TESTA DI GIOVANE DONNA – Edgar Degas

TESTA DI GIOVANE DONNA (1867)
Edgar Degas (1834-1917)
Olio su tela cm 27 x 22
Museo d’Orsay, Parigi

Si tratta senz`altro di uno dei più straordinari ritratti eseguiti da Degas dopo l’apprendistato italiano e dopo la ricerca che ha condotto alla realizzazione del ritratto di tutta la famiglia Bellelli, suoi parenti fiorentini. La scelta da parte di Degas di dedicarsi al ritratto appare alquanto insolita se si pensa che durante il suo soggiorno giovanile in Italia scrive al padre della sua repulsione per questo genere di pittura, mentre al suo ritorno in patria sarà uno dei temi da lui più studiati.
Grazie all’uso di pochi toni e della spessa materia Degas in questo quadro della Gare d’Orsay riesce a modellare un ritratto di grandissima efficacia naturalistica da cui traspare la grande influenza che Manet esercita su di lui, incontrato proprio in questo periodo. Per i suoi ritratti Degas sceglie personaggi a lui contemporanei, soprattutto persone a lui vicine, ed è probabile che sperimentasse allora i meriti rispettivi del ritratto dipinto e della fotografia che praticava con passione. Il rapporto con la fotografia è evidente in opere quali Degas et Evariste de Valernes, dove l’immagine appare rovesciata, come vista attraverso uno specchio.

Il quadro, attualmente conservato al Musée d’Orsay, è stato dipinto da Degas dopo il suo apprendistato in Italia. La donna ritratta è stata identificata con Rose Adelaide Morbelli Sartre, zia dell’artista, all’epoca sessantaduenne. Il dipinto è generalmente considerato dalla critica come capolavoro dell`attività giovanile dell’artista.
Del ritratto di m.me Sartre, George Riviére apprezza in particolare la bellezza formale del disegno, a suo giudizio degno di essere paragonato a quello dei grandi maestri del passato (…c’est une merveílle dessin, il est beau comme le plus bean des Clouet, le plus grand des primitifs.)

 

La crisi del ritratto nell’Ottocento

Nell’Ottocento la scoperta della macchina fotografica assume un significato particolare, ed una evidente importanza sociale. La prima fotografia è stata realizzata in Francia nel 1826 da J.N. Niépce, ma il primo a riuscire ad ottenere delle immagini permanenti è stato L.J. Mandé Daguerre che ha scritto uno dei primi ed interessanti manuali di fotografia. L’altista che ha legato la sua attività alla ritrattistica è Nadar, colto dilettante pittore di metà Ottocento. Amico dei giovani artisti dell’avanguardia parigina, da Daumier a Manet, da lui fotografati mirabilmente, è spesso ricordato perché nel suo studio, nel 1874, ha ospitato la prima mostra degli Impressionisti.

Quindi con l’introduzione della più efficace macchina fotografica a poco a poco il ritratto perde la sua funzione primitiva. Non è più il valido mezzo di diffusione e di emulazione dell’immagine utilizzato sin dall’antichità dai più grandi pittori e scultori. È certo che gli artisti del1’Ottocento operano in sintonia con l’utilizzazione della fotografia. Per alcuni anni persiste il ritratto di tipo naturalistico dovuto alla cerchia degli Impressionisti, ma anche questo è destinato ad essere sostituito dal nuovo strumento, ed infine il tema del ritratto sarà indagato dagli artisti, quali Van Gogh, solo come mezzo introspettivo, intimo, specchio dei valori morali.

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