MADONNA IN TRONO – Masaccio

MADONNA IN TRONO (1426)
MASACCIO (1401 – 1428)
Pittore italiano
NATIONAL GALLERY di LONDRA
Tempera su tavola cm. 135 x 73

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Il Polittico di Pisa, di cui la Madonna in trono costituiva lo scomparto centrale, rappresenta senz’altro l’opera del corpus masaccesco più studiata dalla critica moderna, per i problemi di ricostruzione che esso presenta.
Ad arco acuto e a sfondo dorato la tavola è completamente occupata dal trono rappresentato in tutta la sua grandezza e nella forma tipicamente rinascimentale: sopra un gradino decorato a incisione e presentato in prospettiva dal sotto in su il trono mostra un taglio semplice e dritto e ornato da colonnine su due ordini.
Avvolta nel manto di un blu intenso la Vergine sorregge il Bambino che in un atteggiamento assai naturale infila le dita di una mano in bocca mentre con l’altra stringe il simbolico uccellino.
Lo sguardo di Maria si perde alla sua sinistra fuori dal campo pittorico forse riferendosi al Santo dello scomparto laterale.
Di notevole interesse risulta la grande aureola che contiene un’iscrizione.
Ai piedi del trono due angeli musicanti siedono sulla pedana rialzata cosicché il loro piano di appoggio non si vede, ma solo si immagina.
Ai lati, entro uno spazio forzato, altri due angeli a mani giunte guardano verso il centro della composizione. Il momento artistico in cui si colloca il dipinto di Masaccio corrisponde agli ultimi anni della sua intensa ma purtroppo fulminea attività artistica, dovuta come è noto ad una morte precoce che lo colse a soli ventisette anni.
Sebbene legato, forse a causa della volontà del committente, a schemi ancora chiaramente tardo trecenteschi come denota soprattutto il fondo oro e la struttura a polittico, il pittore non rinuncia alle innovazioni prospettiche di cui è uno dei massimi promotori.
Oltre l’impianto prospettico, di grande innovazione sono la forte incidenza del raggio proveniente dalla sinistra del dipinto che colpisce sia le figure che il trono e la rappresentazione compositiva scarna e geometrica. Del polittico, commissionato dal notaio pisano Giuliano di Cosimo degli Scarsi da San Giusto per la sua cappella nella chiesa del Carmine di Pisa, è stato individuato il documento relativo al pagamento dell’opera avvenuto nel dicembre del 1426.
Si deve probabilmente alla fine del XVI secolo la rimozione e il conseguente smembramento del grande complesso pittorico.
Il pannello centrale con la Madonna in trono ha fatto parte della Collezione Woodburn ed è passato poi al reverendo Sutton di Brant Broughton come opera di Gentile da Fabriano.
Nel 19161a tavola fu acquisita dalla National Gallery con la definitiva attribuzione a Masaccio.

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LA RICOSTRUZIONE DEL POLITTICO
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Si deve al Vasari la prima sommaria conoscenza del polittico nella sua integrità.
Lo scrittore aretino infatti nel corso del Cinquecento aveva visto l’opera ancora nella sua completezza e aveva potuto descriverne il contenuto.
Innanzitutto dal Vasari apprendiamo che il polittico si trovava, nella cappella pisana, sopra un altare con paliotto decorato dal fiorentino Cola d’Antonio e la cortina dipinta da un Mariano di Piero della Valenza.
A doppio ordine e corredato di cuspidi il polittico presentava ai lati quattro Santi da identificarsi con San Pietro, il Battista, San Giuliano e San Niccolò, oggi del tutto perduri.
Al centro della parte superiore era la Crocifissione, oggi al Museo Capodimonte di Napoli…, ai lati quattro Santi a mezzobusto e, infine, due pinnacoli con figure di altrettanti Santi..

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