GIUSEPPE GIACOSA – Vita e opere

GIUSEPPE GIACOSA

Giuseppe Giacosa (Colleretto Parella, 21 ottobre 1847 – Colleretto Parella, 1º settembre 1906) è stato un drammaturgo, scrittore e librettista italiano. Nacque a Colleretto Parella, una città poi ribattezzata con l’attuale nome Colleretto Giacosa in suo onore, vicino a Torino, Italia. Suo padre era un magistrato. Si è laureato in giurisprudenza all’Università degli studi di Torino, ma non ha mai intrapreso la carriera.

Quando nel 1872, a venticinque anni, il giovane Giuseppe Giacosa abbandonò lo studio di avvocato del padre per dedicarsi interamente al teatro, la sua solida famiglia borghese arricciò il naso. Erano tempi, quelli, in cui il mondo del teatro era visto come un ambiente sospetto, di gente stramba e sregolata. E il fatto che un giovanotto serio e ben educato volesse tuffarvisi lasciò tutti perplessi. Però, il ragazzo dava affidamento: aveva già ottenuto qualche successo teatrale e la sua natura generosa e attiva gli avrebbe permesso di tenere la testa sulle spalle anche in quell9ambiente. E il giovanotto ebbe il via.
Lasciò il paesetto in provincia di Torino in cui era nato nel 1847, e per anni viaggiò in Italia e all’estero, senza una méta precisa, senza riuscire a vedere chiaro in se stesso. Ma nel 1888 si stabilì in quella città operosa e intraprendente che era già allora Milano.
La ricca e attiva borghesia milanese ispirò al Giacosa le sue due migliori commedie: Tristi amori e Come le foglie, che furono rappresentate la prima nel 1890 e la seconda nel’1900, con enorme successo. Ma egli rimase un uomo tranquillo e schivo. Appena le sue occupazioni, che erano molte e varie (giornalista, insegnante, direttore di riviste), glielo permettevano, tornava nel paese natale e soprattutto nel suo castello di Issogne, nella valle d’Aosta. Ebbe una famigliola che lo circondò di tenero affetto, e solo in mezzo ai suoi cari trovava la pace necessaria per scrivere le umane e patetiche opere che lo resero famoso.
Morì nel 1906, a soli 59 anni.
Una vita breve, ma intensa e non infelice. Scrisse decine di commedie, racconti, libretti d’opera; diresse la rivista “Letteratura”; collaborò a riviste e giornali. Ebbe una vita piena e serena, con poche amarezze, molti successi e soddisfazioni.

DUE ALTRE OPERE  Dl GIACOSA

LA PARTITA A SCACCHI – Un’opera di ispirazione romantica (1873).
È una fiaba teatrale in versi. In essa si raccontano le vicende del paggio Fernando che. accompagnando il suo signore Conte Oliviero di Fombrone in visita al castello dove vive il Conte Renato di Challant con la figlia Iolanda, vanta la sua bravura al gioco degli scacchi. La sua immodestia è giudicata inopportuna dal Conte Renato che. piccato, lo invita a provare la sua bravura in una partita con la figlia. Iolanda è abilissima nel gioco. e Fernando perderebbe se la fanciulla non si innamorasse di lui durante la partita. Ella perciò lo tara vincere e sarà sua come premio per la vittoria.

TRISTI AMORI – Un’opera di .ispirazione realista (1890).
Ambiente borghese, in cui il disagio finanziario si accompagna a quello dei sentimenti. Fabrizio Arcieri ama Emma, moglie dell’amico Giulio Scaril. Oltre che per questo amore illecito, egli soffre di avere un padre che vive di ripieghi non sempre onesti. Giulio non conosce la passione dell’amico e si prodiga nell’aiutarlo. Poiché il padre di Fabrizio ha falsificato la sua firma su una cambiate, generosamente riconosce la firma come sua.
Ma interviene Fabrizio. che paga la cambiale. Quando poi Giulio scopre quale sentimento lega la moglie all’amico, decide di lasciarla libera di fare la sua scelta, e si allontana da casa con la figlioletta. Emma esita, dolorosamente combattuta tra diversi sentimenti, ma la vista di una bambola lasciata dalla sua bambina, la commuove e la convince: ella rimarrà accanto al marito, accanto alla figlia.

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