IGIENE DEL LAVORO

IGIENE DEL LAVORO

Importanza dell’igiene del lavoro

L’igiene del lavoro abbraccia un campo molto vasto, che va dalle malattie professionali all’infortunistica ed alla medicina preventiva. Ad essa sono connessi problemi di profilassi e di assistenza; l’igiene del lavoro si interessa infatti dell’accertamento e del mantenimento delle condizioni ambientali più adatte al lavoro; dell’integrità fisica del lavoratore, delle disposizioni di legge in suo favore.
L’igiene del lavoro ha assunto un’importanza sempre maggiore da quando lo sviluppo industriale ha modificato la struttura sociale e civile delle nazioni. Il prolungato orario di lavoro, il contatto del lavoratore con materie nocive all’organismo umano, i ritmi, i temp; e le condizioni della lavorazione hanno creato nuovi problemi, mai conosciuti nei tempi antichi, relativi al rapporto uomo-lavoro.
Questi problemi sono stati affrontati in un primo momento dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori, quindi dai singoli governi che, sollecitati dalle richieste di tali organizzazioni, hanno emanate leggi tendenti a tutelare la salute dei lavoratori.

Per quanto riguarda la nostra legislazione, le norme generali per l’igiene del lavoro sono contenute nel Decreto del Presidente della Repubblica 19 marzo 1956 n. 303, applicabili a tutte le attività industriali e agricole, alle quali sono addetti i lavoratori subordinati, nonché gli apprendisti, comprese le attività esercitate dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province, dai Comuni e dagli altri Enti pubblici.

Oggi l’igiene del lavoro mira in particolare a:
1) raggiungere e mantenere il benessere fisico e mentale dei lavoratori…
2) assegnare al lavoratore compiti e mansioni adatti alle sue possibilità fisiche e psichiche…
3) prevenire le malattie professionali e proteggere la salute dei lavoratori dai rischi connessi alle condizioni del lavoro.

I danni alla salute dei lavoratori possono essere provocati da diversi fattori: dal tipo di lavoro, dall’ambiente, da cause fisiche o chimiche.

Il tipo di lavoro

Certi tipi di lavoro, per la posizione che il corpo è costretto ad assumere, portano a conseguenze irreparabili, come la deformazione dello scheletro, la riduzione della statura, dolori ai muscoli e alle articolazioni, insufficienza cardiaca, difetti circolatori.

La giusta posizione degli arti e del corpo durante il lavoro ha perciò una grandissima importanza.

La flessione prolungata del tronco può condurre all’irrigidimento e a disturbi articolari della colonna vertebrale. La posizione in ginocchio produce spesso una speciale malattia della borsa sierosa, che può trasformarsi in un processo suppurativo, detto borsite.

A deformazioni derivanti dal tipo di lavoro vanno incontro ad esempio i calzolai. Questi hanno una marcata depressione dello sterno, la quale trasforma il torace (che va sotto il nome di torace da calzolaio) ed é dovuta alla  pressione delle scarpe durante la lavorazione.

È noto poi come i camerieri, che per molte ore debbono mantenere la posizione eretta e camminare frequentemente, vadano incontro al fastidioso fenomeno dei piedi piatti.

Gli autisti sia per la posizione seduta, a cui sono costretti per lunghi periodi, sia per il rumore del motore, sono soggetti a deformazioni della colonna vertebrale e a malattie dell’apparato additivo.

Anche l’eccessivo uso di certi arti e la frequenza di identici movimenti, tipici di operai addetti alle catene di montaggio, portano a pericolose deformazioni di natura fisica e psichica; certi arti si sviluppano a danno di altri e carenze psico-motorie insorgono frequentemente danneggiando l’intero equilibrio psichico del lavoratore.

I datori di lavoro o personale particolarmente esperto debbono correggere le cattive posizioni dei lavoratori. Alcune volte però il lavoro é scomodo per sua natura e non é facile trovare la posizione adatta. In questi casi é necessario abbreviare i turni, intercalare fra un turno e l’altro un periodo di riposo e, meglio ancora, alternare con frequenza gli operai addetti, in maniera che non siano sempre gli stessi a dover sopportare una posizione dannosa.

