AMINTA – Torquato Tasso

AMINTA

Torquato tasso

PERSONAGGI

Amore, in abito pastorale
Dafne, compagna di Silvia
Silvia, amata da Aminta
Aminta, innamorato di Silvia
Tirsi, compagno d’Aminta
Satiro, innamorato di Silvia
Nerina, messaggera
Ergasto, nunzio
Elpino, pastore
Coro di pastori

Favola boschereccia in versi sciolti in cinque atti di Torquato Tasso. Composta nei primi mesi del 1573, venne probabilmente rappresentata nell’isoletta del Belvedere sul Po, presso Ferrara, residenza estiva degli Estensi, il 31 luglio 1573 e pubblicata a Venezia nel 1581.

Un dolce dramma pastorale, l’Aminta, è il più bello della nostra letteratura. Narra l’amore del pastore Aminta per la ninfa Silvia, che non ricambia perché devota della dea Diana. Credendo che la sua amata sia stata uccisa da un lupo, Aminta tenta il suicidio gettandosi da una roccia. Silvia, pentita, cerca Aminta, che crede morto, e scopre che è stato salvato. Il gioco si conclude con i due amanti l’uno nelle braccia dell’altro. L’opera si svolge nell’ambiente idilliaco tipico del genere pastorale, con una marcata influenza di autori greci come Teocrito, ai latini come Virgilio e italiani come Jacopo Sannazaro, Angelo Poliziano o Ludovico Ariosto. L’opera ha un classico tema pastorale ed è ambientata al tempo di Alessandro Magno. I personaggi sono pastori e ninfe e sono probabilmente ispirati a persone reali (per esempio Aminta – il poeta stesso; Silvia – Leonora d’Este; Dafne – Lucrezia d’Este; Ergasto – Battista Guarini; Elpino – Giovan Battista Pigna; Satiro – Sperone Speroni).
Fu la base per diversi libretti d’opera, tra cui il libretto Metastasio su cui Mozart trasse il suo Il re pastore. Anche il balletto Sylvia con musiche di Léo Delibes ha come trama la storia di Aminta.

PROLOGO

Il prologo è pronunciato da Amore, travestito da pastore, che si è nascosto alla madre Venere, la quale, nella sua ambizione, vuole che Amore si associ e operi esclusivamente nella cerchia degli dei. L’attuale sfida di Cupido è la ninfa dal cuore freddo per far innamorare Silvia. A questo scopo Cupido spara al pastorello Aminta con le sue frecce d’amore. Se Aminta riesce ad ammorbidire Silvia, la ferita d’amore che Cupido infligge a Silvia con le sue frecce diventerà ancora più profonda e dolorosa. Questo è un altro motivo per cui Amore si è travestito da pastore: da pastore, può scoccare inosservato le sue invisibili frecce d’amore. L’amore dovrebbe instillare nobiltà nelle anime goffe dei pastori, e così la poesia pastorale deve essere elevata al rango di alta cultura.

ATTO I

Dafne, amica e consigliera di Silvia, tenta in vano di persuaderla a corrispondere all’amore dell’infelice Aminta. Aminta rivela a Tirsi d’essersi innamorato di Silvia fin dalla piú tenera infanzia e di essere riuscito a strapparle un bacio fingendosi punto da un’ape, inganno rivelatosi inutile, perché Silvia tuttora lo respinge.

ATTO II

Il Satiro, adirato dal disprezzo di Silvia, intende prenderla con la forza presso la fonte ove la giovane è solita rinfrescarsi. Nello stesso luogo Dafne e Tirsi indirizzano il titubante Aminta affinché, approfittando dell`occasione, osi prendersi quanto la timidezza finora gli ha negato.

ATTO III

Silvia è sfuggita all’agguato tesole dal Satiro grazie all’aiuto di Aminta, ripagato freddamente dalla ninfa. Nerina, una compagna di Silvia, racconta che, durante una battuta di caccia, Silvia s’è inoltrata nella selva all’inseguimento di un lupo. Nerina, seguitene le tracce, ha trovato insanguinato e appeso a un ramo il velo di Silvia e, poco lontano, un branco di lupi intenti a divorare gli ultimi resti di un corpo, che Nerina crede essere quello di Silvia. Aminta sviene; ripresosi, chiede a Nerina il velo dell’amata come ricordo. Non potendolo avere, fugge disperato, richiamato invano da Dafne.

ATTO IV

Silvia è in realtà sfuggita al lupo, districandosi dal velo. Dafne dà per scontata la morte di Aminta, al che la ninfa finalmente si commuove. Secondo Ergasto, testimone oculare, Aminta s’è suicidato gettandosi in un dirupo. Silvia, disperata, vuole occuparsi delle esequie di Aminta e darsi poi la morte.

ATTO V

La caduta di Aminta in un dirupo è stata frenata da un provvidenziale fascio d’arbusti. Elpino e i suoi compagni lo soccorrono, lasciandolo poi alle amorevoli cure di Silvia, ormai arresasi alla passione.

VEDI ANCHE . . .

L’EPOCA DELLA CONTRORIFORMA – TORQUATO TASSO

TORQUATO TASSO – Vita e opere

TORQUATO TASSO – Vita senza impegno etico

GERUSALEMME LIBERATA – Torquato Tasso

AMINTA – Torquato Tasso

.