THOMAS ALVA EDISON – Vita e opere

EDISON: L’UOMO CHE INVENTÒ IL DOMANI

Nella sua carriera, lunga ed eccezionalmente creativa, Thomas Alva Edison brevettò circa 1.300 invenzioni, tra cui la lampadina elettrica e il fonografo, e fu tra i pionieri del cinema in America.

Il giorno di San Silvestro del 1879, treni speciali lasciarono New York diretti al paesino di Menlo Park, nel New Jersey, dove viveva e operava un “mago”. Il mago in questione era il trentaduenne Thomas Alva Edison, il quale aveva promesso di mostrare, a chi avesse fatto quel viaggio di circa 38 km, “l’ottava meraviglia del mondo”. L’inventore e i suoi 30 collaboratori avevano fornito parte di Menlo Park di un impianto di illuminazione elettrica, e quando si fece buio, Edison ordinò di metterlo in funzione.
“Il laboratorio era brillantemente illuminato da venticinque lampade elettriche”… riferì il New York Herald. “Altre otto illuminavano gli uffici e l’amministrazione, e altre venti erano distribuite lungo la strada che conduce al deposito e ad alcune case adiacenti.”

Edison presso due delle lampadine elettriche che, nel 1880, produssero l’effetto Edison, ossia l’emissione di elettroni da superfici metalliche riscaldate. Nel 1904 lo scienziato inglese John Ambrose Fleming si basò sull’effetto Edison per realizzare la valvola termoionica.

La “prima” ebbe tanto successo, con oltre 3.000 visitatori, che Edison decise di prolungare le dimostrazioni. Il lavoro nella sua “fabbrica delle invenzioni’ si interruppe a causa della folla da cui era invasa.

Raccontò poi lo Herald: “Venivano da vicino e da lontano. Dalle città dei dintorni a bordo di veicoli d’ogni genere, carichi di gente d’ogni tipo, agricoltori, meccanici, manovali, ragazzi e ragazze, uomini e donne, mentre dai treni sbarcavano a frotte banchieri, industriali, agenti di borsa, innocui curiosi e mediatori d’affari in cerca d’occasioni”.

REGISTRATORE DI VOTI – Edison aveva 21 anni quando prese il primo brevetto, relativo a un registratore di voti elettrico. Tirando l’una o l’altra di due leve collocate ai lati dei seggi dei votanti, si sarebbero registrati automaticamente i voti favorevoli o contrari. Ma la macchina fu respinta dal Congresso degli Stati Uniti perché avrebbe posto fine alle interminabili dissertazioni ostruzionistiche, miranti a impedire la rapida approvazione dei progetti di legge.
Edison, nato nel 1847, fu il più prolifico inventore d’ogni tempo, e le sue invenzioni – molte delle quali furono sostanziali miglioramenti di invenzioni precedenti – fruttarono agli Stati Uniti miliardi di dollari.
Era una persona abituata a destare sensazione e a suscitare controversie. L’insegnante che l’aveva avuto come allievo alle elementari della sua cittadina natale, Milan nell’Ohio, l’aveva definito “strampalato” a causa del suo comportamento e delle sue idee troppo originali.
Il suo primo lavoro, a 12 anni, fu di venditore di giornali sul teno che faceva il tragitto Port Huron-Detroit, nel Michigan. Non contento di vendere giornali, i ragazzo si mise a comporre e a stampare, su una macchina di seconda mano installata in un angolo del bagagliaio, un suo settimanale dal titolo Grand Trunk Herald.

INDICATORE DI BORSA – Edison ebbe 40.000 dollari dalla Western Union per il suo trasmettitore delle quotazioni di borsa, capace di stampare numeri e lettere. Fu la sua prima invenzione redditizia.
Nel 1869, dopo aver lavorato come telegrafista “girovago” e indipendente, si trasferì a New York, dove gli capitò di trovarsi nella stanza delle batterie della società Gold Indicator Company, in Wall Street, quando si ruppe il centralino che provvedeva a esporre il corso delle quotazioni dell’oro sui vari mercati. Edison riparò il guasto sul momento) e in seguito costruì un ricevitore ed espositore delle quotazioni di borsa più efficiente, che cedette alla Western Union per 40.000 dollari.
Si servì di quella somma per attrezzare il suo primo laboratorio, a Newark, nel New Jersey, dove fabbricava gli indicatori di borsa.
Nel 1876 si trasferì a Menlo Park, e l’anno successivo realizzò una versione del telefono di Bell cosi migliorato e potenziato che l’Inghilterra l’acquistò per 10.000 sterline.
Nello stesso anno costruì poi il prototipo sperimentale della sua invenzione favorita, il fonografo.