 L’arnbiente di lavro

Le condizioni ambientali in cui il lavoro viene svolto richiedono una particolare tutela igienica: si tratta di difendere il lavoratore da tutto ciò che può provocare in lui l’insorgere della fatica eccessiva, delle malattie, della inabilità e della invalidità.
In passato nella maggior parte delle industrie, gestite con metodi imperfetti e prive di sorveglianza igienica, i lavori si svolgevano in ambienti notevolmente contaminati  da fumo, polveri e vapori derivanti dal materiale impiegato nelle lavorazioni. Le malattie professionali erano quindi di molto frequenti.

Oggi le caratteristiche generali e le condizioni igieniche dei luoghi di lavoro sono disciplinate da norme le quali hanno portato ad una sensibile riduzione delle cause dannose che abbiamo indicato. La legge fissa i limiti minimi per l’altezza, la cubatura, la superficie dei locali; limiti rapportati al numero dei lavoratori. I locali devono essere ben asciutti; pareti e pavimenti devono essere costruiti in mode da permettere una facile pulizia. È vietato adibire a1 lavoro locali chiusi, sotterranei o semi sotterranei.
Il datore di lavoro deve mettere a disposizione degli operai panche o sedie idonee in numero sufficiente, perché essi si possano sedere durante i periodi di riposo. Nelle adiacenze dei locali di lavoro non si possono tenere depositi di immondizie o di altri materiali, solidi o liquidi, capaci di produrre emanazioni insalubri.
L’igiene degli ambienti di lavoro é fondamentale per tutelare la salute dei lavoratori. I fattori più importanti, ai fini di questa tutela, consistono nella illuminazione, nella ventilazione, nella temperatura.

L’illuminazione

L’illuminazione ideale é quella fornita dalla luce solare. Finestre opportunamente studiate e lucernari debbono garantire all’interno dell’ambiente di lavoro la migliore utilizzazione della luce durante il giorno. Attualmente, però, numerose attività superano i limiti del giorno solare; conseguentemente é necessario ricorrere all’illuminazione artificiale.
Gli antichi sistemi della candela, del petrolio, dell’acetilene e del gas illuminante sono oggi totalmente sostituiti dall’elettricità. Gli antichi mezzi illuminanti presentavano molti inconvenienti, anzitutto una luce non fissa ma sempre tremolante; in secondo luogo il petrolio riversava nell’ambiente una notevole quantità di vapore acqueo e di anidride carbonica; sostanze nocive venivano prodotte anche dall’acetilene e dal gas.

L’illuminazione artificiale deve essere ben dosata, la luce diretta non deve mai cadere sul viso del lavoratore, ma sul piano di lavoro. Ad evitare l’abbagliamento, ottima é l’illuminazidne indiretta; in tal caso la sorgente luminosa é protetta da riflettori o da speciali cornici, che la proiettano sul soffitto, da cui viene poi riflessa in basso in mode uniforme.

Le zone di azione delle macchine operatrici e quelle dei lavori manuali, i campi di lettura o di osservazione degli organi e degli strumenti di controllo, di misura o indicatori in genera, nonché ogni luogo od elemento che presenti un particolare pericolo di infortunio, o che necessiti di una speciale sorveglianza, devono essere illuminati in modo diretto con mezzi particolari.
Convenientemente illuminati, durante il servizio notturno, devono essere i segnali indicanti condizioni di pericolo nelle zone di transito e quelli regolanti il traffico dei trasporti meccanici su strada o su rotaia.

La ventilazione

La ventilazione deve essere particolarmente curata. È indispensabile rinnovare l’aria all’interno dell’ambiente di lavoro con quella esterna per diversi motivi. Prima di tutto, in un ambiente affollato, l’aria si altera molto più. rapidamente che altrove; in secondo luogo il rinnovo dell’aia permette la fuoriuscita dei cattivi odori, dei pulviscoli interni e di tutte quelle sostanze gassose e tossiche provocate dall’attivité espletata nell’ambiente di lavoro, le quali viziano l’aria e la rendono poco idonea alla respirazione.
La ventilazione può avvenire per mezzo di regolari finestre o di finestre a ghigliottina, che permettono di lasciare in basso lo spazio all’aria che entra, in alto lo spazio a quella che esce.
Si usano anche canne di ventilazione; spesso queste ultime sono munite di mitre girevoli, le quali sono orientate dal vento e facilitano la fuoriuscita dell’aria viziata.
Di recente applicazione é il sistema dell’aria condizionata, che permette l’introduzione negli ambienti di aria depurata e corretta da appositi filtri ed opportunamente riscaldata o refrigerata, a seconda della temperatura che si vuol dare all’ambiente.

