CAMERA DA LETTO – Vincent Van Gogh

CAMERA DA LETTO (1888)
Vincent Van Gogh (1853 – 1890)
Rijksmuseum Vincent Van Gogh
Tela cm. 72 x 90

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Vincent Van Gogh dipinse questa prima versione del ritratto della sua camera nell’ottobre del 1888, cioè poco prima dell’arrivo di Paul Gauguin ad Arles.
All’Art Institute di Chicago è una versione eseguita dallo stesso artista nel settembre del 1889 per premunirsi dell’eventualità che l’originale si rovinasse durante l’operazione di intelaiatura.
Al museo d’Orsay di Parigi è un’ulteriore replica autografa, ma di dimensioni minori, che l’artista realizzò per la madre e per la sorella, cui, secondo una precisa intenzione, avrebbe voluto inviare le copie dei migliori lavori.
In questo dipinto, Van Gogh, con occhio attento, penetra all’interno di una stanza da letto, cogliendone ogni particolare dell’essenziale arredamento; nella piccola stanza tutto è in ordine (non come nella mia…), il letto è ben rifatto, le pareti rallegrate da piccoli quadretti.
Si tratta della stanza da letto della “casa gialla” di Arles, affittata da Van Gogh nel settembre 1888; l’artista si dedicò con grande entusiasmo al suo arredamento per accogliere l’amico Gauguin. L’arredamento dell’ambiente qui ritratto, che doveva essere quello nel quale l’artista si rifugiava a lavorare, era assai semplice; la scelta del letto matrimoniale non era casuale ma destinato ad ospitare la donna della sua vita.
Nell’intento dell’artista era quello di includere in questo dipinto anche il ritratto della sua compagna ideale. Per Van Gogh la realtà è rappresentata così come viene percepita, costruita grazie all’accostamento dei colori complementari (rosso/verde, giallo/viola, blu/arancio) stesi uniformemente, con un impasto denso, con una pennellata frammentata a tratti o punti.
Il misurato uso del bianco e del nero crea un grande equilibrio cromatico. Il quadro aveva per il suo autore una tale pregnanza da essere concepito insieme a una apposita cornice che ne esaltasse le qualità.
Rispetto alle altre versioni di Chicago e dell’Orsay, questa di Amsterdam si presenta più spontanea ed intensa per quanto scaturita solo dopo una serie di progetti di cui resta testimonianza nelle lettere al fratello e a Gauguin.
Nello schizzo inviato all’amico, anche questo conservato nello stesso museo di Amsterdam, il quadro posto sulla parete sopra il letto non raffigura un paesaggio con albero, come invece nella versione dipinta, ma una testa di donna, residua allusione al desiderio di una presenza femminile; inoltre sono altre variazioni formali, come il disegno geometrico delle piastrelle, che nel dipinto viene risolto con maggiore sintesi e uniformità cromatica, e l’arredamento delle sedie verso la parete di fondo con conseguente diminuzione della tensione.

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Autoritratto – Vincent Van Gogh
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