HIROSHIMA

Hiroshima dopo il bombardamento atomico

HIROSHIMA

Il 6 agosto 1945 la prima bomba atomica distruggeva la città giapponese di Hiroshima, uccidendo 150.000 persone. Tre giorni più tardi un‘altra atomica fu sganciata, con eguali effetti, sulla città di Nagasaki. Ecco la ricostruzione dell’evento, nelle parole di Karl Brueckner, autore del volume “Il gran sole di Hiroshima”.

“Il colonnello Tibbets, comandante del B-29 ‘Enola Gay‘, guidò l’apparecchio a 8.000 metri d’altezza, verso il centro della città. Nello spazio riservato al carico, l’armiere mise in funzione il meccanismo di sganciamento. Poi mirò al bersaglio. La bomba cadde. Gli uomini dell’equipaggio inforcarono subito, secondo gli ordini ricevuti, neri occhiali protettivi davanti ai vetri della maschera d’ossigeno. Nessuno di loro sapeva a quale scopo dovevano servire questi occhiali. Nessuno sapeva che cosa sarebbe accaduto il minuto successivo. Essi eseguivano soltanto un ordine. Ed aspettarono, con le membra così irrigidite da parere insensibili. Tendevano l’orecchio, e credevano di sentire l’urlo della bomba che precipitava. Ma era soltanto il pulsare del loro stesso sangue. E tutti guardavano fissi nel vuoto, senza vedere, con i volti impietriti dal presentimento…

Per quanto forte battesse il polso del colonnello Tibbets, il suo orologio seguitava indisturbato a scandire il tempo con le sue rotelline; un secondo dietro l’altro si trasformava in passato. Le lancette segnavano le otto, quattordici minuti e trentacinque secondi.

Alla bomba era attaccato un paracadute che si aprì al momento previsto. La bomba oscillò, sempre scendendo verso terra, appesa al paracadute. Le lancette dell’orologio segnarono le otto, quattordici minuti e cinquanta secondi. La bomba si trovava a seicento metri dal suolo.

Alle otto e quindici era scesa di altri cento metri, quando degli apparecchi appositamente studiati dagli scienziati fecero scattare l’accensione all’interno della bomba: dei neutroni provocarono la disintegrazione di alcuni atomi di un metallo pesante, l’uranio 235. E questa disintegrazione si ripeté in una reazione a catena di sbalorditiva velocità.

In un milionesimo di secondo un nuovo sole si accese nel cielo, di un bagliore bianco, accecante, cento volte più incandescente del sole nel firmamento.  E questa palla di fuoco irradiò milioni di gradi di calore contro la città di Hiroshima.
In questo secondo 86.000 persone arsero vive.
In questo secondo 72.000 persone subirono gravi ferite.
In questo secondo 6.820 case furono sbriciolate e scagliate in aria dal risucchio del vuoto d’aria, per chilometri di altezza nel cielo, sotto forma di una colossale nube di polvere.
In questo secondo crollarono 3.750 edifici le cui macerie si incendiarono.
In questo secondo raggi mortali di neutroni e raggi gamma bombardarono il luogo dell’esplosione per un raggio di un chilometro e mezzo. In questo secondo l’uomo aveva compiuto, con l’aiuto della scienza, il primo tentativo di annientare se stesso”.

(Da: “Il gran sole di Hiroshima” di Karl Brueckner)

Hiroshima dopo il bombardamento atomico

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