LOUIS PASTEUR

LOUIS PASTEUR

Louis Pasteur (Dole, 27 dicembre 1822 – Marnes-la-Coquette, 28 settembre 1895) è stato un chimico e microbiologo francese.

L’altro anno mi recai alla Direzione dei Servizi d’Igene e Sanità del Comune, per la rivaccinazione, dato che i miei certificati erano scaduti da tempo e che, dai qualche settimana, serpeggiava un’infezione epidemica influenzale molto grave. Ci furono dei casi particolarmente gravi e anche mortali: uno di questi accadde purtroppo nella mia città: un bel ragazzo di tredici anni, di seconda media, bello, sano, robusto, è morto tre giorni dopo che s’era manifestato il morbo. Ogni cura era riuscita vana.

I miei genitori e anch’io rimanemmo impressionati, consultammo il nostro medico, che mi consigliò la rivaccinazione.

L’ampia anticamera era affollata di mamme e di bambini piuttosto irrequieti e infastiditi per l’attesa. L’aria era impregnata dell’odore caratteristico di disinfettante; non c’era posto per sedere. M’accostai ad una finestra ed osservai la piazza sottostante, letteralmente gremita di automobili in sosta. Dopo un po’ voltandomi, scorsi al centro della parete di fondo, un bel quadro, che raffigurava il busto di un vecchio signore, molto distinto, dai lineamenti perfetti, la fronte ampia, l’occhio intento e la espressione pensosa. M’avvicinai e lessi: “Luigi Pasteur il padre della batteriologia – Dole (Francia) 1822-1895”.
Un signore, che stava seduto lì vicino, col suo ragazzo a fianco, sulla panca metallica, e che, poi, seppi essere il professore di Scienze dell’Avviamento Industriale, mi guardò e mi chiese: “Bel giovanotto, sai chi è quel signore ritratto su quel quadro?” Io rimasi un po’ interdetto e confuso, poi mi feci animo e risposi: “Luigi Pasteur, Signore!” Notando il mio imbarazzo, mi fece un po’ di posto e “Siedi qui, aggiunse, . vedo che non lo conosci bene; ora te ne parlerò io, mentre attendiamo il nostro turno”. Accettai ben volentieri l’invito, ringraziai e mi sedetti, facendo la mia presentazione. Egli ricambiò, mi presentò suo figlio e riprese a parlare, mentre noi due pendevamo dalle sue labbra. “La batteriologia, cari ragazzi, è la scienza che studia i micro-organismi, i microbi, quegli esseri piccolissimi, che si vedono e si studiano, solo con l’aiuto di un potente microscopio, ma che talvolta, sono cosi pericolosi e nocivi, da procurare la morte. Luigi Pasteur era un chimico valente e studiosissimo e condusse a termine un’immensa opera scientifica, tutta basata sul metodo esperimentale fu proprio uno dei maggiori benefattori dell’umanità. Studiando la fermentazione alcoolica e quella lattea, trovò che esse sono prodotte dallo sviluppo di uno specifico essere vivente. Scoprì i germi di molte malattie e il modo di combatterli. Uno di questi è la pastorizzazione, per esempio, del latte; e trovò il sistema per immunizzare anche l’organismo umano, dall’azione mortale di certi microbi velenosi, mediante l’iniezione d’un certo vaccino.
Egli trovò, per esempio, il sistema di combattere l’idrofobìa, malattia infettiva che attacca il cane, dal quale può passare ad altri mammiferi e anche all’uomo. Essa è causata da microbi che si impiantano nel sistema nervoso-centrale. Si manifesta con avversione all’acqua (da cui prende nome idro = acqua, fobia = avversione, ripugnanza), grande inquietudine, bava alla bocca, dolori atroci ed è una malattia mortale.
Prima di Pasteur migliaia di persone, oltre che di animali, morivano per causa di questa malattia. Egli pensò alla possibilità di immunizzare l’organismo, iniettando il microbio della malattia in dosi progressivamente più forti in esseri sani, per abituarli a reagire e a vincere l’infezione. Come qualcuno, per esempio il re di Numidia Massinissa, temendo d’essere avvelenato dai suoi nemici, a poco a poco si abituò a sopportare qualsiasi veleno, anche in dose rilevante, così egli iniettò in cani sani l’umore tolto dal midollo spinale di cani idrofobi e ottenne pieno successo. Un giorno gli si presentò una madre disperata, col figlio che era stato, allora allora, morso da un cane idrofobo, in quattrodici parti diverse. Il caso era gravissimo, disperato (non esistevano cure mediche) la morte sarebbe stata certa. Egli non era medico, per di più aveva sempre agito sui cani e non sulle persone, ma davanti alla disperazione della madre e alla certezza di una morte atroce, superando una crisi spirituale intensissima, decise di tentare. Il successo fu pieno. Dopo quattordici iniezioni successive, sempre più forti, riconsegnò il ragazzo sano e salvo alla madre, fuori di sè per la gioia. La notizia si divulgò in breve, per tutta l’Europa. Un altro caso, veramente drammatico, accadde poco depo. Si recarono da lui, implorando salvezza, alcuni contadini russi, morsi da un lupo idrofobo, dopo 19 giorni dacché erano stati morsi. Il caso pareva disperato per il troppo tempo intercorso. Pasteur si fece coraggio, raddoppiò la dose delle iniezioni e conseguì il successo anche in quel caso disperato.

La cosa arrivò a conoscenza dello zar di Russia, il quale gli inviò, subito centomila franchi (somma enorme a quei tempi) per iniziare la costruzione dell’Istituto Pasteur, che e l’orgoglio della Francia e la salvezza di tanta parte dell’umanità. I suoi discepoli insistettero negli studi e negli esperimenti e così, oggi, si conoscono i bacilli di molte altre terribili malattie contagiose ed epidemiche come il tifo, il colera, il vaiolo, ecc. e si conosce anche la cura per eliminarle.”

A questo punto, l’infermiere chiamò il figlio del professore ed io li salutai ringraziando, soddisfatto e quasi commosso.

Filtro Chamberland-Pasteur

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