IL GIOVANE DISEGNATORE – Jean-Baptiste Siméon Chardin

IL GIOVANE DISEGNATORE (1737 circa)
Jean-Baptiste Siméon Chardin (1699-1779)
Olio su tela cm 80 x 65
Museo del Louvre, Parigi

In primo piano, colto di profilo, è un fanciullo seduto a un semplice e massiccio tavolo, forse intento a riporre il suo pennello e il foglio su cui è schizzata la testa di un vecchio entro il grande raccoglitore, forse a meditare sulla qualità formale del disegno appena tracciato. Le ombre che si proiettano lungo le pareti vivacizzano lo spoglio ambiente che accoglie il giovane artista. L’elegante abbigliamento, corredato dal largo cappello nero e l’acconciatura alla moda sono elementi che lasciano intuire che si tratta di un giovane appartenente ad un ceto sociale privilegiato. La spontaneità della posa e l’equilibrata composizione sono elementi determinanti per trasformare un piccolo fatto quotidiano in un evento di straordinario interesse.
Presentato al Salon del 1738 insieme a La giovane tappezziera (opera oggi perduta), il quadro venne accolto dal pubblico senza eccessivo entusiasmo, insensibile alla ‘grande qualità pittorica, oggi unanimemente riconosciuta dalla critica. Il tema del giovane disegnatore è ricorrente nell’opera di Chardin, tanto che intorno agli anni Trenta l’artista si cimentò a più riprese a ritrarlo: oltre questa del Louvre, che è la più famosa, esiste una replica autografa nei Musei di Stato di Berlino, datata anch’essa 1737, ma certamente eseguita in un periodo immediatamente successivo.
Acquistata da Federico Rodolfo di Rothenbourg per l’imperatore Federico il Grande, l’opera è menzionata nel 1779 nel Palazzo Imperiale.

La tela, firmata e datata, nel 1740 venne acquistata dal musicista e amatore d’arte Francesco Geminiani che risiedeva a Londra. Dopo vari passaggi in collezioni private inglesi, fra le quali cito solo quelle di Harenc e Fauquire, nel 1832 venne acquistata da Augusto Casimir-Perier, allora segretario al1’ambasciata francese a Londra. Grazie a lui il quadro fece ritorno in Francia; i suoi eredi nel 196410 hanno donato al Louvre, dove si trova ancora oggi. Oltre la già citata replica dei Musei di Stato di Berlino, segnaliamo varie copie non autografe fra le quali spiccano quella a pastello attribuita a Reynolds e l’incisione di John Faber Junior.

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