ANGKOR – PARADISO PERDUTO NELLA GIUNGLA

UN PARADISO PERDUTO NELLA GIUNGLA
La dimora del Dio-re offesa dagli uomini

Angkor Thom (“grande città”), in alternativa Nokor Thom, è situata nell’attuale Cambogia e fu l’ultima e più duratura capitale dell’Impero Khmer.

Nel 1861, il naturalista francese Henry Mouhot stava percorrendo un sentiero nella giungla della Cambogia settentrionale quando, al di sopra della cima degli alberi, vide tre alte colonne di pietra. Erano i pinnacoli di Angkor-Vat, uno dei templi più splendidi di tutta l’Asia, prima traccia della mitica città perduta di Angkor-Thom. Infatti Angkor-Thom, capitale del grande impero Khmer, era stata abbandonata 500 anni prima ed era rimasta da allora nascosta e dimenticata nell’intrico fittissimo della giungla.
Anche se in rovina, Angkor è ancora in grado di sconcertare il visitatore. Circondata da un grande fossato che un tempo era gremito di coccodrilli, difesa da una massiccia muraglia e da bastioni di terra battuta, la città fu fondata da re Jayavarman II, vissuto dal 770 all’850 d.C.
Ciascun lato del fossato è lungo oltre tre chilometri: nell’immensa cinta troverebbe posto tutta l’antica Roma, e resterebbe ancora un po’ di spazio vuoto. Tuttavia gli abitanti erano pochi: si trattava semplicemente del centro religioso, politico e amministrativo della capitale.
Quattro grandi strade, una per lato, attraversavano il fossato e conducevano nella città, passando sotto giganteschi portoni. Le quattro strade convergono esattamente al centro della città, in una grande piazza limitata da due terrazze scolpite, la Terrazza Reale, più nota come Terrazza degli Elefanti, e la Terrazza del Re Lebbroso. Di fronte alle due terrazze si ergono le dodici Torri dei Funamboli finemente cesellate. Ampie scalinate portano, attraverso le terrazze, ai prati, ai padiglioni dei giardini reali e alle tombe.
La più grande meraviglia di Angkor sono gli stupendi bassorilievi di arenaria: le quattro vie d’ingresso sono fiancheggiate da parapetti lavorati, che mostrano figure di Dèi e giganti che sostengono creature mitiche. Ogni porta di Angkor è coperta da elaborate incisioni e le torri sono sormontate da una triplice corona di elefanti, simboli araldici e religiosi insieme.

I rilievi delle terrazze reali mostrano figure di re e regine, principi e principesse, leoni, elefanti e personaggi dell`epica religiosa indù. Nelle altre sculture sono ritratte quasi tutte le attività possibili in una società civilizzata, in uno stile così vivo, che i personaggi sembrano aver interrotto solo per un istante i loro movimenti.

Il più bel tempio del mondo

Tuttavia, la più bella costruzione di Angkor si trova un paio di chilometri fuori delle mura della città. Si tratta di Angkor-Vat, uno dei più splendidi e dei più famosi templi del mondo. Costruito nel XII secolo dal re Suryavarman II, sotto il regno del quale l’impero e la città raggiunsero l’apogeo della loro prosperità, è circondato da un fossato lungo sei chilometri e mezzo che forma un quadrato quasi perfetto.
Il tempio è uno sbalorditivo insieme di laghi e biblioteche, chiostri e gallerie, santuari e scalinate. Dietro la parete del santuario principale, la galleria più bassa mostra fregi che riproducono scene tratte da antiche leggende e dai libri sacri indù. Le pareti istoriate sono alte due metri e mezzo e corrono tutt’attorno alla galleria per circa 600 metri.
Il tempio, a forma di piramide, si erge su tre piani fino al fascio centrale di cinque torri, la più alta delle quali misura 65 metri. Furono proprio quelle torri a guidare Henri Mouhot verso le rovine dell’antica città.

Impossibile difendersi

Che cosa accadde ad Angkor? Nemmeno 30 anni dopo la morte di Suryavarman, nel 1177, fu presa e saccheggiata da invasori laotiani, i Cham. Due anni più tardi, i Cham venivano battuti dal re Jayavarman VII.
Nei 150 anni che seguirono, l’impero subì l’invasione dei Thai dell’ovest e dei Mongoli del nord. I Thai presero più volte la città nel 1369, nel 1388 e ancora nel 1431.
Alla fine, l’elaborato sistema di irrigazione che permetteva la coltivazione del riso, dal quale dipendeva la sopravvivenza di Angkor, andò distrutto e, nel 1434, la capitale fu trasferita in una località vicino all’odierna Phnom Penh.
Angkor fu abbandonata alla giungla.

Scoperta dopo tanti secoli, oggi quella bellissima città di fantasmi è stata una volta di più offesa dalla follia distruttiva degli uomini: si trovava infatti in piena zona di combattimento tra vietnamiti e Khmer Rossi, e per molti anni era impossibile eseguirvi lavori e persino visitarla. A partire dagli anni 1990, Angkor è diventata una delle maggiori destinazioni turistiche.

PARADISO PERDUTO – Le grandiose torri di Angkor Vat si innalzano nel cielo rispecchiandosi nella grande piscina prospiciente. Per 500 anni il tempio è stato immerso dalla giungla cambogiana.

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