Grazie alla commissione, nel 1701, de L’estasi di Santa Margherita (Cortona, duomo), l’artista entrò in contatto con il granduca Ferdinando de’ Medici che nel 1709 lo invitò a Firenze, ospite insieme alla sua famiglia nella villa medicea di Pratolino. Grazie a questo soggiorno il Crespi ebbe modo di studiare la pittura fiamminga e olandese, allora considerata ai margini della pittura ufficiale perché raffigurante nature morte, e di scegliere la via verso un vivace naturalismo che contraddistingue tutta la sua opera.
Intorno al 1712 Crespi cominciò la celebre serie dei Sacramenti (Dresda, Gemäldegalerie), acquistata dal cardinale Ottoboni e che i biografi del tempo narrano essere stata ideata dopo che 1’artista, in visita a una chiesa, fu folgorato da una luce innaturale che colpiva il confessionale che ospitava il prete e il penitente.
Ammirato e corteggiato dalle principali corti italiane, Crespi fu nominato cavaliere da Benedetto XIV, estremo riconoscimento di un artista che nel tempo si è rivelato come uno dei maggiori protagonisti della pittura del Settecento. Morto il Crespi nel 1747, la sua famosa bottega passò al figlio Luigi, artista e scrittore di talento.
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AUTORITRATTO (1700)
Giuseppe Maria Crespi
Olio su tela cm 60 x 50
Museo Ermitage, San Pietroburgo
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GIUSEPPE MARIA CRESPI – Vita e opere
LA FIERA DI POGGIO A CAIANO – Giuseppe Maria Crespi
Immagine di copertina:
Amore e Psiche ( 1707-1709)
Giuseppe Maria Crespi (1665–1747)
Olio su tela cm 130 x 215
Galleria degli Uffizi, Firenze
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