La temperatura

Grande importanza hanno anche la temperatura e l’umidità dell’ambiente. L’umidità deve essere adeguata al riscaldamento; infatti in alcune industrie, come quella del riso, del cotone, della canapa, dei tabacchi, l’ambiente troppo umido richiesto dalla lavorazione di questi prodotti, può provocare gravi affezioni reumatiche. A loro volta gli ambienti eccessivamente caldo-secchi possono provocare nei lavoratori tossi e bronchiti.

Il sistema del riscaldamento centrale é il migliore, perché distribuisce il calore in modo uniforme. Tale sistema é prevalentemente di due tipi, ad aria calda e ad acqua calda.

 Cause fisiche che provocano danni alla salute

Tra le cause fisiche che possono provocare danni alla salute dei lavoratori ricordiamo l’elettricità, la temperatura troppo alta o troppo bassa, i rumori, le polveri.

Gli impianti elettrici, in tutte le loro parti costitutive, devono essere costruiti, installati e mantenuti in modo da prevenire i pericoli derivanti da contatti accidentali prodotti da eventuali anormalità che si verifichino nel loro esercizio.

Le azioni nocive provocate dalle radiazioni luminose, dai raggi ultravioletti, dai raggi X, e dai raggi Roentgen sono molto gravi e soggette a precise norme di protezione.

Per una regolare temperature dell’ambiente di lavoro, vale la norma secondo la quale, per un sufficiente riscaldamento di un locale di 100 metri cubi, occorre una superficie radiante di circa 6 metri quadrati. Molto gravi infatti sono i danni prodotti all’organismo da una esposizione continua a temperature molto elevate, che provocano soprattutto abbondante sudorazione, secchezza della bocca, eccessiva stanchezza, cefalea e predisposizione al colpo di calore.

Per quanto riguarda i rumori occorre precisare che, per certe attività lavorative, essi sono ineliminabili. Unico accorgimento può essere allora soltanto quello di tenere lontano il più possible il lavoratore dalle fonti di rumore e di ridurre al minimo i tempi di lavorazione. Altro sistema é quello di assorbirli al loro punto di origine e,  quando ciò non sia possibile, é necessario almeno applicare una protezione direttamente alle orecchie.

I rumori violenti danneggiano la membrane del timpano.
Ad esempio lo scoppio di bombe, di mine, lo sparo di cannoni, il prolungato frastuono di macchine a motore possono provocare sordità temporanea e spesso diminuzione permanente dell‘udito.

La polvere presente nell’aria dell’ambienté in cui si lavora agisce sull’organismo a seconda della sua particolare natura, che può essere irritante, tossica o infettiva. Le polveri irritanti possono essere di origine minerale (gesso, smeriglio, ferro,  rame, calce, zinco, ecc. ), vegetale (legno, carbone, tabacco, farina, fibre tessili, ecc.), animale (seta, lana, crini, cuoio, ecc.). Le polveri minerali sono in genere quelle più pericolose.

Il datore di lavoro é tenuto ad adottare provvedimenti atti ad impedire o a ridurre, per quanto é possibile, lo sviluppo e la diffusione delle polveri nell’ambiente di lavoro. I metodi impiegati sono in genere due: l’aspirazione o la raccolta delle polveri vicino al 1uogo in cui si producono, oppure il loro inumidificamento.

Cause chimiche che provocano danni alla salute

Polveri e sostanze chimiche raggiungono l’organismo attraverso le vie respiratorie o attraverso la pelle e, a volte, attraverso gli alimenti.

