MALATTIE PROFESSIONALI

MALATTIE PROFESSIONALI

La legislazione

Per malattie professionali si intendono quelle che sono contratte nell’esercizio e a causa di determinate lavorazioni. La causa deve agire con gradualità ed ha la sua occasione nel lavoro a cui é addetto il prestatore d’opera. Si tratta quindi di affezioni che si stabiliscono lentamente, a volte nel giro di molti anni.
Spesso tali malattie sono provocate dall’assorbimento  di sostanze tossiche, le quali anche in minima quantità, provocano nell’drganismo una accumulazione che porta a modificazioni organiche talvolta assai gravi.

La legislazione in materia é abbondante. L’assicurazione contro le malattie professionali venne introdotta nella legislazione italiana con il Regio Decreto 13 maggio 1929 n. 928; in esso vengono tassativamente indicate le malattie professionali, In seguito la tabella delle malattie venne ampliata con successive leggi; importanti sono quelle del 15 novembre 1952- n.1967, il già citato Decreto del Presidente della Repubblica 19 marzo 1956 n. 303 e d è di grande rilevanza è stata l’adozione del Decreto del 23 febbraio 2000 n. 38.

Leggi e decreti particolari interessano singole branche di lavoro e dettano norme relative sia all’igiene del lavoro sia alla prevenzione degli infortuni.

Le lavorazioni pericolose

Le malattie più gravi e più numerose sono quelle provocate da sostanze chimiche. La tabella delle lavorazioni per le quali vige l’obbligo delle visite mediche preventive e periodiche fornisce ben 57 voci di sostanze pericolose e nocive, alle quali corrisponde un gran numero di malattie.
Per taluni lavoratori la periodicità della visita si ha entro tempi molto brevi. Ad esempio lavoratori addetti alla lavorazione del piombo tetraetile ed alla etilazione della benzina sono sottoposti a visita medica settimanalmente, i soffiatori di vetro, che vanno incontro a silicosi e tubercolosi,  sono sottoposti a visita ogni quindici giorni. I lavoratori addetti alla produzione del cloruro carbonile sono sottoposti a visite mensili. Gli altri lavoratori sono sottoposti a visite trimestrali e annuali.

Tra le sostanze nocive elencate nella tabella sopra menzionata ricordiamo le più importanti, omettendo le leghe e i composti: ferro, rame,  zinco, piombo, mercurio, fosforo, arsenico, cromo, berillio, cadmio, vanadio, nichel, manganese, bromo, cloro, fluoro, iodio, acido nitrico, anidride solforosa, acido solforico, acido cianidrico, solfuro di carbonio, idrocarburi benzenici, acetone, eteri, acido formico, radio e sostanze radioattive, fluoruro di sodio.

Altre voci riguardano il catrame, il bitume, la fuliggine, gli oli minerali, la pece, la paraffina, il cemento, la calce, le resine, la gomma, le trementina, le vibrazioni, gli scuotimenti, i rumori.

Le malattie più gravi

Le malattie più frequenti sono le pneumoconiosi, come abbiamo già visto prima. Le sostanze nocive penetrate nell’organismo a volte vengono sciolte dai liquidi organici, per cui vengono eliminate in vari modi dall’organiismo. Spesse volte però, per la loro composizione, esse non riescono a essere solubilizzate, di conseguenza si accumulano nei linfatici, costituendo uno stimolo per il sistema connettivale, il quale reagisce con una forte produzione di connettivo con grave danno ai polmoni.

Le più gravi forme di malattia sono:
1) la silicosi: colpisce in mode particolare i minatori, i sabbiatori, gli operai addetti alla lavorazione di ceramiche, granito, vetro, ecc.; e in genere tutti i lavoratori che sono costretti a respirare biossido di silicio. Dà luogo  fibrosi polmonare e può complicarsi in tubercolosi;
2) la asbestosi: é provocata dalla inalazione di polveri di amianto e si manifesta con la stesse: forme della silicosi;
3) la berilliosi: colpisce i lavoratori addetti alla produzione di lampade fluorescenti al berillio, che provoca disturbi dell’pparato respiratorio, come bronchiti e polmoniti, disturbi cutanei e oculari nel caso che piccole quantità di berillio penetrino nella pelle o nella cornea;
4) la bissinosi: colpisce i cardatori di cotone, i quali per il loro lavoro respirano polveri di fibre tessili vegetali. Si manifesta con forme di bronchite e, nei casi più gravi, di enfisema polmonare.

