THOMAS MÜNTZER

Thomas Müntzer, erroneamente chiamato anche Münzer (Stolberg, 1489 – Mühlhausen, 27 maggio 1525), è stato un pastore protestante riformato tedesco, una delle figure più importanti del Cristianesimo rivoluzionario, nonché uno dei capi dei ribelli nella guerra dei contadini tedeschi.

All’inizio dell’epoca moderna incontriamo una nobile figura di rivoluzionario: il predicatore tedesco Thomas Müntzer, che fu il capo del1’ultìma grande rivolta contadina contro le classi feudali. Era nato a Stolberg, nello Harz (Germania), verso l’anno 1498 e, dopo aver studiato teologia, era entrato in un convento come cappellano. Ma ben presto si era dato alla predicazione, criticando aspramente la degenerazione della Chiesa di Roma e la corruzione dilagante nella vita ecclesiastica. Le sue prediche si dimostrarono così efficaci e riscossero tanto successo tra il popolo, da suscitargli contro forti ostilità da parte delle autorità civili ed ecclesiastiche. Costretto a fuggire da varie città Müntzer si stabilì alla fine in Turingia, e riuscì a creare nella regione un forte movimento popolare che seguiva le sue idee.
Per qualche tempo egli si trovò d’accordo con il monaco tedesco Martin Lutero, il quale, in quei tempi. propugnava una radicale riforma della Chiesa. Con essa ci si proponeva di eliminare i privilegi ecclesiastici ed ogni forma di corruzione e di dare facoltà a tutti i credenti di interpretare liberamente i testi biblici, senza sottostare all’interpretazione ufficiale della Chiesa. Questa eresia religiosa era l’espressione di ben determinati interessi sociali. Nel movimento creato dalla riforma luterana si .schieravano infatti tutte le forze contrarie al dominio feudale e alla Chiesa che di quel dominio era il principale sostegno. Con Lutero si muovevano i contadini e i plebei delle città, che aspiravano a liberarsi dalle classi che li opprimevano, si muovevano i principi, la piccola nobiltà ed i borghesi, che miravano ad impadronirsi dei beni della Chiesa.
Ma ad un certo momento Lutero si staccò dagli elementi popolari del movimento e prese a sostenere apertamente gli interessi della borghesia, della nobiltà e dei principi. Allora Müntzer lo abbandonò.
Intanto il fermento rivoluzionario dei plebei e dei contadini andava crescendo di giorno in giorno; mentre le altre classi si dividevano i beni della Chiesa, essi continuavano a rimanere sotto il giogo dei privilegi e delle ingiustizie. Già altre volte, negli anni precedenti (e non soltanto in Germania), i contadini avevano tentato di insorgere per liberarsi dall’oppressione dei signori feudali, ma tutte le insurrezioni erano state soffocate nel sangue.
In Thomas Müntzer, dopo la sua rottura con Lutero, le masse popolari trovarono la loro nuova guida. Egli si era messo infatti sul piano dell’agitazione politica, facendosi propugnatore di una società di tipo comunista (che egli chiamava il “regno di Dio” in terra), in cui non ci sarebbero state più né differenze sociali, né proprietà privata, né autorità statale estranea e contrapposta ai membri della società.
Quando. nel marzo 1525, Müntzer dettò il programma delle rivendicazioni. già in tutta la Germania si era alla vigilia della rivolta. I dodici articoli del programma erano redatti con abilità e moderazione; essi reclamavano un’amministrazione democratica della Chiesa, la soppressione di ogni arbitrio da parte del clero, la soppressione della servitù, la riduzione dei carichi feudali alla misura fissata nei tempi antichi, la moderazione dell’imposta fondiaria, il ritorno alla comunità delle terre che erano state tolte ingiustamente ai contadini dalla nobiltà.
I contadini si radunarono in schiere armate, incendiarono castelli e conventi. Lutero si mise subito dalla parte dei principi e li incitò alla repressione. Essi, intimoriti dalla grande ondata di rivolte, simularono un armistizio ed attaccarono i contadini a tradimento, prima ancora che l’armistizio fosse scaduto: i cannoni ed i lanzichenecchi ebbero facilmente ragione degli insorti. male armati e poco abituati al combattimento.
Nell’autunno 1525 il moto era schiacciato. Müntzer, fatto prigioniero, fu torturato alla presenza dei principi e decapitato.
La guerra dei contadini (ultimo episodio della quale fu il tentativo di Müntzer) fallì per il profondo contrasto che esisteva tra i ceti borghesi delle città e le masse plebee e contadine. Queste ultime lottavano per l’abbattimento. dell’oppressione feudale ed aspiravano confusamente alla distribuzione dei beni, ma non rappresentavano una classe rivoluzionaria capace di introdurre un nuovo modo di produzione da sostituire a quello antico. La classe rivoluzionaria del tempo era proprio la nascente borghesia. Il fatto che essa non appoggiasse la lotta delle masse, ma anzi spesso si unisse ai principi e ai nobili per combatterle, era dovuto al carattere socialmente estremista del movimento popolare.

Monumento a Müntzer nella piazza a lui dedicata a Mühlhausen, Turingia, Germania

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