cui dedicò tutta la sua vita.
Nel contempo realizzò altre opere fondamentali: il progetto per l’ospedale degli Innocenti (1419) e l’inizio dei lavori per S. Lorenzo (1423), ripresi da altri dopo la sua morte.
Fu anche inventore di macchine e congegni.
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Statua di Filippo Brunelleschi, presso al Duomo Santa Maria del Fiore. (pd)
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PICCOLO GLOSSARIO DELL’ARTE

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