IL FANTASMA DI CANTERVILLE – Oscar Wilde

IL FANTASMA DI CANTERVILLE

Oscar Wilde

INTRODUZIONE

Con questo racconto, che appartiene alla sua produzione giovanile, Oscar Wilde propone la classica storia di Fantasmi da una prospettiva del tutto originale. Cambia il carattere dello spettro, che non è quello malvagio tipico della narrativa american; siamo alla presenza di un vero gentleman inglese (il fatto che sia defunto è irrilevante), orgoglioso del suo casato e della sua fama sinistra, costruita in secoli d’onorato servizio. Non può accettare che americani plebei gli manchino di rispetto: sarà una sfida all’ultima apparizione! Ma, nel derby Stati Uniti-Vecchia Inghilterra, chi avrà la meglio?

La trama di Il fantasma di Canterville

Il vice-ambasciatore degli Stati Uniti, Hiram. B. Otis, acquista il castello di Canterville, nel Regno Unito, anche se la dimora è infestata dal fantasma di sir Simon, antico proprietario. La pragmatica  famiglia Otis, nonostante ciò, si trasferisce nel castello al completo: il signor Otis, la moglie, il figlio maggiore Washington, la deliziosa Virginia e, infine, i pestiferi gemelli.
Il giorno del loro arrivo al castello sono accolti dalla governante, la signora Umney, da sempre al servizio dei Canterville, e condotti in biblioteca a prendere il tè. La signora Otis, guardandosi intorno, nota sul pavimento una macchia rossa: è il sangue di lady Eleanor, le viene spiegato, uccisa dal marito, sir Simon, nel 1875. Dopo tre anni sir Simon scomparve, ma la sua anima colpevole continua a vagare nel castello, e la macchia, incancellabile, è considerata una vera attrazione dai turisti. La signora Otis afferma di non gradire le macchie di sangue a casa sua e il figlio maggiore dichiara di poterla eliminare immediatamente con uno speciale prodotto. E così accade.
Nei giorni successivi la macchia ricompare, benché la biblioteca venga chiusa a chiave, poi, una notte il vice-ambasciatore è svegliato da un rumore di ferraglia. Aperta la porta, si trova davanti un vecchio dagli occhi infuocati, l’abito fuori moda e pesanti catene ai polsi e alle caviglie. ll signor Otis, imperturbabile, gli propone di oliarle, offrendogli un flacone di ottimo lubrificante; il fantasma, offeso e indignato, fugge.
Non si contano, da questo momento, gli innumerevoli tentativi dello spettro di riuscire a terrorizzare gli indisponenti americani: tutto inutile, anzi, oltre a scontrarsi con il loro volgare materialismo, viene anche fatto oggetto di scherno dai gemelli.
Un giorno Virginia rientra in casa dalla scala di servizio e scopre qualcuno all’interno di una sala: grande è il suo stupore quando capisce che si tratta proprio del fantasma. Non si spaventa, al contrario prova compassione di fronte al suo evidente stato di infelicità; decide poi di aiutarlo quando sir Simon le spiega che cosa deve fare per liberarlo dalla maledizione di cui è vittima. L’adolescente lo segue attraverso un passaggio segreto e da quel momento non si hanno più notizie di lei, per l’intera giornata. 
A mezzanotte, quando il signor Otis ha ormai deciso di avvertire la polizia, si ode il rumore di un tuono, il suono di una musica celestiale, si apre un varco in una parete e appare la fanciulla. Tutti l’abbracciano commossi, allora Virginia li conduce, attraverso l’apertura, in una camera segreta, dove giace, incatenato al muro, uno scheletro, vanamente proteso verso quello che doveva essere stato cibo e acqua, ma lontano dalla sua portata.
Quella era stata la sorte del vecchio gentiluomo: condannato a morire di fame e di sete dai fratelli della moglie e costretto, come spirito, a vagare insonne fino a quando una fanciulla, innocente, non avesse chiesto all’Angelo della morte di avere pietà di lui.
L’indomani si celebra il funerale di sir Simon, alla presenza degli Otis e dello stesso lord Canterville.

