TEATRO DELL’OPERA DI SIDNEY

L’OTTAVA MERAVIGLIA DEL MONDO

La storia del discusso Teatro dell’Opera di Sydney

 

Il Teatro dell’Opera costruito nel porto di Sydney, in Australia, è la più grande e, secondo alcuni, la più bella realizzazione di architettura astratta del mondo intero. È anche, però, uno dei più costosi edifici esistenti: ecco perché è stato di volta in volta definito “elefante bianco”, sottintendendo il concetto di “imponente ma inutile”, oppure “palazzo reale”, “stravaganza ingiustificabile”, “ottava meraviglia del mondo”.
In origine, la spesa preventivata all’inizio dei lavori, nel marzo del 1959, era di circa 10 milioni di sterline. Si prevedeva di terminare l’edificio in due anni. In realtà, il Teatro dell’Opera è stato inaugurato dalla regina Elisabetta nell’ottobre del 1973. I tempi di costruzione sono stati i più lunghi che si siano mai resi necessari per un moderno edificio. I costi, poi, sono lievitati vertiginosamente fino a raggiungere la cifra favolosa di 50 milioni di sterline. Cifra destinata ulteriormente ad aumentare per il completamento dei lavori di rifinitura, come le rampe d’accesso e le aree di parcheggio, che a tutt’oggi non sono ancora finiti.

Una scultura a tutto tondo

La storia del monumento di Sydney ha inizio con una gara internazionale per il progetto di un Teatro del1’Opera, gara vinta dall’architetto danese Jørn Oberg Utzon (Copenaghen, 9 aprile 1918 – Helsingør, 29 novembre 2008). Il teatro doveva sorgere su una penisola che si protende nel porto di Sydney, proprio davanti al suo famoso ponte, e doveva poter essere osservato da ogni lato. Dato che la sponda dietro la penisola è molto inclinata e a ovest ci sono numerosi grattacieli, il teatro può essere infatti guardato anche dall’alto.
La caratteristica più sensazionale dell’edificio è costituita probabilmente dalle 10 sezioni di cupola simili a vele che formano il tetto, la più alta delle quali si innalza per oltre 67 metri sul porto.

Vele di calcestruzzo

Quando Utzon concepì l’idea di costruire il Teatro dell’Opera, in un primo tempo pensò di utilizzare vere e proprie sezioni di cupola, realizzandole con sottili strati di calcestruzzo in grado di sorreggersi indipendentemente. Ma quando cominciarono i lavori, si rese conto che doveva disegnare solidi archi di sostegno. Il risultato fu che i costi preventivati salirono vertiginosamente e gli elementi del tetto assunsero un aspetto assai più massiccio. In effetti, si tratta del tetto più pesante del mondo: addirittura 26.800 tonnellate.
Utzon non ha avuto la soddisfazione di vedere la sua opera finita. Infatti ha rinunciato al progetto nel 1966, durante un’accesa discussione sulle spese sempre crescenti. Il suo posto è stato preso da un gruppo di quattro architetti di Sydney; il progettista del gruppo si chiamava Peter Hall (Newcastle, 1931-1995).
È stato appunto Hall a dover affrontare il compito di disegnare i grandi muri di vetro che chiudono le “conchiglie” del tetto, dal momento che, quando assunse l’incarico, solo il primo piano dell’edificio era stato completato. La cosa più difficile fu trovare una sistemazione per l’interno, dato che su una superficie di soli due ettari dovevano trovare posto una sala per concerti, un teatro per l`opera e i balletti, una sala di registrazione per la Sydney Symphony Orchestra e un cinematografo. Hall riuscì a risolvere numerosi problemi difficili, ma il teatro dell’opera finì col risultare troppo piccolo per lo scopo per il quale era stato costruito.

Come vele di un vascello, i tetti del Teatro dell’Opera di Sydney si innalzano sulle acque del porto