L’apparato respiratorio é gravemente danneggiato anche dall‘inalazione di gas e vapori irritanti. I principali vapori sono i cloridrici, i nitrosi, i solforosi, l’ammoniaca, il bromo, lo iodio e la formaldeide. Questi provocano bronchiti croniche e predispongono l’organismo alla tubercolosi; hanno anche azione decalcificante sui denti e  provocano lesioni sulla pelle.

Tra le principali intossicazioni ricordiamo:
1) intossicazione saturnina o da piombo: colpisce gli operai addetti alla fabbricazione di oggetti di piombo, i tipografi, i lattonieri, i laminatori, i decoratori, i verniciatori, ecc. Il piombo può essere assorbito dall’organismo attraverso la pelle, le vie digerenti o quelle respiratorie. Quando viene respirato o assorbito, l’intossicazione si manifesta con coliche intestinali, paralisi dei nervi periferici, orletto gengivale nerastro. Nei casi più gravi si ha l’anemia, la nefrite e l’encefalopatia saturnina, che  porta alla morte;
2) intossicazione da arsenico o arsenicismo:  colpisce gli operai che preparano composti arsenicali e si manifesta con alterazioni cutanee e disturbi nervosi;
3) intossicazione da solfuro di carbonio o solfocarbonismo: colpisce gli operai addetti alla lavorazione del rayon, della viscosa, alla vulcanizzazione, ecc.; si manifesta con anemia, disturbi nervosi e psicosi;
4) intossicazioni benzoliche: colpiscono gli operai addetti alla fabbricazione di saponi e profumi, alle tipografie, alla produzione di anilina, ecc. Sono  causate dal benzolo e dai suoi composti, provocano anemia e nevriti;
5) fluorosi: colpisce più i vegetali che l’uomo. Si verifica nei pressi delle industrie per la lavorazione della criolite e dell’alluminio, ove l’aria si impregna di un gas pesante, il tetrafluoruro di silicio, che intossica i vegetali e di conseguenza chi li ingerisce. Nell’uomo si manifesta con alterazioni dentarie e ossee;
6) intossicazione da ossido di carbonio o ossicarbonismo: colpisce gli operai addetti ai lavori dell’industria del gas e degli alti forni, i fochisti, i carbonai, i cuochi, i fornai, i minatori, i vigili del fuoco, ecc. L’ossido di carbonio provoca avvelenamenti acuti e, in alcuni casi, intossicazioni croniche.
L’intossicazione può essere provocata anche dall’ossido di carbonic che impregna l’atmosfera delle grandi città nelle zone di intenso traffico. L’intossicazione si manifesta con cefalea, vertigini, anemia.

Un gruppo di malattie infine é quello derivante da microrganismi, che infettano l’organismo attraverso lesioni della pelle e della mucosa. Le principali sono:

1) il carbonchio: é una malattia propria degli equini, suini, dei bovini e degli ovini, ma può anche colpire l’uomo. Contagia più facilmente coloro che hanno contatto con animali da macello, vivi o morti (macellai, conciatori, pastori, stracciaioli, veterinari).
Si trasmette per mezzo delle spore disseminate sul terreno e sui pascoli; il veicolo é costituito dalle mosche e dai tafani, che con la loro puntura inoculano il bacillo;
2) l’anchilostomiasi: colpisce particolarmente i lavoratori dei campi concimati (ortolani, giardinieri), gli spazzini, i lavoratori di terreni argillosi, i minatori, gli operai addetti allo scavo di gallerie. È causata dall’anchilostoma duodenale, un piccolo verme che provoca con i suoi uncini delle emorragie nelle mucose intestinali, capaci di generare una grave forma di anemia. Le perdite sanguigne sono dovute anche ai bisogni di alimentazione dei vermi;
3) il tetano: colpisce di preferenza contadini, stallieri, sterratori. È una infezione gravissima e mortale, che è data dalla polvere e dal terriccio in cui sono contenute le spore. Le lesioni della cute facilitano l’accesso del bacillo, che si diffonde nel sistema nervoso, attacca i centri motori, provoca attacchi convulsivi spasmodici, a cui segue la morte per paralisi dell’attività cardiaca e respiratoria.
Il mezzo più efficace per prevenire l’infezione è la vaccinazione antitetanica.

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