GIUSEPPE PELLIZZA DA VOLPEDO e i divisionisti italiani

GIUSEPPE PELLIZZA DA VOLPEDO

Il più attuale dei “divisionisti” italiani

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Ricordo che l’atteggiamento degli impressionisti francesi di fronte al mondo e alla natura, risoltosi in una pittura immediata, ottenuta sovente con pennellate giustapposte di colori puri, venne teorizzato nel 1876 da alcuni critici, i quali sostennero che i pittori impressionisti giungevano quasi a scomporre sulla loro retina la luce nei suoi colori elementari e a ricomporla sulla tela, giustapponendo appunto pennellate di colori elementari (per esempio un giallo accanto a un blu per fare un verde). Queste pennellate, mescolandosi poi nell’occhio dell0osservatore, rendevano i colori della natura in maniera assai più luminosa e vera di quel che avrebbero potuto ottenere i colori puri mescolati sulla tavolozza. Il “divisionismo” segue alla lettera questa teoria. I pittori divisionisti non dipinsero più secondo la tecnica classica, ma a puntini di colori puri (fu chiamata questa maniera anche “puntinismo”), cospargendo le loro tele di una sorta di pulviscolo cromatico, che in alcuni casi diede risultati veramente eccellenti. Il francese Georges Seurat è il capo e il massimo pittore di questa scuola. La tecnica divisionista (è bene tenere presente che non si tratta di uno stile artistico, non di un modo nuovo cioè di porsi di fronte ai problemi dell’arte. ma semplicemente di un modo nuovo di trattare la materia pittorica), fu importata in Italia dal collezionista critico d’arte e ottimo pittore milanese Vittore Grubicy. I rappresentanti più importanti del divisionismo sono, col Grubicy, Giovanni Segantini, Angelo Morbellí, Gaetano Previati e Giuseppe Pellizza, nato a Volpedo in provincia d’Alessandria nel 1868 e morto suicida nel 1907 non ancora quarantenne (si impiccò ad una trave del suo studio).
Pellizza studiò a Milano, a Brera, nel 1884, fu qualche tempo a Roma, a Firenze e poi a Bergamo, nel 1890, allievo di Cesare Tallone all’Accademia Carrara. Cominciò con una serie di opere influenzate dal Tallone, fra cui ottimi ritratti è l’importante tela Ricordo di un dolore. Le prime opere divisioniste cominciano verso il 1892. Nel 1894 Pellizza espone il grande quadro Il viatico sul fienile che ottiene un notevole successo. Nel 1895, alla prima Biennale Veneziana, il successo viene confermato da un`altra bella tela, La processione, e via via in quegli anni, da una produzione di quadri ispirati alla realtà della vita (come Il viatico, L’annegato, Il morticino, Gli emigranti) o vagamente simbolici (come il trittico L’amore nella vita, Lo specchio della vita) o ispirati al paesaggio di Volpedo.

La posizione di Pellizza e dei divisionisti italiani rispetto ai francesi fu appunto questa: (che mentre i francesi non fecero che trasporre nella nuova tecnica puntinista i temi dell’impressionismo, gli italiani introdussero anche contenuti mistici o simbolici o letterari (Le due madri di Segantini, Il Natale dei rimasti di Morbelli, Il re Sole di Previati, Lo specchio della vita di Pellizza, solo per citare alcuni quadri), o già guardano alla realtà del mondo sociale come Pellizza nel Quarto stato e come faranno poi i primissimi futuristi, Boccioni e Balla, che si formarono nel clima divisionista.

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Giuseppe Pellizza da Volpedo: Gli emigrantiCollezione privata, Milano

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IL QUARTO STATO – Giuseppe Pellizza da Volpedo

RICORDO DI UN DOLORE – Giuseppe Pellizza da Volpedo

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