LETTERATURA NEL MEDIOEVO – FRANCESCO PETRARCA

Francesco Petrarca (1304–1374)
Andrea del Castagno (1421–1457)
Particolare del Ciclo degli uomini e donne illustri
Affresco del 1450 (altezza cm 247 x 153)
Galleria degli Uffizi, Firenze

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LA LETTERATURA NEL MEDIOEVO

FRANCESCO PETRARCA 

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Francesco Petrarca (Arezzo, 20 luglio 1304 – Arquà, 19 luglio 1374) è stato uno scrittore, poeta, filosofo e filologo italiano, considerato il precursore dell’umanesimo e uno dei fondamenti della letteratura italiana, soprattutto grazie alla sua opera più celebre, il Canzoniere, patrocinato quale modello di eccellenza stilistica da Pietro Bembo nei primi del Cinquecento.

Petrarca è il tipico intellettuale di un’epoca di trapasso e di crisi, che segna la fine del Medioevo e preannuncia l’età moderna. Anche la sua vita e le sue opere riflettono questo insieme di vecchio e di nuovo, complesso e contraddittorio. Nacque ad Arezzo, nel 1304, da un notaio fiorentino, in esilio come Dante, perché apparteneva alla fazione dei Bianchi. Il padre trovò un impiego presso la corte pontificia e, quando questa si trasferì ad Avignone, egli si spostò in Francia con tutta la famiglia. Qui Francesco si dedicò agli studi e in seguito si iscrisse all’università di Montpellier e a quella di Bologna, per frequentare corsi di diritto. Ma da questi passò ben presto ai suoi interessi più veri e alla lettura dei classici latini e delle opere di Sant’Agostino. Dopo essere tornato ad Avignone nel 1326 (a causa della morte del padre), cominciò a frequentare la corte pontificia e divenne amico della potente famiglia Colonna. Al seguito del cardinale Giovanni Colonna soggiornò in vari Paesi d’Europa, alternando ai viaggi periodi di studio e di riposo. Esaminato dal dotto re di Napoli Roberto d’Angiò, nel 1341 fu incoronato poeta a Roma in Campidoglio, massimo riconoscimento dell’epoca. Visse in agiatezza, conteso dai vari Signori e coperto di fama e gloria. Abitò a Valchiusa (presso Avignone), Milano, Padova, Venezia e infine fissò la propria dimora nel piccolo centro di Arquà, vicino a Padova, dove si spense nel 1374.
L’opera di Petrarca è molto vasta e comprende scritti in volgare fiorentino e in latino. Fra le numerose opere latine, spiccano soprattutto Africa e Secretum. Il primo è un poema che trae ispirazione dall’Eneide di Virgilio e tratta dell’ultima fase della seconda guerra punica. D’argomento storico, è ben scritto ma è piuttosto povero di partecipazione sentimentale. Oltre a quest’opera che lo rese famoso, occorre citare il Secretum (Confessione). Il poeta, durante un immaginario dialogo di tre giorni tra lui e Sant’Agostino, mette a nudo la propria coscienza e parla dei difetti e delle debolezze del suo carattere. Enuncia anche i propositi di cambiamento e delinea la vita religiosa, senza compromessi, che potrebbe dargli la pace. Tuttavia infine rimane combattuto tra la condizione presente e l’ipotesi descritta di una vita migliore.
Tra le opere in volgare, ha un ruolo centrale il Canzoniere. Il titolo fu dato dai posteri, mentre quello originario era in latino. È composto da 366 componimenti; sono soprattutto sonetti e canzoni dedicati alla donna amata, Laura. Petrarca si innamorò della giovane quando la conobbe nel 1327 nella chiesa di Santa Chiara ad Avignone, ma non fu mai contraccambiato. Tuttavia la donna, un po’ come Beatrice per Dante, rimase al centro dell’ispirazione

Francesco Petrarca intento a scrivere, da una miniatura del XV secolo.
L’intera opera dell’aretino è contrassegnata dall’individualismo, dal dubbio e dal dissidio interiore.

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