NASCITA DELLA LETTERATURA – L’EPOCA ROMANA

Frontespizio delle Heroides di Ovidio, Venezia 1518.
Si tratta di una raccolta di fittizie lettere amorose
Scritte da eroine storiche ai loro amanti

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NASCITA DELLA LETTERATURA

L’EPOCA ROMANA

Roma, secondo la leggenda, fu fondata nel 753 a.C. e il suo tramonto viene datato al 476 d.C., quando cadde l’Impero Romano d’Occidente. In quest’arco di tempo di oltre un millennio la produzione letteraria latina è stata vastissima e, nonostante i danni sofferti nel corso dei secoli, ci sono pervenute opere di circa 150 scrittori. Si suole dividere l’attività letteraria latina. in epoche, che si sono sviluppate parallelamente alla vita politica e all’ambiente socio-culturale romano.
Il primo periodo è detto delle origini e giunge fino all’affermazione dell’egemonia romana sulla penisola italica. La lingua latina accoglie le influenze degli altri popoli sottomessi (Etruschi, coloni della Magna Grecia e Osci) e sviluppa generi quali l’epica, la storiografia, la farsa e l’oratoria. In tutte le produzioni già emergono il gusto della rappresentazione concreta e realistica, il profondo sentimento religioso, l’amore per la vita campestre e il rispetto verso lo Stato, inteso come possesso comune di tutti i cittadini (Res publica).
Il secondo periodo definito arcaico è caratterizzato dall’espansione romana nel bacino del Mediterraneo ed è quindi comprensibile in quest’epoca l’insorgere dell’importante influsso della letteratura greca, con lo sviluppo della tragedia e della commedia, della storiografia e della retorica.
Il terzo periodo è detto classico e va dalla morte di Silla (78 a.C.) alla morte di Augusto (14 d.C.). È chiamato anche aureo perché è la fase di massima fioritura della letteratura latina, che giunge ad una completa autonomia, sia nel contenuto che nella forma, pur tenendo sempre presenti i modelli greci. Tutti i generi sono trattati e sviluppati: la poesia (Lucrezio, Catullo, Virgilio, Orazio, Tibullo, Ovidio), l’oratoria e la retorica (Cicerone), la storiografia (Giulio Cesare, Sallustio, Livio).
Il successivo periodo imperiale (dal 14 d.C. al 476 d.C.) è contraddistinto da un indebolirsi delle idealità civili, frutto del mutato regime politico. Al centro della produzione letteraria non vi è più il cittadino romano, ma l’uomo nella sua universalità. Fioriscono la satira moralistica, il romanzo realistico, gli scritti filosofici e la storiografia. A volte il desiderio di piacere e l’adulazione del pubblico limitano il valore di alcune opere. Comunque col decadere dell’Impero s’inaridisce anche l’ispirazione poetica e letteraria.
Dal Il al V sec. d.C. si sviluppa anche la produzione cristiana che, dopo una prima opposizione agli scrittori pagani contemporanei, lentamente ne assimila forme e motivi, pur mantenendo una ispirazione autonoma. Essa ricerca il segno di Dio nel cuore dell’uomo ed è meno attenta ad un impegno relativo alla società civile.

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