RITRATTO DI SCULTORE – BRONZINO

RITRATTO DI SCULTORE (1540-1550 circa
BRONZINO (Agnolo di Cosimo Tori)
Olio su tavola cm 99 x 79
MUSEO DEL LOUVRE, PARIGI

Su uno sfondo architettonico è ritratto di tre quarti un giovane uomo dalla cui immagine traspare l’elevata posizione sociale. Vestito elegantemente, come si può notare dal prezioso pizzo della camicia e dall’anello alla mano sinistra, l’ignoto personaggio tiene una statuetta, attributo che lo qualifica come uno scultore. Lo stile distaccato e il tono signorile ma non fastoso del quadro sono caratteri tipici del Bronzino, ritrattista prediletto dell’aristocrazia fiorentina del XVI secolo. L’opera è collocabile negli anni Quaranta del Cinquecento, poco dopo i ritratti di Cosimo I e di Eleonora di Toledo ora agli Uffizi. La statuetta rappresentata nel quadro del Louvre è simile a quella nel Ritratto di giovane con liuto (Firenze, Uffizi) del 1530-1532 circa.

Oggi generalmente assegnato al Bronzino, il ritratto del Louvre proviene dalla collezione di Luigi XIV. Il personaggio è stato identificato in passato con lo scultore Baccio Bandinelli (Firenze, 1493-1560), opinione che non è stata seguita dalla critica recente dal momento che la fisionomia non corrisponde.
Il Bandinelli, artista insieme al Bronzino della corte di Cosimo I dei Medici, ha infatti dipinto alcuni autoritratti: i più noti sono quello agli Uffizi del 1525-1530 e quello dell’Isabel Stewart Gardner Museum di Boston databile negli anni Quaranta.

Gli scritti del Bronzino

Il Bronzino oltre a dedicarsi alla pittura fu scrittore di versi lodati dai suoi contemporanei fra cui Giorgio Vasari e Benvenuto Cellini che lo definisce “grande Apelle e non minore Apollo”. Le composizioni di tipo petrarchesco rispettano gli schemi e i modelli imposti dall’Accademia fiorentina in quegli anni: queste poesie senza originalità sono spesso omaggi ad artisti, amici, e agli stessi Medici. Diverso interesse suscitano invece alcune rime caratterizzate da un tono ironico e umoristico che risente
delle composizioni brillanti e grottesche di Francesco Berni (Lamporecchio, Pistoia 1497-Firenze 1535) in aperta polemica con la poesia ufficiale. Un esempio significativo del Bronzino è Il pennello in cui l’artista descrive con vivacità la mania propria dell’aristocrazia del tempo di farsi ritrarre ognuno in un luogo diverso, seduto o in piedi, da solo o in compagnia, nelle posizioni più “stravaganti”.
Unico scritto in prosa del Bronzino che affronti il tema dell’arte è una lettera incompiuta inviata a Benedetto Varchi, un letterato che fra il 1546 e il 1549 aprì un’inchiesta sul primato della pittura e della scultura. Secondo l’artista la pittura è superiore alla scultura dal momento che il rilievo non è proprio dell’arte ma della natura.

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