Paolo Doni detto PAOLO UCCELLO

Paolo Uccello, Battaglia di San Romano, Londra, National Gallery

Paolo Doni detto l’UCCELLO

Paolo Doni, detto Paolo Uccello (Pratovecchio, 15 giugno 1397 – Firenze, 10 dicembre 1475), è stato un pittore e mosaicista italiano. Uccello è considerato il padre della pittura prospettica in Italia ed era un contemporaneo sperimentale e alquanto eccentrico. In opere come La battaglia di San Romano (1440 circa), il suo uso della prospettiva e del punto di fuga crea nuovi modi di rappresentazione spaziale.

Paolo Doni detto l’Uccello coadiuva il Ghiberti nell’eseguire la seconda porta del Battistero; a Venezia (1425-32), restaura mosaici, e a Padova dipinge in terretta verde gli scomparsi giganti di casa Vitaliani, che indicano, con il solo ricordo, l’aspirazione al grandioso, coltivata (le poche opere rimaste ce lo confermano) dalle insistenti ricerche di spazio e di volume. I contorni secchi e gli scorci audaci appiattiscono le figure come: in un lavoro di commesso; le fabbriche si complicano nelle prospettive; i paesaggi si fanno più profondi con i duri diagrammi scientifici; i colori sono distesi, nitidi, e in faccia alla natura l’artista proclama la sua assoluta indipendenza. Paolo è il primo pittore di combattimenti –  dacché non si possono stimare saggi di tal genere i miseri affreschi di Spinello Aretino in Siena -, e della Battaglia di San Romano (1432) si conservano tre tavole negli  Uffizi, nel Louvre e nella Galleria Nazionale di Londra (a lungo creduta la Battaglia
di Sant’Egidio).

BATTAGLIA DI SAN ROMANO (1456)
Paolo Uccello (1397-1475)
Tecnica mista su tavola cm 316 x 180
Museo del Louvre, Parigi

I pesanti cavalli s’impennano o scalciano, e le lance si incrociano o si drizzano nel tumulto; i contrasti prospettici aumentano con gli animali caduti, che ingombrano la linea di terra; gli ornamenti di stucco luccicano, come le terse corazze tra gli elmi piumati ed i pennoni, e larghe zone d’ombra e di luce animano gli scontri. Nel monumento pittorico di Giovanni Acuto (Hawkwood), “cautissimus et rei militaris peritissimus” (Firenze, Santa Maria del Fiore, il solido cavallo, per il quale si dimentica il vero e la norma classica della statua equestre di Marco Aurelio, alza simultaneamente la zampa anteriore e la posteriore dalla stessa parte, ed il capitano mostra l’incisività d’un rilievo di bronzo. Il refettorio di Santa Maria Novella in Firenze conserva vestigia del tragico Diluvio e del Sacrificio di Noè, eroico risultato della tendenza prospettica, cui si subordinano i volumi coloristici.

MONUMENTO EQUESTRE A GIOVANNI ACUTO (1436)
Paolo Uccello (1397-1475)
Galleria dell’Accademia, Firenze
Affresco trasferito su tela cm 820 x 515

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