LETTERATURA NEL MEDIOEVO – GIOVANNI BOCCACCIO

Giovanni Boccaccio in un dipinto di Andrea del Castagno

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LA LETTERATURA NEL MEDIOEVO

GIOVANNI BOCCACCIO

Boccaccio porta a compimento quel processo di rinnovamento culturale che aveva preso avvio col sorgere della civiltà comunale e può essere giustamente considerato come il fondatore del realismo nella narrativa non solo italiana ma europea.
Poco si è accertato sulla sua infanzia e il luogo di nascita non è del tutto sicuro: Certaldo oppure Firenze, nell’anno 1313. Suo padre era un agiato mercante certaldese e agente della Compagnia mercantile dei Bardi. Trascorsa la fanciullezza a Firenze, a dodici anni fu mandato a Napoli presso la filiale dei Bardi affinché facesse pratica commerciale. Ma il ragazzo si mostrò poco incline alla mercatura e a questa preferì gli studi letterari. Entrò in contatto con la corte del re Roberto d’Angiò, amante della cultura e delle belle lettere; ciò gli permise di avere autorevoli maestri e di studiare i classici latini e la letteratura italiana e francese. Richiamato a Firenze dal padre dopo il fallimento della Compagnia dei Bardi, ebbe varie difficoltà economiche, ma non rinuncio mai ai suoi interessi letterari. Nel 1350 conobbe Petrarca, con cui allacciò una duratura amicizia. ln seguito ebbe incarichi diplomatici in Italia e all’estero da parte del Comune di Firenze. Dopo due vani tentativi di trasferirsi a Napoli, angustiato dai problemi economici, si ritirò nella casa paterna di Certaldo. Dedicò le sue ultime energie al commento della Divina Commedia, nei limiti consentitigli dalla salute malferma.
Si spense a Certaldo nel 1375.
Le prime opere di Boccaccio risalgono al periodo giovanile trascorso a Napoli: Filòcolo (“la fatica d’amore”), Filòstrato (“il vinto dall’amore”) e Teseida (“il poema di Teseo”) sono in volgare e trattano storie d’amore e d’avventura, ispirate agli autori latini e ai racconti francesi dei cantastorie. Agli anni 1341-48 appartengono gli altri componimenti minori (Ninfale fiesolano ed Elegìa in onore di madonna Fiammetta), redatti dopo il suo ritorno a Firenze.
Il capolavoro, per cui Boccaccio è universalmente noto, è il Decameron, scritto tra il 1349 e il 1353, a seguito del luttuoso evento che scosse Firenze nel 1348: la peste.
Attraverso quest’opera, Boccaccio dipinge un ritratto fedele ed efficace della civiltà borghese e della società comunale nel suo pieno sviluppo, già alle soglie della decadenza. Le ombre, le luci e ì colori delle sue descrizioni fanno del libro un’opera unica, che subito fu ammirata e imitata in Italia e in Europa, esercitando una notevole influenza sui novellieri posteriori. .

 

Vero elemento coordinatore del Decamerone è la scrupolosa e spregiudicata rappresentazione di vicende e personaggi.

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