PRIMI FONOGRAFI – Edison  brevettò il suo primo fonografo nel 1877. Riprese a lavorare all’apparecchio dieci anni dopo, e nel giugno del 1888 vi lavorò ininterrottamente per 5 giorni e 5 notti, costruendo un nuovo modello perfezionato.
Affluirono i giornalisti a intervistare “il mago di Menlo Park” sulla sua “macchina parlante”.
Disse Edison all’inviato del New York Graphic: “Ho fatto un bel po’ di macchine, ma questa è la mia vera creatura: spero che diventi grande e grossa e che sia il sostegno della mia vecchiaia”.
Spiegò all’inviato del Washington Post in qual modo la sordità cronica da cui era afflitto l’avesse aiutato a realizzate il suo ultimo ritrovato.
Era diventato sordo, disse, quando faceva il venditore di giornali sui treni. Un giorno il treno se ne stava andando senza di lui. Lui l’aveva rincorso, cercando di balzare sull’alto predellino in coda all’ultima carrozza. “Un ferroviere si sporse e mi agguantò per le orecchie, tirandomi su. In quel momento sentii una specie di “crac” nelle orecchie, e da allora incominciai a diventare sordo”. Ed era stata la sordità, soggiunse, a indirizzarlo verso gli esperimenti per la realizzazione del fonografo.
“Mi sono occorsi vent’anni per fare un’incisione perfetta di musica pianistica, perché è piena di armoniche superiori, di suoni acuti. Per questo ci sono riuscito: perché sono sordo!”.

DINAMO PER FABBRICHE – Edison produceva anche dinamo, come questa che funzionò nel primo impianto di produzione di luce elettrica, installato a Milano in via S. Radegonda, che accese le lampade della Galleria e di Piazza del Duomo, nel 1883.
Nel 1878 costituì la Edison Electric Light Company e fece quelle “mostre di illuminazione” di cui parlò tutto il mondo.
Ma Edison – che riempi complessivamente 3.500 quaderni di appunti fitti di idee inventive e ottenne quasi 1.300 brevetti – non era uomo da riposare sugli allori. Lavorava fino a 20 ore al giorno, e una volta dichiarò:
“Fermarsi significa arrugginire”.
Cosi, dal 1889 in avanti, si interessò sempre più al cinematografo. Per cominciare, creò l’illusione del moto proiettando in rapida sequenza una serie di diapositive su uno schermo. Poi inventò la perforazione laterale delle pellicole, grazie alla quale erano trascinate alla velocità voluta.
“È per gli occhi quello che il fonografo è per l’orecchio”… disse a proposito del cinema.

Dinamo di Edison 
Brevettò un cinetoscopio, una macchina a monetine che proiettava brevi film su incontri di pugilato, cowboys, lanciatori di coltelli e balletti, che però potevano esser visti da una sola persona per volta. A questi filmetti fecero seguito veri film, lungometraggi per le sale cinematografiche girati negli studi Edison di West Orange, nel New Jersey. Fra essi La grande rapina al treno del 1901, uno dei primissimi film a soggetto.
Durante la Prima Guerra Mondiale, Edison – che si era sposato due volte – fondò e presiedette il Consiglio di Consulenza Navale americano, precursore dei moderni “trust dei cervelli”. Era soprattutto interessalo a combattere la minaccia degli U-Boote tedeschi nell’Atlantico settentrionale, e in seguito deplorò il fatto che i dispositivi che aveva progettato – fra cui un microfono ultrasensibile per captare il rumore dei motori dei sommergibili – non erano tecnicamente realizzabili a quell’epoca.
Con la pace, si notò il declino della sua fertile inventiva e gli fu domandato se non pensava a mettersi in pensione. “Mi ritirerò il giorno prima del mio funerale”… rispose.
Quel giorno venne nell’ottobre del 1911. Mori il 18 e tre giorni dopo fu sepolto accanto alla sua casa di West Orange, nel New Jersey.
Per un minuto, quel 21 ottobre, le luci di tutta l’America furono affievolite in segno d’omaggio verso l’uomo che aveva dichiarato: “Il genio è all’1 per cento ispirazione, e al 99 per cento perspirazione”.

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