BOB DYLAN E JOAN BAEZ – Il re e la regina

 

Re e regina li chiamava il pubblico degli appassionati dei primi anni ’60: giovani, famosi, forti di un ascendente che andava oltre il fatto musicale in senso stretto, Bob Dylan e Joan Baez erano la coppia più famosa della musica giovane americana. Stavano insieme non solo sulle copertine dei giornali; pur facendo base l’uno a New York e l’altra in California, coltivavano una singolare vicenda sentimentale e di quando in quando spartivano la scena.
Si erano conosciuti al Gerde’s Folk City di New York, presentati da amici comuni; Joanie (così Dylan l’avrebbe sempre chiamata) era già una star della nuova musica tradizionale mentre lui, Bobby, era un giovane folksinger non più che “promettente”, irrequieto e mitomane, simpatico e aggressivo. Non si piacquero subito, anzi: la Baez confessa che le ci volle un po’ di tempo per apprezzare la singolare “via al folk” di quel giovinotto nordamericano e Dylan stesso, in una celebre “dichiarazione poetica” posta a nota dell’album Joan Baez In Concert, ebbe a spiegare, se pure in “codice”, le diffidenze, le ritrosie, le incomprensioni iniziali fra se e la giovane artista. Rotto il ghiaccio, però, iniziò una fruttuosa collaborazione a livello musicale e una travagliata storia sentimentale, anche, nel periodo che corre fra la celebre “cotta giovanile” di Dylan (Suze Rotolo, la ragazza della copertina di Freewheelin’) e il grande amore con Sara Lowndes.
A Monterey, nel corso di un Festival folk durante il 1963, i due cominciarono a farsi vedere insieme; segui una vacanza in coppia a Carmel, a casa della Baez. A luglio, all’annuale Festival di Newport, Bobby e Joanie sancirono la loro storia insieme con un bel duetto in With God On Our Side. Tenne dietro poi una piccola tournée, culminata con un celebre concerto a Forest Hills, 17 agosto di quello stesso anno: il programma prevedeva una prima parte con la Baez sola alla ribalta e, dopo l’intervallo, la chiamata in scena di Dylan, tre o quattro brani insieme e infine un piccolo spazio solistico per il giovane Bobby.
Dopo il grande concerto di chiusura della Marcia per la Pace a Washington, 28 agosto 1963, le carriere dei due tornarono a dividersi per un po’, fermo restando il legame affettivo che li univa. Il 1964, comunque, vide ancora una serie di apparizioni in comune, tanto che Joanie e Bob meditarono a un certo punto di approntare una tournee ufficiale in coppia; il progetto naufragò non appena si passò dalle parole ai fatti, per la resistenza dei rispettivi managers, ognuno geloso delle ambizioni e delle pretese dell’altro. Alla fine dell’anno, Dylan concordò con la Columbia un doppio album dal vivo e per l’occasione (un concerto alla Carnegie Hall, 31 ottobre) invitò la Baez come “ospite d’onore”. Del riuscito concerto ci restano i nastri; Bobby verso la fine chiama Joanie e insieme attaccano Mama (Daddy) You Been On My Mind, con qualche problema di affiatamento, passando poi alle note di With God On Our Side e di It Ain’t Me Babe.
Il 1965 segnò la fine del legame e della collaborazione fra i due.
Dylan si era “emancipato” e, oltre a superare in popolarità la Baez, aveva mutato il registro della propria musica, passando dal folk acustico al rockblues elettrico; il vecchio mondo della musica popolare non lo interessava più, cosi come aveva deposto i miti della canzone di protesta e dell’impegno politico, mentre la Baez, con il suo lavoro a fianco dei comitati pacifisti e la fondazione dell’Istituto per la Non Violenza, a Carmel, aveva accentuato più ancora il carattere “sociale” della propria arte. La tournée dylaniana in Europa della primavera 1965 mise il sigillo a quella storia; il raro film che Dan Pennebaker girò in quella occasione testimonia in alcune sequenze da cinéma véritê i dissidi e il distacco fra i due.

Non più “re e regina”, non più “amanti ideali” del nuovo mondo musicale, Dylan e la Baez hanno continuato col tempo a tenersi in contatto e a mandarsi maliziosi messaggi, espliciti o più facilmente “in codice”. Cominciò Dylan, all’indomani dell’abbandono, con la famosa Visions 0f Johanna, pubblicata sull’album di Blonde On Blonde, ricca di simboli e di enigmi, alla maniera di certa “poesia visionaria” tanto cara all’artista; replicò la Baez con la sua autobiografia, “Daybreak”, 1969, dove il nome di Dylan non è mai riportato ma c’è un malizioso capitoletto de- dicato al “re dada”, e un’appassionata dichiarazione di affetto: “lo brucio per il re dada… Ascoltami, Dio, veglia su di lui da molto vicino. È molto più fragile di tutti gli altri e, inoltre, lo amo”. Anni più tardi, tra le righe di come From The Shadows, la Baez sarebbe stata ben più esplicita: To Bobby è una ballata che rimpiange il “tradimento” di chi “ci ha la-sciato soli a marciare,,,”.
Quando Dylan, alla fine del 1975, decide di allestire il teatrino della Rolling Thunder Revue, la carovana itinerante delle sue nostalgie, il pensiero naturalmente corre anche a Joanie, da anni lontana e non più tanto popolare. l due si rivedono e, per quelle specialissime occasioni, tornano a far coppia insieme alla ribalta: cantano I Shall Be Released, Mama, You Been on my mind, I Pity the il Poor Immigrant. Non c’è più amore e forse nemmeno sintonia sulle cose della musica; ma un tenace legame continua a esistere fra i due, se è vero che per il il suo film “Renaldo & Clara”, 1978, Dylan vuole Joan ancora con sé a impersonare con Sara Lowndes e Ronee Blakley uno strano intreccio amoroso dove nessuno ha più la propria identità, la propria fisionomia, il vero nome e tutto assume la forma di un vago sogno stravagante.

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