SALITA AL CALVARIO – Pieter Bruegel il Vecchio

SALITA AL CALVARIO (1564)
Pieter Bruegel il Vecchio (1525 circa – 1569)
Olio su tavola cm 124 x 170
Kunsthistorisches Museum, Vienna

.

Nel brulichio che si snoda attraverso il movimento ondulato del terreno, si fatica a trovare il Cristo che cade sotto il peso della traversa della croce che ogni condannato doveva portare fino al luogo del proprio martirio. Bisogna cercarlo a lungo nel disordinato corteo che procede confusamente scandito e scortato dalle casacche rosse dei gendarmi che tentano di disciplinare il flusso verso il luogo dove avverrà la crocifissione, riconoscibile, molto lontano, sullo sfondo a destra della tavola.
Come se stesse per assistere allo spettacolo di qualche istrione passato di lì per caso, una folla di uomini e donne, a piedi e a cavallo, si è disposta in uno stretto cerchio attorno alle due croci già piantate nel suolo e in mezzo alle quali un uomo sta preparando il buco per quella, ancora da sistemare, sulla quale Cristo sarà inchiodato. In quella parte la scena è chiusa da un semicerchio di case mentre, su una collina alla sinistra del Calvario, si distingue una forca dalla quale penzola ancora il corpo di un impiccato. Via via che ci si avvicina al luogo del supplizio il corteo si dirada in una miriade di bambini e di adulti che si apprestano a prendere posto.
La composizione ospita più di 500 personaggi, vestiti con costumi contemporanei, che danno al tema antico una connotazione moderna ed offrono un quadro della vita sociale fiamminga cinquecentesca. Secondo l’abitudine che gli è consueta, Bruegel ambienta la Salita al Calvario nel paesaggio olandese così che lo spettatore dell’epoca poteva vivere con immediatezza gli episodi sacri, descritti come se stessero accadendo in un qualsiasi attimo dell’esistenza quotidiana.

Firmata e datata sulla destra in basso “BRUEGEL MDLXIIII”, la Salita al Calvario è la tavola di maggiori dimensioni dipinta da Bruegel. Nel 1565 il dipinto apparteneva a Jongelinck, ma nel 1604 Karel Van Mander vide nella collezione di Rodolfo II d’Asburgo due opere con questo tema. Identificabile con una delle due succitate, la presente tela ricompare negli inventari settecenteschi della viennese
Geistliche Schatzkammer da dove fu sottratta dalle truppe napoleoniche che la portarono a Parigi insieme al bottino di guerra nel 1809.
Qui rimase fino alla caduta dell’imperatore e fu restituita all’Austria nel 1815 dal governo francese.

Le astuzie sentimentali di Bruegel

Sembra che in gioventù Bruegel si fosse innamorato di una serva con la quale conviveva anche se questa mostrava di non avere nessuna intenzione di accasarsi definitivamente ma, piuttosto, di divertirsi. Accortosi che la ragazza non corrispondeva al suo sentimento ed anzi si prendeva gioco di lui, il pittore cercò di convincerla con un patto che faceva leva sul fatto che la donna era molto bugiarda. Mostrandole una canna, le disse che vi avrebbe fatto un segno per ogni bugia che lei avrebbe detto da quel momento in avanti: se nel giro di poco tempo la canna si fosse rivelata piena di buchi, la storia fra loro sarebbe finita.
Per mantenere vicina più a lungo la ragazza e dare così più chances al proprio amore, Bruegel scelse una canna molto lunga ma presto anch’essa si rivelò così trucidata di segni che 1’artista si risolse ad abbandonare l’amata.

VEDI ANCHE . . .

LA GRANDE TORRE DI BABELE – Pieter Bruegel il Vecchio

DANZA DI CONTADINI – Pieter Bruegel il Vecchio

SALITA AL CALVARIO – Pieter Bruegel il Vecchio

JAN BRUEGEL  “dei velluti” – Vita e opere

LA BATTAGLIA D’ARBEILLE – Jan Bruegel “dei velluti”

.