Autoritratto di Benozzo Gozzoli (1420–1497)
Cappella dei Magi, Palazzo Medici-Riccardi, Firenze
BENOZZO GOZZOLI
Benozzo Gozzoli, noto anche come Benozzo di Lese di Sandro (Scandicci, 1420 – Pistoia, 4 ottobre 1497), è stato un pittore rinascimentale italiano di Firenze. Allievo del Beato Angelico, Gozzoli è meglio conosciuto per una serie di murali nella Cappella dei Magi di Palazzo Medici-Riccardi, raffiguranti processioni festive e vivaci con grande attenzione ai dettagli e una marcata influenza gotica internazionale. Il ciclo di affreschi della cappella rivela un nuovo interesse rinascimentale per la natura con la sua rappresentazione realistica di paesaggi e vividi ritratti umani. Gozzoli è considerato uno dei pittori di affreschi più prolifici della sua generazione. Pur essendo attivo principalmente in Toscana, lavorò anche in Umbria e a Roma.
Corteo dei Re Magi (1459-1462)
Benozzo Gozzoli (1420–1497)
Cappella dei Magi, Palazzo Medici-Riccardi, Firenze
Benozzo Gozzoli entra nel 1444 nella bottega del Ghiberti, e lavora per un triennio alla seconda porta del Battistero; nel 1447 va con Beato Angelico ad Orvieto, e dal pio monaco eredita più le grazie terrene che gli accesi spiriti della fede. Con lui lavora anche a Roma fino a mezzo il 1449, e tra il 1450 ed il ’52, invitato a Montefalco nell’Umhria, dipinge dodici affreschi con la vita del Poverello nella chiesa del santo. Gli esempi d’Assisi sono una semplice traccia del ciclo, che Fra Giovanni e la sua scuola forniscono gli elementi delle composizioni e qualche spunto ben visibile. Le figure ancora secche e goffe non liberano i movimenti dal monotono impaccio delle vesti; i corpi hanno un’incerta struttura; le teste con gli occhi imbambolati mostrano talora forte o affettuosa compunzione, ed i ridenti paesi si spiegano fra monti e valli. A Viterbo, Benozzo esegue le nove storie di Santa Rosa nella chiesina omonima, distrutte nel Seicento, e non migliora lo stile né in una Madonna e quattro santi (1456) della Pinacoteca di Perugia né in altre pitture religiose. Imprevedibile è il progresso fatto nella decorazione della cappella di Palazzo Riccardi in Firenze (1459). Intorno alla pregevole Natività di Filippo Lippi – oggi nel Museo di Berlino -, lussureggiava su tre pareti la fantasia dell’apparatore. Il corteo dei Re Magi (Cosimo, Piero e Lorenzo de’ Medici) a cavallo, con abiti di broccato, scintillanti d’oro e di gemme, comprende, fra i ritratti dei fiorentini contemporanei, il patriarca di Costantinopoli e l’imperatore Giovanni Paleologo. Quella folla parlante, in cui non si desiderano i paggi, percorre, le difficili strade che girano intorno alle rocce, mentre la campagna toscana si apre luminosa e quasi abbigliata negli sfondi degli Angeli in adorazione. Il colorito vistoso ed il materiale commento della suntuosità medicea si attenuano e si svisano nella Vita di Sant’Agostino a San Gimignano; qui Benozzo continua a tramandare, con il segno aspro del fisonomista e con il sussiego del cerimoniere, l’aspetto de’ suoi compatriotti, ma negli sfondi si rinnovano lee, architetture. La grandiosità dei soggetti non conosce ritegno sulle vaste pareti del Camposanto di Pisa; la Torre di Babele accozza anacronismi, e la perduta Visita della regina Saba doveva esporsi allo stesso pericolo.
Trionfo di san Tommaso d’Aquino, particolare (1470-1475)
Benozzo Gozzoli (1420–1497)
Parigi, Museo del Louvre
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