LE CARNAVAL DES ANIMAUX (Il carnevale degli animali) Camille Saint-Saëns

LE CARNAVAL DES ANIMAUX

Camille Saint-Saëns

INTRODUZIONE E MARCIA REALE DEL LEONE; GALLI E GALLINE; EMIONI; TARTARUGHE; L’ELEEANTE; CANGURI; ACQUARIO; PERSONAGGI DALLE ORECCHIE LUNGHE; IL CUCÙ NEL PROFONDO DEI BOSCHI; UCCELLIERA; PIANISTI; FOSSILI; IL CIGNO; FINALE

Organico
2 pianoforti, flauto (con l’obbligo dell’ottavino), clarinetto in Si bemolle e Do, xilofono, armonica (oppure glockenspiel), quintetto d’archi (violini 1° e 2°, viola, violoncello e contrabbasso)

Le carnal des animaux vide la luce nel 1886, quando Camille Saint-Saëns lo creò come divertissement per i suoi amici. In pubblico fu eseguito per la prima volta solo nel 1922, dopo la morte del compositore. Originariamente composta per due pianoforti e una piccola orchestra da camera, questa suite è ricca di fascino e di sottile ironia. Ciascuna delle sezioni di cui si compone è un vivace ritratto di un animale e in qualche caso dell’uomo stesso, colto nelle manifestazioni più ridicole. Camille Saint-Saëns infatti aveva un profondo senso dell’umorismo e in questa occasione si prese gioco di musicisti e compositori contemporanei.

Fonte video: YouTube – Melody Classical

Parata di animali

La breve Introduzione si apre all’insegna della grande agitazione che precede la Marcia reale del leone. Le fanfare annunciano l’arrivo del re della foresta, che compare su un accompagnamento di archi ed esprime il suo ruggito sulle note del pianoforte. Diverse sono le sonorità di Galli e galline, dove al chiocciare delle galline si unisce il canto dei galli affidato al pianoforte e al clarinetto. Seguono gli Emioni con le frenetiche scale del pianoforte che imitano la corsa di questi asini delle steppe asiatiche. Le tartarughe ripropone un’ammiccante citazione del famoso Can-can di
Offenbach. L’elefìmte introduce le atmosfere plumbee con una danza eseguita dai controfagotti. Canguri suggerisce invece un’atmosfera imprevedibile, con gli animali che saltano e ripiombano a terra. Nell’Acquario i movimenti dei pesci si materializzano nella melodia affidata al violino principale e ai legni, tra l’effervescenza delle bollicine delle increspature nel suono del pianoforte. Il brano dedicato ai Personaggi dalle orecchie lunghe prova la grande inventiva musicale di Saint-Satins. Ne Il cucù nel profondo dei boschi è il bosco ad essere protagonista: un affascinante mondo ombroso prende corpo dalle note del pianoforte, da cui proviene e verso cui ritorna smorzato il verso del cuculo.
Vistosi sono invece i volatili dell’Uccelliera, dove le note del flauto, a cui fanno eco gli archi e il pianoforte, evocano una nube di pennuti colorati, ciascuno dei quali cerca di cantare più forte degli altri la sua dolce canzone. In Pianisti le scale lente del pianoforte ricordano la noia delle giornate impegnate ad apprendere i primi rudimenti della tecnica pianistica. Fossili affida allo xilofono, oltre che ad una citazione clarinettistica, un’aria tratta dal Barbiere di Siviglia di Rossini, per evocare un mondo popolato di rocce e residui. Il cigno è un assolo di violoncello con pianoforte ed è l’unico brano dell’opera che il musicista accettò di eseguire in pubblico finché fu in vita. Infine, il Finale è un allegro rondò che ripropone alcuni degli animali citati e conduce l’opera alla sua vorticosa c spiritosa conclusione.

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