EMILIO – Jean Jacques Rousseau

EMILIO

Jean Jacques Rousseau
Il Concetto pedagogico

Introduzione

L'”Emilio”, insieme al “Contratto sociale” l’opera più famosa e più diffusa di Jean-Jacques Rousseau, fu pubblicato nel 1762. Trascorsi oltre due secoli, nulla di Rousseau è andato perduto. I temi fondamentali della sua ricerca sono ancora attualissimi; anzi, hanno conosciuto una vitalità straordinaria anche nei nostri anni, quando si è avvertita universalmente la necessità e l’urgenza di difendere la naturalità dell’uomo dalle sovrastrutture che minacciano di soffocarla.


Frontespizio di Rousseau Émile da De Launay per l’edizione 1782. La didascalia originale recita: “L’éducation de l’homme comincia a sa naissance” (“L’educazione di un uomo inizia alla nascita”).

Recensione

Jean Jacques Rousseau (1712-1778), ginevrino, è il massimo ideologo settecentesco della democrazia radicale, in contrapposizione tanto con l’assolutismo hobbesiano (dal quale derivano non pochi motivi e con il quale mostra non poche affinità), quanto con il garantismo liberale. Figlio di modesto artigiano (suo padre era orologiaio) elevatosi al rango di uno dei massimi pensatori del suo secolo, Rousseau ebbe vita avventurosissima, la vita di uno spirito geniale ed estremamente irrequieto, immorale e dotato di un’acutissima sensibilità morale (donde un continuo squilibrio nella sua personalità).
Il pensiero pedagogico di Rousseau si sviluppò e si svolse nell’ambito dell’Illuminismo e, per certi aspetti, in polemica con esso.
Alla fede assoluta nella ragione il Rousseau oppone il mondo della spontaneità e del sentimento…, allo stato sociale, lo stato di natura, fondamentalmente buono e non ancora alterato e corrotto da schemi artificiosi e guasti.
Così, “educare” significa per Rousseau soprattutto preoccuparsi di non deformare e opprimere con le convenzioni e i formalismi la spontaneità naturale del bambino…., significa aiutare questo a realizzare la propria naturale umanità. Di qui il principio dell’educazione negativa…, il maestro, come rappresentante di un sapere codificato nei libri, da impartirsi dall’esterno, deve scomparire, per lasciare il posto al compagno del fanciullo nella sua ricerca costante e attiva, a contato con la natura, di un nuovo sapere, più vivo e autentico, perché nasce dall’esperienza e dall’interesse.
Questa è la grande lezione che la pedagogia moderna ha accolto da Rousseau… far sì che il bambino sia attivo di fronte alle cose che apprende, che il suo sapere nasca da un’esperienza di vita e non da uno studio mnemonico e disinteressato. Nello stesso tempo la pedagogia moderna deve a Rousseau la prima considerazione dell’infanzia come fase di vita a sé stante, con le sue leggi e i suoi caratteri, avente cioè un suo valore autonomo…, con Rousseau, per la prima volta nella storia dell’educazione, il bambino è bambino e non “adulto in miniatura” o “uomo in potenza”.
Tuttavia, se il suo famoso “Emilio” è opera ricca di felici intuizioni pedagogiche, che, come ho detto, hanno esercitato una grande influenza nella storia dell’educazione, non è difficile rilevarne o limiti alla luce della problematica educativa più recente. Soprattutto in due direzioni possiamo considerare superata la posizione di Rousseau…, innanzi tutto, dal punto di vista psicologico, per quel che riguarda le varie tappe dello sviluppo del bambino, che egli tende a separare astrattamente e rigidamente l’una dall’altra (per cui, ad esempio, il bambino prima dei dodici anni sarebbe esclusivamente “senso”, e sarebbe incapace di moralità fino ai quindici anni), mentre la psicologia moderna concepisce il fanciullo come un tutto in ogni fase del suo processo evolutivo…, in secondo luogo, per la sua illimitata fiducia nella “buona natura”, Rousseau tende a svalutare l’apporto dell’ambiente sociale in educazione. Così Emilio, il protagonista dell’opera omonima, viene allevato in un mondo astratto, dove l’assoluto isolamento, se lo salvaguarda dai pericoli di contatti diseducativi, lo priva anche della ricchezza dei motivi educativi provenienti dal rapporto con gli altri uomini.
Per questa ragione la pedagogia moderna, accogliendo da Rousseau l’istanza dell’autonomia del bambino e dell’attivismo pedagogico, cerca di integrare questi motivi costituendo la scuola come ambiente sociale, in cui tutte le complesse strutture etico-culturali della società intervengano a costituire la personalità individuale.


Jean-Jacques Rousseau ritratto da Maurice Quentin de La Tour intorno al 1750-1753.
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