PAURA E HUMOUR

Wilde, con un senso dello humor cui è difficile resistere, ha creato una galleria di personaggi gustosissimi, rovesciando i ruoli tra vittime e persecutore. Impossibile non sorridere davanti agli sforzi del vecchio, tradizionalista fantasma di conservare la sua diabolica fama, e all’irridente noncuranza con cui gli Otis accolgono ogni suo nobile tentativo di materializzarsi. Siamo di fronte a un fantasma che non riesce a recitare il proprio ruolo ed è per questo in preda a continue frustrazioni. Soltanto il lieto fine, che riporterà la pace nello spirito di sir Simon, lo compenserà degli affronti subiti.

LO STILE

Un giudizio efficace sullo stile di Wilde è stato dato dallo scrittore argentino J. L. Borges che ne loda la scorrevolezza, così “facile”, aggiunge, da essere proposto nelle scuole ai principianti d’inglese. E infatti, già dalle prime righe, la lettura del brano ne rivela l’apparente semplicità, costruita, però, sull’armonia tra paratassi e ipotassi e su un lessico che mescola sapientemente tecnicismi (cartiglio, bovindo) con parole di uso quotidiano.
Da non dimenticare, infine, la sottile ironia che pervade l’intero testo e che risalta nell’uso della maiuscola per quei termini che vogliono mettere in evidenza atteggiamenti di beffa verso il fantasma, come imbattibile, Supersmacchiatore, Detergente Esemplare Pinkerton, o autoironici da parte del fantasma: si pensi alle definizioni dei suoi costumi di scena, di grande effetto ma di poco contenuto (Daniele il muto o lo Scheletro del Suicida, Martino il Maniaco ovvero il Mistero in Maschera).

ALCUNE NOTE SU WILDE

Oscar Wilde nacque a Dublino il 16 ottobre 1854 da una famiglia colta e benestante. Dopo gli studi a Oxford e la laurea in materie classiche, si stabilì a Londra dove s’impose con la sua personalità e lo stile di vita. L’anticonformismo di cui faceva mostra, la capacità di anticipare le “mode”, lo fecero diventare un beniamino della buona società, che apprezzava la conversazione brillante e ironica. Wilde, attraverso le sue opere e il comportamento, promuoveva la diffusione dell’Estetismo, ovvero la visione dell’artista come essere superiore alla morale comune. 
Dopo il matrimonio e la nascita di due figli si aprì ad Wilde il periodo di più intensa attività letteraria: due raccolte di fiabe, una di racconti, saggi critici, quattro commedie e un dramma in francese (Salomè, 1896), il romanzo Il ritratto di Dorian Gray (1891).
Venne però coinvolto in un gravissimo scandalo, a causa della sua relazione con un giovane aristocratico. Il padre del ragazzo accusò lo scrittore di aver corrotto il figlio e ne ottenne la condanna a due anni di lavori forzati.
Wilde perse tutto: la fama, perché le sue opere vennero ritirate dalle librerie e dai teatri, la dignità, perché il suo nome fu additato al disprezzo pubblico, l’agiatezza economica, perché i suoi beni furono messi all’asta per pagare le spese processuali, gli affetti, perché la moglie chiese la separazione e i figli gli vennero tolti. Di questa dolorosissima esperienza lasciò testimonianza nella Ballata dal carcere di Reading e nel De Profundis.
Wilde morì di meningite il 30 novembre 1900, in un albergo di Parigi.

CONCLUSIONI

Il fantasma di Canterville, un piccolo capolavoro di Oscar Wilde il cui racconto è giocato con l’irresistibile umorismo che fa di lui uno degli scrittori più amati dal pubblico. Lo scontro emblematico tra la materia e lo spirito: da una parte gli americani, con il loro pragmatismo, e dall’altra la vecchia aristocrazia inglese grondante di tradizioni.

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