Il maggior numero di malattie é provocato proprio da cause chimiche. Per mezzo delle vie respiratorie giungo-no facilmente nell’organismo le sostanze chimiche-gassose provenienti, in genere, dalla fusione di materiali impiegati nell’industr’ia. Oltre ai gas penetrano nell’organismo anche polveri finissime, quando le particelle siano inferiori a 1 micron; queste raggiungono gli alveoli polmonari e i vasi linfatici. Con il tempo danno luogo alle cosiddette pneumoconiosi, che si manifestano dopo anni di lavoro in forma di bronchite cronica con affanno e dolori toracici.

Per prevenire i danni provocati da tali sostanze si seguono due metodi: uno consiste nell’impedirne la diffusione aspirandole con particolari procedimenti meccanici e convogliandole all’esterno; il secondo consiste nell’uso individuale di opportune maschere dotate di speciali filtri.

Certe sostanze, come ad esempio il mercurio, trovano facile ingresso nell’organismo attraverso la pelle; occorre perciò sia pulire e sostituire frequentemente l’abito di lavoro, sia ricorrere a docce e bagni caldi.

Spesso 1e malattie tossiche giungono all’org’anismo per via alimentare, assieme ai cibi inquinati dalle mani del lavoratore. Sono necessarie quindi due misure profilattiche: il perfetto lavaggio delle mani prima dei pasti, oppure la istituzione di mense aziendali, in cui gli alimenti siano cucinati in locali appositi, lontani da ogni possibile inquinamento.

Misure profilattiche

La profilassi delle malattie provocate da cause fisiche e chimiche è disciplinata da tutta una serie di regole igieniche e di norme a cui debbono attenersi datori di lavoro e e lavoratori.

Il datore di lavoro deve provvedere personalmente a che l’attrezzatura dell’azienda sia tale da rendere possibile l’attuazione delle misure profilattiche protettive.

Le aziende debbono essere fornite di tutti i servizi igienicoa-assistenziali. Deve essere messa a disposizione dei lavoratori, acqua in quantità sufficiente tanto per uso potabile
quanto per lavarsi. I lavandini devono essere in numero di almeno uno per ogni cinque dipendenti occupati in un turno; quelli collettivi devono disporre di uno spazio di almeno  60 centimetri per ogni posto.
Le docce, installate obbligatoriamente nelle imprese con più di 20 operai esposti a materie particolarmente insudicianti, venefiche, corrosive o irritanti, devono essere fornite di acqua calda e fredda e provviste di mezzi detersivi e di asciugamani.

Il numero delle latrine, distinte per sesso, non deve essere inferiore ad una per ogni 40 persone. Spogliatoi, refettori, locali di ricovero e di riposo, eventuali dormitori, devono rispondere a precisi requisiti igienici.

Le aziende debbono essere fornite anche di pertinenti sale di medicazione, provviste di appositi presidi sanitari, adatti sia a soccorsi di urgenza che alle visite periodiche a cui certi lavoratori sono sottoposti. Pacchetti di medicazione e cassette di pronto soccorso fanno parte del corredo, obbligatorio di ogni azienda.

I datori di lavoro devono anche provvedere a che l’operaio sia istruito sui pericoli cui va incontro nel corso della lavorazione.

Le aziende-agricole

Norme particolari riguardano le aziende agricole. È vietato adibire ad abitazioni per i lavoratori grotte e capanne.

Le stalle non devono comunicare con i locali di abitazione o con i dormitori; devono avere pavimento impermeabile ed essere munite di fossetti di scolo per la deiezione liquide, da raccogliersi in appositi bottini collocati fuori delle stalle stesse. Le concimaie devono essere normalmente situate a distanza non inferiore ai 25 metri dalle abitazioni e dai dormitori.

La vigilanza ed il controllo sulle varie aziende, circa l’osservanza delle disposizioni igienico-sanitarie a favore  dei lavoratori, sono di competenza del Ministero del lavoro e della Previdenza sociale, che opera attraverso gli ispettorati del lavoro.

I datori di lavoro che trasgrediscono alle norme di legge in materia di igiene del lavoro sono puniti con ammende di varia entità e, nei casi di maggiore gravità, con l’arresto e la detenzione. I lavoratori hanno il diritto e il dovere di denunciare le inadempienze dei datori di lavoro.

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