LA BELLA CIOCCOLATAIA – Jean-Étienne Liotard

LA BELLA CIOCCOLATAIA (1744-45)
Jean-Étienne Liotard (1702–1789)
Pastello su pergamena cm 82,5 x 52,5
Staatliche Kunstsammlungen, Dresda

La bella cioccolataia è una delle opere più conosciute di Jean-Etienne Liotard. Si pensa che sia il presunto ritratto della giovane Baldauf che sembra aver sposato il conte Dretrichstein o Lichtenstein.
Al tempo di Liotard ebbe un enorme successo benché l`artista non lo tenesse in gran conto, lo chiamava “ritratto di cameriera o camerista” e non lo nominò mai né nelle sue lettere, né nel Traité des principles et des règles de la peinture. I suoi contemporanei lo consideravano il più bel pastello che si fosse mai visto. Fu molto copiato e la pubblicità si impadronì del soggetto.
Nella collezione del museo di Ginevra è conservato un disegno proveniente dalla collezione Tilanus di Amsterdam, a penna e bistro su carta bianca, con lo stesso tema. Probabilmente fu usato dal1’artista per ricalcare i contorni della composizione su pergamena, su cui sono identificabili le tracce dello spolvero.
Lo stile di Liotard è sobrio e incisivo; l’immagine è ferma, lo spazio inesistente, poco profondo, la luce è diffusa senza chiaroscuri, se non a volte sotto forma di un riflesso profilato. Le figure di Liotard si impongono grazie alla fermezza delle forme ed alla pulizia dei colori. Il suo penetrante realismo è sempre guidato da un garbo discreto, mai niente di equivoco e banale; a volte, a furia di attenersi drasticamente al reale, può apparire quasi spietato.
I pastelli di Liotard non mirano né all’esecuzione brillante, né al colore trattenuto, né alla varietà delle pose e delle ambientazioni che sono tipici dei francesi. Lo stile misurato ed esatto di Liotard si avvicina, anche se non si può parlare di scambi diretti, a quello di artisti come Duplessis e Lépicié in Francia; Knapton, Ramsay e Zoffany in Inghilterra. Come lo stesso artista scriverà, per lui è essenziale la precisione del disegno, la grazia, il finito ed il levigato; si scaglia con straordinaria violenza contro il tratteggio e quelli che chiama i tocchi. Nel suo trattato dice che “la prima fra le qualità del pittore è di mettere grazia in tutto quello che fa.”

Eseguito a Vienna verso la fine del 1744 o l’inizio del 1745, fu venduto da Liotard al conte Algarotti a Venezia il 3 febbraio 1745, per la collezione del re di Polonia al costo di 120 zecchini. Nel suo diario l’Algarotti notava in data 3 febbraio 1745: “p. al Signor Liotard per un quadro a pastello di stoubmench 120 zecchini = L. 2640”. Oltre ad una dozzina di incisioni, de La bella cioccolataia esiste una versione modellata in porcellana di Sassonia. Il quadro figura nel catalogo della Galleria di Dresda dal 1765.

 

Liotard e il principe di Moldavia

Secondo la biografia di Liotard, scritta da J.-E. Liotard jr, trovandosi a Costantinopoli dal 1738 al 1742, “…fece un gran numero di disegni dal vero di uomini turchi e donne greche. Il principe di Moldavia, avendo sentito parlare di lui a Costantinopoli dove si trovava, prima si fece dipingere lì, poi lo chiamò alla sua corte a
Iasi, e gli fece fare il suo ritratto e quello della figlia, della moglie e del patriarca di Gerusalemme. Era arrivato il 15 ottobre 1742, ci restò dieci mesi e mezzo durante i quali eseguì per il principe i disegni di tutti i Voda che
avevano regnato in precedenza in Valacchia. Questo si chiamava Costantino Maurocordato, principe buono e dolce e che amava le scienze. Liotard, avendo notato che i grandi del paese portavano tutti la barba, stanco di radersi provò a lasciarsela crescere. Essendo stato invitato alle nozze di uno dei signori, quando questi se ne accorsero si congratularono tutti del fatto, facendogli grande accoglienza, tanto che Liotard decise allora di tenerla.”

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