RICORDO DI UN DOLORE – Giuseppe Pellizza da Volpedo

RICORDO DI UN DOLORE (Ritratto di Santina Negri) 1889
Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868–1907)
Accademia Carrara, Bergamo
Olio su tela cm 107 x 79

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Giuseppe Pellizza da Volpedo, nato a Volpedo, un paesino di collina in provincia di Alessandria, nel 1868, frequentò l’Accademia di Brera a Milano, poi l’Accademia di Belle Arti a Roma.
Insoddisfatto dei maestri, che poco si occupavano degli allievi, nel 1888 si trasferì da Roma a Firenze, dove frequentò la scuola di pittura di Giovanni Fattori presso l’Accademia di Belle Arti. Fattori, che seguiva con impegno e pazienza i propri allievi, apprezzò in Pellizza le qualità di colorista, ma gli suggerì di esercitarsi maggiormente nella figura, cosa che egli fece.
Proprio durante il periodo fiorentino il Pellizza cominciò a sentire l’esigenza di fare dipinti di grandi dimensioni, esigenza che lo rendeva consapevole della necessità di rinfrancarsi del tutto nel disegno.
Decise quindi di frequentare l’Accademia Carrara di Bergamo, dove si iscrisse ai corsi di pittura di Cesare Tallone. Fu proprio dal Tallone che imparò a dipingere la figura a grandezza naturale. E all’Accademia Carrara regalò, nel 1897 (quattro anni prima della sua morte), in segno di stima e di riconoscenza per gli insegnamenti ricevuti, questo Ricordo di un dolore o Ritratto di Santina Negri, eseguito nel 1889.
Questo quadro, che si riallaccia alla corrente del realismo europeo, ha colori fluidi nell’impasto e nell’esecuzione e un disegno preparatorio molto solido.

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La stessa cura, lo stesso amore messi nel dipingere la donna, la sua espressione triste e pensosa, si riscontra in ogni particolare del dipinto, dal legno della poltrona alla viola del pensiero nel libro.

Ho visto una riproduzione di questo dipinto, ma-per quanto buona essa sia, non può dare l’emozione che si prova vedendo l’originale, cosa del resto che succede per tutte le opere d’arte. Per questo vi consiglio di frequentare il più possibile i musei e le pinacoteche: dai grandi maestri si può imparare moltissimo.

La vita e l’opera di Giuseppe Pellizza da Volpedo ci offrono anche un’importante lezione: non bisogna stancarsi mai di imparare, di lavorare; bisogna dipingere per amore della pittura, non per conseguire celebrità e successo. La pittura è un’arte esigentissima, dovete dipingere e disegnare moltissimo, ogni momento libero, senza mai stancarvi.

Quando penserete di aver dato moltissimo sarete solo a metà strada.

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QUARTO STATO (1901)
Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868–1907)
Museo del Novecento di Milano
Olio su tela cm 293 x 545

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