NINFEE: MATTINO – Claude Monet

NINFEE: MATTINO (1918)
Claude Monet (1840-1926)
Museo dell’Orangerie, Parigi
Olio su tela cm 197 x 1200 (Particolare)

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Oltre queste Ninfee: Mattino – nella parete meridionale della prima sala – il grande ciclo delle ninfee dipinto da Monet per l’Orangerie comprende: nella parete settentrionale le Ninfee: Sera, nella parete orientale le Ninfee: Aurora e nella parete occidentale le Ninfee: Tramonto.

Con questo ambizioso ciclo Monet portava ancora avanti il suo antico progetto di lavorare sui mutamenti rispetto alle variazioni stagionali e temporali delle ninfee dello stagno della sua casa di Giverny.
Da alcune significative testimonianze dell’epoca sappiamo che intorno al 1918 Monet era totalmente assorbito dal suo nuovo lavoro: delle strane tele, una “immensa e misteriosa decorazione”, un miscuglio abbagliante di colori dalle monumentali dimensioni. L’artista si dedicò anima e corpo alla realizzazione di questo suo grandioso progetto, a cui dedicava anche quindici ore al giorno, non risparmiandosi nemmeno la notte; egli stesso disse che “di notte sono ossessionato continuamente da ciò che sto cercando di realizzare. Mi alzo al mattino stanco di fatica (…) dipingere è così difficile e torturante”.

Il prodotto finale di questo felice momento compositivo furono dodici tele che manipolano frammenti di realtà, trasformandola in pura visione astratta.
Monet in definitiva guardando oltre il tangibile, allarga forzatamente i principi della pittura impressionista, anticipando soluzioni pittoriche che si sarebbero concretizzate negli anni immediatamente successivi.
Quando le grandi tele furono presentate al pubblico, la critica specializzata non avvertì immediatamente che si trovava davanti a qualcosa di assolutamente inedito, di grande innovazione formale. Il suo rivoluzionario apporto è stato compreso solo in epoca relativamente recente, tanto che la critica non ha mancato di sottolineare come le Ninfee di Monet, e soprattutto quelle dell’Orangerie, abbiano segnato un momento decisivo per la nascita della pittura astratta.

Alla fine della Prima Guerra Mondiale Monet donò allo Stato francese in segno di pace dodici tele raffiguranti Ninfee, esposte al pubblico solo dopo la sua morte. Inizialmente si pensava di sistemare le monumentali opere in un padiglione dell’Hôtel Biron (attuale sede del Museo Rodin), ma due anni dopo, su suggerimento di Georges Clemenceau, la scelta cadde sull’Orangerie, uno dei padiglioni dei Giardini delle Tuileries da poco acquisito dallo Stato.

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L’allestimento museografico dell’Orangerie

Monet morì il 6 dicembre del 1926. Egli non ebbe quindi la possibilità di vedere compiuta la sistemazione nelle due stanze dell’Orangerie delle grandi tele raffiguranti le Ninfee ch’egli aveva donato allo Stato. Infatti, l’inaugurazione della nuova sala espositiva risale al 22 maggio 1927. Il grande evento artistico attrasse l’attenzione di tutto il mondo intellettuale parigino che non sempre espresse giudizi positivi. Ad esempio una particolare critica si attirò l’eccessiva razionalità dello spazio architettonico, a pianta ovale, progettato dall’architetto Camille Lefevre, in quanto esso non garantiva alle tele di esprimere al meglio la loro carica emotiva.

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Claude Monet, Autoritratto (1886); olio su tela, 55×46 cm, collezione privata

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