TRITTICO DEL CARRO DI FIENO – Hieronymus Bosch

TRITTICO DEL CARRO DI FIENO (1500 circa)
Hieronymus Bosch
Tavola cm 135 x 190 (trittico aperto
Museo del Prado, Madrid

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L’opera, eseguita nei primissimi anni del Cinquecento, è costituita da tre pannelli di cui i due più piccoli dipinti su entrambe le facce. Conosciuto come Trittico del carro di fieno questo complesso rappresenta la prima tra le celebri allegorie satirico-morali di Bosch giunta fino a noi del tutto integra. Consideriamo le facce esterne dei pannelli laterali, visibili quando il trittico è chiuso: il pellegrino che faticosamente discende per il sentiero di gradante, mentre in una campagna desolata si compiono rapine e atti lussuriosi, allude certamente alla condizione dell’uomo pellegrino su questa terra dominata dal peccato. Il pannello laterale interno posto a sinistra di quello centrale descrive invece dall’alto verso il basso tre episodi biblici: la Caduta degli angeli ribelli, dove Bosch inserisce insetti mostruosamente ingranditi; seguono la Creazione di Eva, il Peccato originale e la Cacciata dal Paradiso terrestre. Al centro del pannello principale campeggia invece il voluminoso carro di fieno, immagine simbolica ricorrente nella cultura fiamminga del tempo, che rimanda ai beni terreni: intorno un brulicare di curiosissimi personaggi tutti agitati per poter prenderne parte. Le figurette poste alla sommità del monte di fieno rappresentano il peccato della lussuria ispirato dal demonio, nascosto nell’immagine della brocca che spunta da dietro il cespuglio. Ancora più fantastiche sono quelle creature, metà uomini e metà animali, che Bosch pone alla guida del carro. Bosch coniuga con sapiente equilibrio la visione immaginifica e la visione della realtà paesaggistica, osservata e contemplata con rara delicatezza. Il terzo pannello, quello laterale di destra, rappresenta con molteplici scenette le costruzioni del male e le punizioni dei peccatori dove ricompaiono creature per metà animali e per metà vegetali che avranno un sempre maggiore sviluppo nella produzione successiva.

Il dipinto esiste. in due versioni entrambe firmate, non del tutto identiche. Questa conservata al Prado, proviene da Casa de Campo e ha subito notevoli vicissitudini finché non è stata ricomposta nel l9l4. L’altra, maggiormente documentata, si trova al1’Escorial dal 1574. Di quest’ultima sappiamo che fu acquistata da Filippo II nel 1570 presso gli eredi di Don Felipe de Guevara, figlio di un appassionato collezionista vicino alla casata reale.

La fortuna di Hieronymus Bosch

Nel XVI secolo Bosch fu un pittore conosciuto e apprezzato soprattutto in Spagna e nei Paesi Bassi. Di lui parlavano i maggiori trattatisti dell’epoca. Successivamente il suo nome e le sue opere furono ignorate dal gusto e dalla cultura europea fino alla fine del XVIII secolo.
Nell’Ottocento molti studiosi se ne occuparono, ma Carl Justi (Marburgo, 2 agosto 1832 – Bonn, 9 dicembre 1912), più di altri, rivalutò in pieno la pittura dell’artista fiammingo. Nel nostro secolo l’immaginario di Bosch è stato interpretato persino alla luce delle teorie della psicoanalisi, mentre Breton e i surrealisti videro nelle sue fantasie un patrimonio inestimabile in perfetta sintonia con le proprie invenzioni.

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