QUARTETTO PER ARCHI N°1 – Dalla mia vita – Bedřich Smetana

Statua di Bedřich Smetana – Pilsen (Repubblica Ceca) (Vedi qui file originale – Lumidek  )

QUARTETTO PER ARCHI N°1

Dalla mia vita

Bedřich Smetana
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Ormai sordo, nel 1876  Bedřich Smetana compose il suo primo Quartetto per archi che intitolò Dalla mia vita, nel quale ricordava non solo la sua vita passata, ma anche la tragedia della sordità.
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I movimento: Allegro vivo appassionato
Il primo movimento evoca l’amore verso l’arte provato in gioventù, le atmosfere romantiche e una indefinita, inesprimibile incertezza, quasi un presagio della futura disgrazia, la sordità, che viene preannunciata dalla lunga e insistente nota finale del movimento.
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II movimento: Allegro moderato a la Polka
È un ricordo dei giorni felici della gioventù, quando Smetana era conosciuto come appassionato ballerino e amava comporre motivi di danza.
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III movimento: Largo sostenuto
Descrive la gioia del primo amore, l’amore per la donna che poi avrebbe sposato.
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IV movimento: Vivace
Alle soddisfazioni conseguenti i successi ottenuti utilizzando nella sua musica elementi del folclore nazionale, fanno da contraltare le ansie, gli scoramenti dovuti all’incombente sordità, questa sottolineata dal primo violino che interrompe bruscamente il vorticoso finale.
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Il Quarto movimento, con i suoi ritmi e i suoi temi giocosi ispirati alla tradizione popolare slava, sembra rievocare tempi più felici. Ma, improvvisamente, il primo violino esegue una nota di Mi sovracuta, come a ricordare il drammatico inizio della sordità (Smetana disse di essere diventato sordo sentendo questa nota dentro di sè e poi non udì più nulla). L’inserimento della nota nel Quartetto fu da lui stesso definito come uno ‘scherzo‘, ma il breve e inquietante passaggio che segue preannuncia il buio della malattia che avrebbe avvolto i suoi ultimi anni di vita.
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Bedrich Smetana – La Moldava – Guida all'Ascolto
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Bedřich Smetana (Litomyšl, 2 marzo 1824 – Praga, 12 maggio 1884) è stato un compositore ceco. È conosciuto in particolare per il suo poema sinfonico Vltava (La Moldava in italiano), il secondo in un ciclo di sei che egli intitolò Má vlast (“La mia patria”) (1874-1879), e per la sua opera La sposa venduta (1866), particolarmente ricca di motivi cechi.