DIO MIO NO – Lucio Battisti (Testo, commento e video)

 
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DIO MIO NO

Testo di Mogol
Canta Lucio Battisti
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Io sto già tremando d’amore 
lei viene qui questa sera 
è solo una questione di ore 

spero di non morire
vedendola entrare
potremo restare soli.
Ho messo il vino nel frigo
cuoce sul fuoco il sugo
il macellaio dovrebbe arrivare
dovrebbe portare bistecche e caviale
ma un dubbio mi assale
lei verrà o non verrà
lei verrà o non verrà
non verrà non verrà non verrà non verrà
non verrà non verrà non verrà non verrà.
Dio mio no Dio mio no
dimmi solo che verrà
Dio mio no
dimmi solo che verrà Dio mio no.
Le voglio sfiorare i capelli
col respiro del mio cuore
le voglio accarezzare le mani
con sguardi leggeri
con frasi d’amore…
d’amore…
d’amore…
d’amore…
d’amore…
Il campanello grida ti amo
apro e stringo già la sua mano
poi la guardo mentre cammina
mentre siede vicina
intanto che mangia di gusto
la carne il caviale ed il resto.
Dopo avere mangiato la frutta
si alza e chiede dove c’è il letto
poi scompare dietro la porta
la sento mi chiama
la vedo in pigiama
e lei si avvicina e lei si avvicina
vicina vicina vicina vicina…
Dio mio no Dio mio no
Dio mio no Dio mio no
cosa fai che cosa fai,
Dio mio no Dio mio no
cosa fai che cosa fai!
cosa fai che cosa fai!
cosa fai che cosa fai!
Dio mio no!
Dio mio no!
no no no no….!
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Fonte video: YouTube – MrAnimaLatina

 

In questa canzone il protagonista invita a cena una ragazza: già durante i preparativi e mentre cucina lui sta “tremando d’amore”, tanto che è assalito dal dubbio (“lei verrà o non verrà?”).
Quando finalmente arriva, la guarda mentre “mangia di gusto la carne il caviale ed il resto”; finita la cena lei si alza, va in camera da letto e ne esce in pigiama. Le urla a bene testo fanno pensare che i due consumino un rapporto sessuale.
Secondo la spiegazione di Mogol, il protagonista è lo stereotipo dell’uomo “macho”, che rimane sconvolto e spaesato dal fatto che non sia lui a prendere l’iniziativa e ad “agguantare” lei, ma viceversa:
**Il protagonista è un uomo ad alto contenuto di testosterone, o almeno così pensa lui, ei miei versi lo dipingono come un “cacciatore di femmina” in attesa della sua preda. La tana è perfetta, il nostro macho ha pensato proprio a tutto […]. Solo un dubbio lo assale […]: la paura che per qualche motivo la donna non si presenti più, che possa sfuggire al suo sacrificio predestinato. Ma lei non solo arriva ma sconvolge anche tutta la storia; prende in mano la situazione, con calma e sicurezza mangia, poi chiede dov’è il letto, si spoglia e si mette in pigiama. A questo punto il nostro maschio pappagallo panica in quanto preso in contropiede e, defraudato delle mostrine di Casanova grida: “Dio mio no”. È una specie di caricatura del dominio femminile sull’uomo e già ipotizzavo un cambio di sudditanza tra i due sessi.**
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