QUESTO INFERNO ROSA – Lucio Battisti

QUESTO INFERNO ROSA

Testo di Mogol
Musica di Lucio Battisti

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Non ferirmi no, non farlo mai più.
I baci tranquillizzanti mi buttano giù.
Tu vuoi mostrare a tutti l’amore che c’è fra noi,
una medaglia al valore che da sola ti dai.

Adesso che hai una casa un uomo e una reputazione,
padrona, padrona anche del tuo padrone.
vorresti che ti seguissi nel goder con distinzione
di tutti i frutti della vita quasi quasi compresi quelli colti da altre dita
No non sei più tu
E la memoria impertinente mi riporta là
a una ragazza fra la gente smagliante di libertà.
Le parolacce le risate le corse e poi tu mia
se fossi un altro uomo direi: poesia.
E quando con un salto tu sei piombata tra le braccia mie
ti sei spogliata senza trovare né scuse né bugie
e quando per scherzare dissi “Quanto vuoi?”
Tu rispondesti seria “L’amor che puoi!”.
La disinvoltura che adesso tu hai
ha come radici gli spiccioli miei.
Le mura di un castello hai alzato intorno a noi
e olio bollente sugli altri getti ormai
scegliendo i nostri amici un computer diventi per l’occasione
e chi hai scartato per te è un barbone
mi offri la fedeltà su un piatto decorato da mille attenzioni
come dire “hai comprato e ora godi le tue prigioni”
Vola la mia mente a qualche anno fa
a una esplosione dirompente di vitalità
a quando per punir quel moralista dell’ultimo piano
tu improvvisamente gli mostrasti il seno!
E quando ancor piangendo per l’emozione tu
cantando Fratelli d’Italia gridasti “io non ti lascio più!”
e la violenza con la quale mi abbracciasti un giorno,
un giorno quando non conoscevo questo rosa inferno………..

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Fonte video: YouTube – Sonny Bueno

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Questo inferno rosa” è una dichiarazione di consapevolezza, di ammissione dei propri errori, anche di guerra volendo. È un pezzo che bisogna conoscere perché racconta quello che una persona di successo rischia di vivere a livello sentimentale.
L’arrangiamento di Battisti è semplice e meraviglioso, il batterista non usa mai il rullante, suona quasi sempre solo i tom (tamburi), questo crea la tensione giusta per questo sfogo come se avessero voluto far partire la ritmica solo quando il testo era giunto ad una conclusione come per dire “ok, adesso tocca a te”. L’assolo di chitarra è come un lamata al petto. Bellissima.
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LUCIO BATTISTI – Vita e musica

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