RITRATTO DI GIOVANE VENEZIANA – Albrecht Dürer

RITRATTO DI GIOVANE VENEZIANA (1505)
Albrecht Dürer (1471–1528)
Olio su tavola cm 32,5 x 24,5
Kunsthistorisches Museum, Vienna

Il ritratto è generalmente ritenuto il primo quadro eseguito da Dürer durante il suo secondo soggiorno in Italia, che durò dal 1505 ai primi mesi del 1507. Si tratta probabilmente di un dipinto non finito, come sembra provare l’esecuzione sommaria di alcuni particolari, quali il fiocco sulla spalla sinistra della veste. È un ritratto di grande intensità, in cui l’artista è riuscito a cogliere il carattere semplice e sereno della fanciulla. Questa e stata identificata ora con una giovane milanese, ora con una donna veneziana.
Quale che sia la verità, è tuttavia certo che questo intenso e delicato ritratto è pienamente inserito nel clima della ritrattistica dell’Italia settentrionale del primo Cinquecento.
L’aria che vi si respira è la stessa della Laura di Giorgione (Vienna, Kunsthistorisches Museum) o di molti ritratti milanesi di Leonardo e dei suoi seguaci lombardi.
Il dipinto reca presso il margine superiore nello sfondo scuro la data 1505 e il caratteristico monogramma del pittore, costituito dalle due iniziali del suo nome, A e D maiuscole, inserite luna dentro l’altra.

L’opera, proveniente da una collezione lituana, è pervenuta al Kunsthistorisches Museum di Vienna nel 1923. Oltre alla Dama Veneziana il Museo viennese conserva molti altri dipinti di Albrecht Dürer, fra i quali ricordiamo i più celebri: L’adorazione della Trinità (151 1), noto anche col titolo di Tutti i Santi, e la piccola Madonna della pera (1512).

 

Il secondo viaggio in Italia di Dürer

Nel l505 Albrecht Dürer tornò nuovamente in Italia, dove aveva già soggiornato negli anni giovanili, fra il 1494 e il 1495. Egli non è più ormai il giovane pittore in cerca di nuovi stimoli per la sua formazione, assetato di cultura classica. Dürer è già un artista affermato, soprattutto per merito delle sue incisioni che avevano avuto larga diffusione in tutta l’Europa.
In Italia Dürer si fermò sicuramente a Padova e a Venezia, dove fu conteso da nobili, umanisti e letterati che lo consideravano un loro pari, e dove fu ricercato ed esaltato dalla colonia di  tedeschi che risiedeva nella città lagunare.
Da Venezia Dürer scrisse al caro amico Pirckheimer a Norimberga la celebre frase con cui lamentava la scarsa considerazione che godeva la figura dell’artista in Germania, in contrasto col rispetto e la dignità che l’uomo di cultura e di arte avevano in Italia: “Quanto desidererò il sole, nel freddo: qui sono un gentiluomo, a casa sono un parassita”.

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